Corigliano-Rossano, “118” senza medico. Autista e infermiere aggrediti, morto il paziente

Senza medico – e solo con l’autista e l’infermiere – l’equipaggio del 118 di Rossano, inviato per un intervento in codice rosso, ha subito l’aggressione dei familiari del paziente in fin di vita. E’ stato necessario l’intervenuti dei carabinieri per calmare gli animi, mentre il paziente è deceduto.

E’ accaduto allo Scalo dell’area Urbana di Corigliano da dove è partita la chiamata alla centrale del 118 per un intervento urgente classificato come codice rosso. Dalla centrale è stato chiamato l’equipaggio della postazione del Giannettasio, pur essendo a conoscenza che lo stesso era privo di medico, per intervenire nella via Nazionale dello Scalo ausonico per un caso di paziente colpito da infarto. Giunto sul posto autista ed infermiere hanno dovuto subire le rimostranze verbali di un gruppo di cittadini romeni, familiari del paziente, per presunti ritardi (ovviamente non addebitabili alla equipe).

I sanitari, tuttavia, sarebbero saliti nell’appartamento ubicato al secondo piano dove avrebbero constatato che il paziente era in fin di vita. Le aggressioni dei familiari, a questo punto, si sarebbero accentuate ed agli operatori del 118 non è rimasto altro da fare che avvisare la centrale che a sua volta ha avvisato i carabinieri. Lo stato d’animo dei parenti sarebbe scaturito dal fatto che in precedenza, avrebbero ricevuto la risposta negativa dalla centrale per l’invio dell’elisoccorso per l’impossibilità di decollare col buio. Nel frattempo alla presenza dei militari il paziente è stato trasportato all’ospedale del centro storico ausonico dove si sarebbe constatato il decesso per arresto cardiaco, tra le proteste ancora più marcate e non più semplicemente verbali. Perciò scortati dai carabinieri i due operatori avrebbero raggiunto l’ambulanza per fare ritorno a Rossano.
Un episodio che evidenzia  come da tempo le postazioni del 118, continuano ad essere lasciate, nella maggior parte dei casi, prive del medico anche per situazioni di codice rosso e “mandate al fronte” con il rischio di subirne aggressioni da pazienti e familiari. Fonte: Gazzetta del Sud