«Troviamo uno zingaro e gli intestiamo le società». E’ il sistema di “testa di legno”, dell’intestazione fittizia di attività o di quote societarie, quello che nell’ultima attività della Dda di Roma è emerso come metodo della ‘ndrangheta che operava nella capitale. Lo schema è sempre quello ormai consolidato ed ampiamente rodato, che aggira i sequestri operati dalla magistratura e rimette in attività compendi societari ed attività commerciali usando lo strumento dell’intestazione fittizia. Questo avveniva nella capitale secondo quanto è emerso dall’attività di indagine e tutto faceva capo alla cosca degli Alvaro, una delle potenti ‘ndrine della provincia di Reggio Calabria.
Il “sistema Alvaro”, così l’ha definito l’antimafia di Roma, è sempre lo stesso: fare girare il denaro tra una società e l’altra, trovare le teste di legno adatte per schermare le attività o le quote sociali delle attività acquisite, fino a trovare nel momento in cui magistrati e forze dell’ordine proseguono le indagini, un fantoccio a cui intestare tutto. Anche perché fare ricorso allo strumento dell’intestazione fittizia, rappresenta una via di uscita, considerato che è un reato per il quale è difficile essere arrestati. La “prestanome” come nell’operazione effettuata dalla Dda di Roma è molte volte donna, intestataria e nullatenente di quote societarie secondo il sistema che deve resettare tutto e continuare ad alimentare una economia drogata, focalizzata al crimine, alle frodi fiscali, al riciclaggio ed autoriciclaggio di somme di denaro di illecita provenienza.
Ripartiamo da qui nella “definizione del rischio” secondo un percorso di verità che riguarda il Sant’Anna Hospital, la clinica catanzarese, che sembra essere diventata il centro di interessi non narrabili, che fanno riferimento agli ambienti della massomafia, quella criminalità di alto livello, i cui punti di contatto sono ricorrenti con altre vicende giudiziarie, non ultima quella della Dda di Roma.
Tutto rinasce nell’Assemblea dei Soci del 7 giugno 2022, chiamati a modificare alcuni articoli dello Statuto e, più precisamente il vincolo di prelazione riconosciuto fra i soci in occasione di cessione delle quote azionarie, una prescrizione che negli anni aveva tenuto al coperto la proprietà aziendale, saldamente ferma e divisa all’interno della famiglia Frontera. Ma, i tempi sono cambiati per la vicenda “Cuore Matto” che ha messo fuori campo per azione della magistratura locale la “magnifica coppia”, i coniugi Failla-Frontera che per anni hanno governato di fatto la clinica catanzarese, spartendosi incarichi di vertice, la presidenza e la direzione generale, peraltro lautamente pagati con contratti di tutto rispetto. La direzione di marcia nel cambiamento, appena caduto il vincolo dell’interdizione, la impone Rosanna “Sally” Frontera che ritornata in pista, coperta da un nuovo CdA dei faccendieri Mariani, Coi e Galasso, impone il cambio di statuto e nell’Assemblea dei Soci si fa rappresentare dal commercialista padovano Alessandro Castellini, molto conosciuto in ambito giudiziario, quello che diventa di fatto il suo migliore alleato nel programma di “rilancio” della clinica catanzarese. http://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-il-ritorno-di-rosanna-e-la-finanza-creativa-dietro-le-teste-di-legno-sullasse-roma-padova/
Il “rilancio” è da intendersi come un tuffo carpiato all’indietro, una specie di salto al buio e dentro un metaverso inquinato, affollato di faccendieri, vecchi truffatori e colletti bianchi generalmente collusi. Questo è il materiale umano dove attinge generalmente Rosanna “Sally” Frontera, usando i buoni uffici di Alessandro Castellini e, così scopriamo perché viene fuori come un fungo tossico Giuseppe Mussari, meglio conosciuto per le sue (in)capacità di governo nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena, il crack finanziario dell’allora terzo istituto di credito italiano. Sarà lui, Giuseppe Mussari, a prestare la consulenza a Rosanna “Sally” Frontera nella stesura dei nuovi articoli dello statuto di Villa Sant’Anna Spa, abolendo di fatto il diritto di prelazione fra i soci ed aprendo la porta a nuove formule, a nuove società schermate, a nuove ipotesi di trasferimento dei compendi societari all’interno di gestioni che rispondono ai criteri dei trust, meglio definibili come società fiduciarie.
