Catanzaro, Sant’Anna Hospital. Ecco perché la Latella e la coppia del “cuore matto” hanno paura del nuovo commissario Asp

In amore vince chi fugge! Così dovrebbe essere ma solo in amore. Invece scopriamo che qualcuno invece di fuggire dal carico di responsabilità per le palesi illegalità commesse, innamorata di un potere “drogato”, cerca in tutti i modi di tentare di restare o di imporre una successione, diciamo gradita, usando sempre i mezzi che sono a metà fra l’illegalità ed i poteri dello stato, quello deviato.

Oggi, lunedì 13 settembre scade il regno dell’ex prefetto e commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, Luisa Latella, e lei piuttosto che accettare, come si conviene ad un servitore dello stato, la regola della legalità se ne inventa un’altra delle sue… Scrive una nota al Prefetto di Catanzaro, Maria Grazia Cucinotta per denunciare – non si capisce perché non l’abbia fatto per tempo alla procura di Catanzaro – che la nomina di chi dovrebbe succedere alla guida dell’Asp di Catanzaro non è a lei gradita, semplifichiamo così…

Quello che sta accadendo e che abbiamo letto sul Corriere della Calabriail media di riferimento a cui la Latella manda le veline per una questione di “servizi” -, ci fa capire che il sistema ed il metodo di governo dell’Asp di Catanzaro è marcio alla radice, così come chi avrebbe dovuto arginare i fenomeni mafiosi, proprio l’ex prefetto Luisa Latella, ma che nei fatti si comporta usando i poteri dello stato delegati, come una perfetta sodale.

C’è in atto un tentativo di depistaggio e di inquinamento da parte della Latella, che immagina di essere il Presidente della Repubblica Mattarella e di poter essere riconfermata, a larga maggioranza, per un altro settennato al Colle, ben sapendo che così non è… La scadenza del suo mandato “orribile” è un fatto tecnico che non ha alcuna relazione con le prossime elezioni regionali, la cui coincidenza è solo un fatto temporale, e questo non può impedire che il commissario ad acta, Guido Longo, eserciti i suoi poteri e rinnovi i vertici dell’Asp di Catanzaro, indicando il successore, e che questo possa essere non gradito alle combriccole della Latella.

Tentare di impedire ciò con un altro giochetto sottobanco, ci ricorda i buchi neri nelle stragi di stato, espropria la politica delegata dagli elettori di una sua prerogativa così come espropria il commissario Giudo Longo, ci consegna la vera essenza dell’ex prefetto Luisa Latella e delle sue ambigue frequentazioni nei servizi deviati, tanto da immaginare di potersi, come ha sempre fatto, sostituire a tutti i poteri dello stato. Per questo motivo chiama in aiuto chi e quanti, fino ad oggi, hanno favorito, per distrazione voluta, il suo metodo di gestione dell’Asp di Catanzaro. I risultati parlano chiaro ed è questo il vero problema di un eventuale successione non gradita, che metterebbe a nudo le sue malefatte ed i tanti segreti nascosti dei quali proprio la Latella è artefice e complice insieme a quella massomafia e criminalità imprenditoriale che ha cercato di coprire e favorire. Ecco perché la Latella ha paura di chi è stato chiamato a guidare l’Asp di Catanzaro…

Basta molto poco per capire che il risultato della gestione dei commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro è fallimentare, ma è soprattutto a tratti illegale perché hanno disseminato il territorio di ricatti, balcanizzando un’offerta sanitaria a favore dei protetti e dei cravattari dal colletto bianco, che sono proprio amici e sodali della bancarottiera Luisa Latella, secondo il verbo della procura di Palermo. Tutto questo sembra che lo abbia capito pure la procura di Catanzaro, che ha finalmente aperto un fascicolo d’indagine sulla gestione commissariale dell’Asp locale per quello che è a tutti gli effetti il ricatto e la strategia di soffocamento per distruzione messa in atto nei confronti del Sant’Anna Hospital di Catanzaro.

