Chiacchiericcio: lo strano feeling Catizone-Occhiuto (di Gianni Colistro)

La Catizone

Eva Catizone riconsegna la fascia  tricolore (simbolicamente per fortuna) a Mario Occhiuto.  Oltre agli opposti anche i simili si attraggono.

La Catizone, per quel periodo che è  stata sindaca, ha distrutto la toponomastica cosentina con furia iconoclasta dimostrando mancanza di rispetto per la storia. Ha chiuso poi corso Mazzini rendendo evidente un basso livello di civiltà.

Imitata qualche anno dopo da Mario Occhiuto che ha proseguito nell’opera di distruzione della cittadina bruzia, chiudendo strade e piazze.

La gravità sta nel fatto che Mario Occhiuto è un architetto e dovrebbe quindi  conoscere l’importanza delle strade. Ma il suo comportamento mi fa pensare che la sua laurea sia stata conseguita senza approfondire gli studi. Ma solo e soltanto per scrivere architetto sulla targhetta del citofono.

La strada è sinonimo di commercio. Se chiudi le strade e le piazze, di conseguenza stronchi le attività commerciali per come ha fatto Occhiuto. Mi meraviglia una sola cosa, e non riesco a capirla. A sfiduciare Occhiuto non dovevano essere i consiglieri ma bensì i commercianti.  Che sono stati schiacciati dall’ex sindaco che si permette di avanzare anche la pretesa di essere rieletto.

Quel che è ancora più grave è la difesa di costui presa da alcuni personaggi. Ne riporto qualcuna.  Mimmo Tallini, coordinatore di Forza Italia a Catanzaro.

“La vicenda Cosenza che vede il sindaco sfiduciato a pochi mesi dal voto, non riguarda solo la Calabria ed è più preoccupante di un complotto tra i soliti noti, perché pone all’opinione pubblica nazionale interrogativi gravi sui rischi che la democrazia e il sistema politico corrono”. Quale democrazia, Tallini ?

La democrazia è esistita solo e soltanto ai tempi di Pericle ad Atene molti anni prima di Cristo. In Italia, Tallini, dov’è questa democrazia, se il signor Napolitano, come Presidente della Repubblica, si è arrogato un diritto che la Costituzione non gli dava nominando tre presidenti del Consiglio, prima Monti, poi Letta e infine  l’attuale “faccio tutto io”, Renzi, strafregandosene del popolo. La parola democrazia significa potere del popolo dal greco demos, popolo e Kratea, io governo. E in Italia, come dicevo, non c’è.

Per tornare alla sfiducia del sindaco cosentino, faccio rilevare a Tallini che dal 1948 a oggi  molti sono stati i sindaci costretti alle dimissioni. Non capisco quindi questi piagnistei di Occhiuto.

Vincenzo Trotta, dirigente forzista, parla di città più bella. Se la bellezza per Trotta è chiudere le strade e le piazze e affossare il commercio,  è veramente lontano anni luce dalla realtà urbanistica. Caro Trotta, Cosenza è un paese di appena 60 mila abitanti. Occhiuto ha tolto alla nostra cittadina la funzionalità e la vivibilità che Giacomo Mancini le aveva dato, perché al contrario di lei e di Occhiuto era un grande conoscitore del cosentino. Signor Trotta, perché una mattina non prende la macchina e si fa un giro per Cosenza?  Perché ho l’impressione che lei  parli senza conoscere la tragicità della viabilità a Cosenza.

E per concludere vorrei invitare il capo redattore della Gazzetta del sud di Cosenza, Badolati, a specificarmi quali sono le grandi opere che Occhiuto avrebbe dovuto scoprire e i grandi eventi culturali che egli  aveva organizzato. Sono curioso.

Gianni Colistro