Tutto si muove secondo uno schema preordinato, per alcuni versi sovrapponibile a quello messo in evidenza dalla Dda di Roma e, secondo un camminamento che si ricollega a metodi e sistemi riferibili alla massoneria, quella nata e cresciuta secondo gli insegnamenti di Licio Gelli e della P2. Ecco perché ritroviamo nella narrazione Giuseppe Mussari, figlio protetto delle obbedienze toscane, le cui relazioni sono strettamente connesse con le logge pesaresi, da dove arriva nella storia del Sant’Anna Hospital, un altro massone certificato, Davide Bonetti, strettamente legato in affari ed in guai giudiziari ad Alessandro Castellini. https://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-da-pesaro-le-prove-dellintervento-diretto-della-massoneria-deviata/
Il cambio di passo, quello che si definisce “sistema Sally” e che segna le ultime vicende del Sant’Anna Hospital, si sovrappone al “sistema Alvaro” giusto per evidenziare quei punti di contatto che sono la dichiarazione di una procedura a valenza criminale, che a Roma la Dda ha inquadrato nel metodo di ‘ndrangheta e di riciclaggio, quello che nei fatti sta avvenendo a Catanzaro, usando la clinica già centro di eccellenza cardiochirurgica. Nasce così Sanità Futura sas e, nell’atto costitutivo si materializza Davide Bonetti, che in quella sede rappresenta Fidimed Fiduciaria, il trust dove sono state congelate il 77 per cento delle quote societarie di Villa Sant’Anna Spa, ma soprattutto si materializza il “metodo delle teste di legno”, quello che è reato difficilmente rintracciabile, che è il sistema della ‘ndrangheta finanziaria, quella che anche nella clinica catanzarese ha un suo riferimento geograficamente inquadrabile nel comune di Limbadi e nella famiglia Mancuso. Testimonial e garante degli interessi è Cesare Pasqua, il direttore sanitario voluto dalla massomafia e messo a cavallo dai faccendieri del CdA Mariani, Coi e la Galasso, ovviamente con bene placido di Rosanna “Sally” Frontera, di Alessandro Castellini e la benedizione delle obbedienze.
Riciclaggio, autoriclaggio, frode fiscale ed altri reati sono il filo di una narrazione che attraversa la penisola italiana, come scrive in data 3 settembre 2022 il Sole 24 Ore, comunicando la chiusa inchiesta e la richiesta di rinvio a giudizio di Davide Bonetti, da parte della procura di Milano sulla vicenda Health Italia trasformatasi in A1 Holding, nella sua qualità di direttore generale di Fidimed Fiduciaria in violazione delle regole quale finanziaria statica, nonché per abusivismo finanziario. E’ lo schema “Alvaro” che si materializza anche nella vicenda del Sant’Anna Hospital, fatto di società schermate ed in particolare usando il metodo delle “teste di legno”, quello che resta un reato nella città di Roma, come accertato dalla Dda, mentre a Catanzaro diventa un opzione non ancora identificata da parte della procura di Nicola Gratteri.
E’ fatto oggettivamente inappellabile che il metodo delle “teste di legno” sia quello che fa capo al “sistema Sally”, se è vero che Sanità Futura viene amministrata da tale Mario Sabatini, socio senza quote, di una società in accomandita semplice, socio di maggioranza di Villa Sant’Anna Spa. A Sabatini in qualità di testa di legno, si aggiunge l’altra “testa di legno” di genere femminile, riportandoci alla recente operazione della Dda di Roma, quella che si materializza nella città di Pesaro, con la signora Costanza Ceccolini amministratore e socio unico di Axum Srl, che a sua volta detiene l’intero pacchetto azionario di Fidimed Fiduciaria. Questo è il percorso che si incrocia fra diverse società, fiduciarie, trust, dove l’oggetto sociale è sempre indistinto o meglio riferibile al comparto finanziario, mai imprenditoriale, quello che accende il dubbio e conferma il reato.
Questo è lo scenario ricostruito documentalmente, anche con ammissioni di colpa, che ci conferma che la vicenda del Sant’Anna Hospital sia perfettamente inquadrabile nel quadro dei reati a connotazione di ‘ndrangheta, di riciclaggio e autoriciclaggio seguendo una direttrice opaca e di collaborazione con la massoneria rappresentata da Bonetti, con la criminalità finanziaria da Castellini e la regia dal “Cuore Matto” della signora Rosanna “Sally” Frontera.
L’appuntamento resta quello del 15 novembre p.v., quello dell’Assemblea dei Soci di Villa Sant’Anna Spa che dovrà reintegrare il CdA, nominando chi dovrà sedere al posto di Mariani e Coi. Solo allora capiremo quale sarà lo scenario futuro, se la famiglia Mancuso di Limbadi avrà un posto nel board della clinica, o se seguendo una logica di stupidità, troveremo la riproposizione del vecchio sistema di famiglia, magari lasciando un posto disponibile per Giuseppe Failla, per gli amici Gino… il principe consorte che ha abbandonato l’esilio della Balmoral di Calabria.