Questa è stata l’apoteosi della lucida follia di Luisa Latella, che ritenendosi autonomamente al di sopra di ogni sospetto, ha disseminato la strada di sospetti fantasiosi tanto da definire tutti “mafiosi”, sostituendosi anche alla magistratura, decidendo di non ottemperare alle sentenze che fino ad oggi hanno visto l’Asp sempre soccombere in giudizio rispetto al Sant’Anna Hospital. Sono queste le bugie e le malefatte dell’ex prefetto Luisa Latella che dovrà chiarire e rispetto alle quali dovrà anche rispondere in termini patrimoniali, se ancora esiste una giustizia che non si lascia corrompere dai servizi segreti, così come si diceva che riusciva a mettere il bavaglio al procuratore Nicola Gratteri, su indicazioni della bancarottiera…

La storia, non quella dei presunti vincitori, ma di quelli che non si considerano vinti, ci consegna i corpi del reato della Latella e della strategia che ha costruito solo per soffocare le professionalità del Sant’Anna Hospital, danneggiando fino alle estreme conseguenze, anche in termini concreti, i tanti malati e le speranze di cura dei calabresi che da quasi un anno si consegnano alla morte o sono costretti ad emigrare per curarsi.

La sua sete di vendetta secondo il suo codice personale sta annientando un’eccellenza riconosciuta, quella del Sant’Anna Hospital, strozzato dall’usura amministrativa messa in atto dai suoi complici, che come lei hanno paura di chi dovrebbe prendere la guida dell’Asp locale, il cui intento anche dichiarato è solo quello di mettere in svendita la proprietà della clinica catanzarese, sulla bancarella degli usurai e dei faccendieri della sanità calabrese a lei vicini e protetti dal mondo di mezzo della massomafia.

Non c’è alcun fascino nei misteri di Luisa Latella che rischiano di essere messi al vento se, come scrive il Corriere della Calabria, sarà Carmine Dell’Isola a succedergli? E’ ascrivibile alla Latella il tentativo di espropriare la proprietà del Sant’Anna Hospital con il “Piano delle Performance 2020-2022” approvato dai commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro che è nei fatti il primo atto di belligeranza. A questo segue nel tempo la bugia professata ai lavoratori, le promesse non mantenute e tutti i tranelli messi sul piatto solo per uccidere la clinica catanzarese e di conseguenza tutti i malati cardiaci, oltre a squilibrare in misura significativa, i dati li conosceremo, la migrazione sanitaria passiva ed i livelli LEA. Sarà la magistratura ed anche quella contabile a chiedere la risposta ai commissari capitanati dalla bancarottiera Luisa Latella?

Le risposte arriveranno e dovranno chiarire tanti altri aspetti, non ultimo il volo degli avvoltoi sull’orizzonte del Sant’Anna Hospital, prima quelli che rappresentano il “sistema Catanzaro” e, in questi ultimi tempi, quelli che sono la peggiore feccia resistente in Calabria, che fanno riferimento a don Pierino Citrigno, usuraio riconosciuto ed amico protetto dell’ex prefetta Luisa Latella.

La storia non si conclude qui. Si arricchirà di altri capitoli scritti nelle aule dei Tribunali, dove si chiarirà che dove c’era la luce della cura, oggi c’è il buio perché altri, insieme alla Latella, hanno manomesso l’interruttore nel tentativo di trasformare un eccellenza riconosciuta, il Sant’Anna Hospital in un sacco vuoto. Si capirà così chi è stato e perché l’ha fatto.

Riscrivere la storia impone il coraggio di narrare la verità, perché solo così si comprende che le barricate sono differenziate. Ci sono i “capitani” coraggiosi che cercano di difendere un bene prezioso dagli agguati dei portatori sani di sventura, quelli dal “cuore matto” che nell’ombra tramano per assicurarsi che la morte della clinica sia compiuta, secondo la logica del “poco maledetto e subito”, solo perché devono tentare di uscire fuori dalle loro responsabilità, magari facendo pure cassa. E’ questa la vera storia che si racchiude nel quadro di una città, quella di Catanzaro, detentrice del “sistema”, che porta con se responsabilità diffuse e la capacità di saper dimenticare, elaborando con grande disinvoltura il lutto.

