Ciao “Furia”: Reggio e Cosenza piangono la scomparsa di Battista Missiroli

Il Cosenza 1980-81. Da sinistra in alto: Missiroli, Labellarte, Bacilieri, Lattuada, Rocco, Reggiani. Accosciati: Tortelli, Prima. Renzetti, Zottoli e D'Astoli

Reggio Calabria e Cosenza sono accomunate stamattina dal ricordo di Battista Missiroli, un calciatore che ha dato tanto ai colori amaranto e rossoblù e che è scomparso prematuramente nella serata di ieri, a 63 anni.

Missiroli, che è il papà di Simone, il forte talento del Sassuolo, era ravennate di origine ma si era stabilito a Reggio Calabria da molto tempo. Il legame con la città dello Stretto si era cementato a metà degli anni Settanta quando Missiroli aveva militato per diversi anni nella Reggina in un periodo storico difficile, nel quale la squadra amaranto si dibatteva in Serie C senza infamia e senza lode.

E’ per questo che nel 1978 Missiroli aveva deciso di venire a Cosenza e di accettare le offerte del presidente della Morrone (la gloriosa seconda squadra cittadina) Elio Spadafora, anche se la squadra giocava in Serie D. Insieme a lui, da Reggio Calabria, salì anche Giancarlo D’Astoli, cosentino purosangue, che certamente lo aveva convinto.

Quel campionato non andò bene ma l’anno successivo Spadafora rilevò il Cosenza Calcio e così Missiroli si ritrovò con la maglia rossoblu in un campionato memorabile di Serie C2, vinto dopo mille vicissitudini con alla guida un allenatore carismatico come Nedo Sonetti.

Il Cosenza 1979-80. Da sinistra in piedi: Tortelli, Missiroli, Lattuada, Rocco, Reggiani. Accosciati: Rappa, Ranieri, Perrotta, D’Astoli, Tucci, De Chiara

Missiroli era un uomo di fascia e non a caso il soprannome che gli avevano affibbiato già a Reggio e che ovviamente aveva mantenuto a Cosenza era “Furia”. Missiroli, come il cavallo del West, andava su e giù per la fascia destra con i suoi lunghi capelli al vento e non si fermava mai. Un calciatore che ha raccolto troppo poco rispetto a quello che ha seminato. La formazione di quella squadra i cosentini la ricordano a memoria: Lattuada, Tortelli, D’Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani, Rappa, Missiroli, Perrotta, De Chiara, Tucci.

Missiroli rimase a Cosenza anche l’anno successivo ma la morte di Elio Spadafora, quando il Cosenza aveva chiuso il girone d’andata al secondo posto, rovinò tutto e si arrivò addirittura alla retrocessione.

“Furia” allora se ne tornò a Reggio e non si mosse più creando i presupposti per la carriera del figlio Simone, che è uno dei migliori talenti del calcio italiano e che ha mosso i primi passi proprio con la Reggina, che intanto era passata a Lillo Foti.