“Catanzaro non è una città libera: c’è un grumo di potere”

“Ventiquattro mesi circa di tempo per veder riconosciuta una tesi, politica e non solo, da un avversario. Che nello scorso consiglio comunale (quello del 27 luglio, ndr) l’ha fatta propria, forse dandomene atto senza dirlo: Catanzaro non è una città libera. A pensarla come me, dunque, è anche il collega Giuseppe Pisano a cui, comunque la si intenda, va riconosciuto di aver intrapreso alcune coraggiose battaglie, sposando una causa nobile”.

A parlare così in un comunicato stampa è stato il componente del gruppo consiliare di Fare per Catanzaro a Palazzo De Nobili, Fabio Celia, che subito dopo ha rincarato la dose. 

“Sono stato io, se non il primo, uno dei pochi a dire che sul capoluogo si è addensato un grumo di potere. Una cappa, creata da personalità di un certo spessore, i quali, mi spiace dirlo, non hanno portato avanti gli interessi della collettività, bensì quelli particolari. Propri, in molti casi, o di alcuni fidati amici e danti o aventi causa. Un fatto grave che chiunque, al pari del sottoscritto o di Pisano, si sia candidato, riuscendo a farsi eleggere, per essere pubblico amministratore di questa nostra amata città deve denunciare e urlare ai quattro venti. È il caso di dire, essendo a Catanzaro”.

Celia precisa come si sia sempre pronunciato in tal senso stigmatizzando il negativo influsso di una certa classe dirigente anche nel corso del civico consesso di avantieri: “Ne ho parlato al microfono perché, ancora una volta, non mi sono nascosto dietro a un dito. Ma non ho voluto soltanto dare libero sfogo alla protesta, passando invece alla fase della proposta. E l’ho precisato sempre dai banchi di Palazzo di Vetro, che ormai da un anno e mezzo ci ospita in ragione dell’indisponibilità dell’Aula Rossa, lanciando un appello all’unità di centrodestra e centrosinistra affinché si esca dalla fase di stagnazione in cui si è suo malgrado ritrovata la città da 30 anni a oggi”.