La svendita della clinica catanzarese, quella che sembra essere l’unica opzione possibile sul piatto, è invece la causa e la ragione della frattura, che in modo trasversale taglia il futuro del Sant’Anna Hospital, fra quanti vogliono difenderne la sua integrità e valore, e chi invece cerca di portarla nell’arcipelago degli avvoltoi, gli imprenditori massomafiosi e truffatori della sanità calabrese senza scrupoli, certamente per capitalizzare un credito ed un vantaggio, ma senza porsi la domanda sul reale futuro della clinica catanzarese, mentre sullo sfondo restano i tanti lavoratori, quei professionisti che fino ad oggi hanno creduto e lottato e che diventano vittime della vigliaccheria e del denaro.

Cesare muore sulle scale del Senato romano, così come sta morendo il Sant’Anna Hospital, perché pugnalato dal figlio/i, dai parenti e dagli affini e la svendita è il pugnale ed al tempo stesso il tradimento di una storia, di una tradizione e di un cognome: quello della famiglia Frontera.

Non c’è una risposta, non c’è una ragione e non c’è nemmeno una giustizia anche residuale che possa giustificare un delitto, magari consumato nel salotto domestico, dove la vittima è certamente il Sant’Anna Hospital, ma al contempo l’uomo e la storia del professore Franco Frontera, che per difendere la sua creatura, i suoi collaboratori ha dato fondo alle sue riserve economiche insieme alla forza, alla caparbietà, ma non alla dignità, che devono comunque fare i conti con l’incedere del tempo.

Difendere il Sant’Anna Hospital dai pescecani è l’imperativo e la regola che non sfugge a quei capitani coraggiosi che fino ad oggi hanno lottato contro gli agguati della Latella – che vedrebbe come una sua vittoria la consegna in saldo della proprietà ai suoi amici massomafiosi – guidati dal presidente Gianni Parisi, dal direttore sanitario Soccorso Capomolla e dal dott. Daniele Maselli. Questo drappello di combattenti riassumono nei fatti il pensiero e la lotta del prof. Franco Frontera, che diventa impari quando bisogna combattere su più fronti, contro la mafia dell’Asp di Catanzaro e pure contro i “tagliagole” che si annidano dentro e fuori il perimetro della clinica catanzarese.

La storia ci consegnerà la verità senza bugie, quella dell’ex prefetto e commissario Luisa Latella e quella dei tagliagole vigliacchi a cominciare dal prof. Francesco Perticone, il facilitatore della trattativa con don Pierino Citrigno, usurario della sanità calabrese, di cui è direttore sanitario nella clinica Villa Adelchi, l’RSA ritornata alle cronache in questi giorni per i 49 casi di Covid inspiegabili e che qualche procura dovrà pure indagare. Ma ci consegnerà anche le responsabilità e la loro futura incompatibilità nella governance della clinica catanzarese della coppia dal “cuore matto”, i coniugi Giuseppe Failla e Rosanna Frontera, che peraltro è chiamata a controdedurre ai rilievi della Corte dei Conti che la vedono protagonista insieme a diversi funzionari dell’Asp di Catanzaro, per la liquidazione di compensi extra budget, rispetto ai quali non ci risulta che la prefetta Latella abbia indagato prima di quanto ha fatto la Guardia di Finanza.

E’ pensiero diffuso che l’azione dei tagliagole sia un pericolo per il futuro della clinica Sant’Anna Hospital, perché le loro trame ritornate in pista negli ultimi tempi, stanno annientando il lavoro di tutti ed il futuro di una struttura, dove il personale professionalmente considerato un’eccellenza non è zavorra e non è merce di scambio. Cesare non può morire colpito da più pugnali.