Che fine ha fatto il concorso docenti? Anief: “Il Miur è in alto mare”

Dal Miur continuano ad arrivare pericolosi indizi di mancata programmazione nell’organizzare il concorso a cattedre previsto dalla riforma della scuola: come se non bastassero i ritardi della pubblicazione dei bandi, fuori tempo massimo di quasi tre mesi rispetto a quanto indicato dal comma 114 della Legge 107/2015, le esclusioni illegittime di dei giovani laureati, dei precari non abilitati con 36 mesi di servizio, dei docenti di ruolo, oltre che degli specializzandi nel sostegno e abilitandi nelle discipline, le tante incongruenze nello svolgimento delle prove, si apprende con stupore che ancora oggi le amministrazioni devono verificare la disponibilità delle aule informatiche dove si dovrebbero svolgere le prove scritte della selezione.

In considerazione dell’elevato numero di candidati attesi, almeno 200mila, l’amministrazione sta procedendo ad “una sensibilizzazione delle scuole per reperire un numero maggiore di postazioni disponibili per garantire il corretto espletamento della procedura”.

Con la nota, la n.354, indirizzata ai dirigenti scolastici e agli Usr, si spiega tale necessità e si indica agli Uffici scolastici regionali, di procedere entro domani, 19 febbraio, “alla verifica degli standard richiesti mediante la piattaforma predisposta dal Cineca”. Il Miur ricorda, inoltre, che nell’aula informatica dovrà essere presente almeno una postazione collegata ad internet, ad uso della commissione, mentre le postazioni dei candidati non dovranno essere collegate al web.

Marcello Pacifico (presidente Anief): “questo dimostra che la tanto ‘strombazzata’ scuola digitale in via di attuazione, con tutte le scuole italiane pronte al registro elettronico e alle pagelle on line, non è che l’ennesimo spot da far digerire all’opinione pubblica.

La verità è che al Ministero non hanno, ad oggi, ancora cognizione di quali sedi ospiteranno le prove d’esame del concorso a cattedre. Nemmeno si trattasse di verifiche d’alta ingegneria informatica, dal momento che per questo concorso serviranno solo dei pc con all’interno un comune word processor, senza neanche la scheda di rete visto che il collegamento internet è proibito.

Se a questo aggiungiamo che lo stesso Ministero dell’Istruzione non avrebbe ancora definito la distribuzione dei posti da suddividere tra i 63.712 da assegnare ai vincitori del concorso, poiché su questo tema il Miur sarebbe in procinto di organizzare un incontro con le organizzazioni sindacali, ci rendiamo conto di come il pressapochismo e l’annuncite acuta siano le caratteristiche principali di questa tornata concorsuale. Destinata, ormai è assodato, a svolgersi non solo nei laboratori informatici e nelle aule scolastiche ma anche – conclude il presidente Anief – in quelle dei tribunali”.

A questo punto, detto che a sentire il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini le prove scritte nelle aule informatiche si svolgeranno già nel prossimo mese di marzo, il sindacato reputa la ricognizione sui siti informatici nelle scuole a dir poco tardiva: “come si fa, infatti, a somministrare tra pochissime settimane gli otto quesiti, di cui due in lingua inglese, dal momento che ancora non si conoscono le 10mila aule informatiche dove svolgere le prove?”