Corigliano-Rossano, Facciolla: “Incredibile: case abusive tutte condonate”

Il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla ha lavorato a lungo all’inchiesta Flumen luto e dovendo partire dalle origini ha doverosamente ricordato l’esposto-denuncia delle associazioni ambientaliste e di Libera. “Un esposto che, va detto, è rimasto inascoltato – ha detto in conferenza stampa Facciolla – esattamente come l’allarme che veniva dall’alluvione del 2015. Da allora sono passati ormai tre anni e si è continuato a costruire come se nulla fosse accaduto. A Rossano sono stati realizzati 21 edifici in zone R4 e R3, e quindi ad alto rischio, 14 dei quali senza permessi a costruire. A Corigliano addirittura 104 gli edifici realizzati in aree di grave rischio idrogeologico, 83 dei quali senza permessi e 10 non si capisce bene ancora come…”.

Facciolla a questo punto rivela che “la stragrande maggioranza degli edifici è stata sanata con condoni, determinando di conseguenza danni gravi anche sul piano processuale, visto che il condono determina anche l’espiazione del reato, che qualcuno aveva giustamente denunciato”. E chiarisce che “l’urgenza dei sequestri è stata determinata dall’assenza totale di opere per contenere il rischio idrogeologico: un vero e proprio rischio incombente per i cittadini”.

“Negli anni – ha aggiunto Facciolla – sono state trasformate intere porzioni di territorio demaniale, trasformati in agrumeti e piantagioni private al fine di intercettare contributi pubblici. A Corigliano ho riscontrato con mano l’esistenza in pieno centro urbano di scarichi fognari che confluiscono nei canali di scolo che un tempo erano alvei fluviali. Ciò comporta non solo un danno nelle aree circostanti ma anche inquinamento marino. A Rossano esiste una condotta totalmente abusiva nel torrente Citrea costruita dalla pubblica amministrazione. Per decenni non sono state fatte opere di bonifica degli alvei ed oggi diventa quasi impossibile farlo tecnicamente perché eccessivamente ostruiti. Questo spiega le ragioni dei continui allagamenti”.

“Abbiamo accertato cose incredibili – ha concluso Facciolla -: un alveo di 16 metri è stato ridotto a 50 centimetri, un torrente di 38 metri a 8… un altro da 118 metri a 18… Hanno deviato il corso dei fiumi: pubblica amministrazione e imprenditori hanno gravissime responsabilità e l’inchiesta è tutt’altro che conclusa”.