Ciao Tonino Luci, guerriero democristiano

La notizia è arrivata improvvisamente ed ha colto di sorpresa tutti. E’ morto Tonino Luci, funzionario del Comune di Cosenza, in pensione da pochi mesi, universalmente benvoluto (da tutte le fazioni politiche, nessuna esclusa) per il suo savoir faire e la sua simpatia istintiva e spontanea. In particolare, era il “dominus” dell’Ufficio di Presidenza, dove si fanno le Commissioni, ed era di una precisione assoluta, quasi svizzera (al netto delle cazzate occhiutiane).

Tonino Luci ha legato indissolubilmente il suo nome alla politica, alla Democrazia Cristiana e a due uomini politici, Franco Santo e Franco Bruno, con i quali ha avuto un rapporto di lavoro e di collaborazione decisamente speciale ed unico. Per tutta la durata della carriera politica di Franco Santo, ma principalmente nei tre anni nei quali è stato sindaco di Cosenza (dal 1986 al 1989), Tonino Luci è stato un punto di riferimento costante ed insostituibile: era l’anima di ogni sua segreteria in ogni competizione elettorale ma non solo, perché era anche il suo “consigliere” più fidato ed ascoltato. In un primo momento, Santo era alla guida di un’alleanza che oltre ai democristiani comprendeva Psdi, Pri e Alleanza socialdemocratica. Entrato in carica nel luglio 1986, si dimise nel settembre dell’anno dopo. Riottenuto l’incarico, la sua esperienza di governo continuò fino al 1989 quando si riaprì la crisi a causa del fermento nel mondo socialista, con gli scontri tra le diverse correnti che all’epoca comprendevano personaggi come Giacomo Mancini, i fratelli Gentile, Sandro Principe, Salvatore Frasca, Saverio Zavettieri.

Non a caso, oggi, nel giorno doloroso della sua scomparsa, il messaggio più bello e significativo è arrivato proprio da Luigi, il figlio di Franco Santo.

“Al di là del rapporto simbiotico che per oltre 30 anni ha legato Tonino Luci a mio padre, egli sino ad un certo punto è stato importante per me.
Da bambino con i calzoni alla zuava, dai modi cortesi e perfetto italiano, con lui ho imparato a conoscere i quartieri di Cosenza. Tutti. A rapportarmi con ogni genere di ambiente, a distinguere il malandrino vero dallo spadaccino. Senza paura. Perché se c’era Tonino, problemi non ne avevi”. 

Tonino Luci era davvero così: conosceva ogni angolo e ogni quartiere della città, all’epoca delle circoscrizioni non c’era lista o partito che potesse tenergli testa e anche i cosiddetti “delinquenti” lo rispettavano profondamente, esattamente come la gente bisognosa. La sua missione, prima ancora che politica, era cristiana nel vero senso del termine. Un guerriero democristiano, se dovessimo sintetizzare la sua essenza.

Chi vi scrive l’ha conosciuto ai bei tempi di Cam Teletre, una delle prime televisioni private cosentine, che attraverso Ciccio Dinapoli, l’indiscusso deus ex machina dell’emittente, era stata fondamentale per le fortune politiche di Franco Santo e in particolare per la sua elezione a sindaco (all’epoca non c’era l’elezione diretta). Eravamo alla fine degli anni Ottanta e intorno a Santo si era formato un gruppo compatto di giovani professionisti, del quale Tonino Luci era uno dei massimi protagonisti, insieme a Franco Bruno giovanissimo presidente della sesta circoscrizione (quella di San Vito), Alessandro Speradio, Cenzino Massaro, Tommaso Scigliano, Tonio Stramazzo, Lillino Citrigno, Salvatore Perugini stesso e molti altri ai quali chiediamo scusa per non averli citati.

Impossibile non legare con Tonino, uomo sincero e schietto, dalla battuta pronta e fulminante, leale fino alle conseguenze più dure nel suo modo di fare politica e comunque sarcastico e dissacrante come nessuno nell’ironizzare sugli inevitabili lati oscuri dell’estabilishment della Prima Repubblica, con la “sua” Democrazia Cristiana in prima fila. Ci siamo fatti un sacco di risate sincere dietro la politica “ufficiale” e l’incontro con lui è stata una palestra di vita insostituibile per me, che iniziavo proprio allora a buttarmi in quell’arena. Indimenticabile.

Successivamente all’esperienza di Franco Santo sindaco, Tonino Luci aveva poi seguito da vicino Franco Bruno nella sua ascesa politica, che dalla circoscrizione di San Vito l’ha portato fino in Parlamento. Gli ha fatto da fratello maggiore e guardia del corpo, l’ha messo in guardia dagli avversari e gli ha consigliato le alleanze e il loro sodalizio è diventato sotto certi aspetti leggendario, visti i risultati – soprattutto elettorali – ottenuti senza nessuna grande organizzazione alle spalle. Dal 2006 al 2011, poi, era tornato in prima linea dopo l’elezione a sindaco di Salvatore Perugini, che aveva riportato Franco Santo alla politica attiva nel ruolo di capogabinetto. Santo si era poi spento il 17 gennaio del 2013 a 72 anni e non c’è dubbio che se ne fosse andata con lui anche una parte di Tonino.

Le esequie saranno celebrate domani, 21 aprile, alle 16,30 nella parrocchia della Sacra Famiglia di Andreotta di Castrolibero, dove martedì’ 23 aprile alle ore 11 sarà celebrata la Santa Messa. (g. c.)