Corigliano-Rossano, l’Udc degli impresentabili: protagonisti e retroscena

Corigliano-Rossano, in questi giorni di fine quarantena, vive momenti di grande fermento politico. È in atto una discussione interessante in consiglio comunale intorno al nuovo statuto comunale, sui provvedimenti in sostegno all’economia e sul polo Covid. Discussioni, spesso accese e sopra le righe, che rendono vivaci, soprattutto sui social, le serate d’inizio estate.

Tra le più particolari di queste discussioni politiche merita una menzione di merito, se mai salto del fosso, ipocrisia e voltafaccia fossero qualità, la sorprendente rinascita dell’Udc cittadino. L’Udc non ha certo bisogno di presentazioni, essendo il più affollato ricettacolo di corrotti, riciclati, voltagabbana e farabutti del territorio calabrese.

Questa “straordinaria” operazione di rilancio del centrismo cattolico democratico ha il suo inizio con la candidatura del famigerato generale Giuseppe Graziano alle ultime regionali. L’operazione, che si concluderà con l’elezione a consigliere di Graziano, vede sin dall’inizio la spaccatura del nuovo gruppo da quello storico coriglianese costituito dai vari Pellegrino, Russo, Ferraro. Fin qui niente di particolarmente interessante. La vera rivoluzione “culturale” inizia il suo corso proprio in queste ultime settimane con la nomina – probabilmente con la sola imposizione delle mani – del nuovo gruppo dirigenziale al soldo del consigliere regionale.

Vengono scelti, con incarichi diversi, Carlo Di Noia, Marco Graziano, Alfonso Pietro Caravetta, Natalino Morrone. Ed è di queste ore la reazione, composta e costruttiva, sui social di Cataldo Russo. A commento di un logorroico comunicato stampa del coordinatore cittadino Di Noia (nomen omen), l’ex dirigente storico dell’Udc evidenzia due cose: come il “profeta”, alias Graziano, abbia bypassato la discussione democratica nel partito imponendo i suoi uomini ed in particolare il suo autista, Alfonso Caravetta, e l’ex estensore del programma politico di Civico e Popolare, Di Noia. In particolare è illuminante il pensiero su quest’ultimo (Di Noia è un cesso…).

La seconda cosa è l’atteggiamento passivo dei dirigenti nazionali e regionali. Ciò che appare ancora più divertente è che fino a poco tempo fa molti di questi nuovi virgulti erano schierati alle amministrative con Gino Promenzio ed il suo Civico e Popolare (Di Noia più volte, anche recentemente si è vantato d’essere la mente estentrice del programma elettorale di questa. Ed in verità questo spiegherebbe anche le ragioni della pesante sconfitta alle comunali).

Il particolare che rende succosa la storia è che l’avversario, oltre che Flavio Stasi, fosse proprio Giuseppe Graziano. Tralasciando anche i precedenti e feroci scontri con il Graziano durante il referendum per la fusione (argomento sempre al centro del Di Noia pensiero fino al giorno della nomina), più persone che parteciparono alle trattative ed agli incontri elettorali di quel periodo ci raccontano come, ad esempio, Caravetta ebbe una lunga liaison proprio con Stasi finita con la sua cacciata da parte dell’attuale sindaco (probabilmente è con questa azione che Stasi poggia la prima importante pietra della sua vittoria).

Da li la scelta, in un drammatico – per Promenzio viste le fortune che ha portato in dote – incontro in una pizzeria del centro storico in cui tutti si trovarono d’accordo nella tesi che “l’unico candidato con cui Civico 17 – l’associazione fondata da Caravetta – non avrebbe mai potuto trovare un accordo è Giuseppe Graziano”. Da qui varie affermazioni la cui più gentile era “massomafia”. Oggi, quelli che furono feroci avversari di Graziano, ne diventano alleati e dipendenti. Interessante contributo a Graziano arriva anche dall’area ex sostenitrice di Mario Oliverio con l’illuminante epifania di Marco Graziano, fratello di quell’Antonello già candidato con Oliverio alle regionali. In tutto questo, oltre a comprendere che impresa titanica ha dovuto affrontare Gino Promenzio con siffatti alleati (si hanno notizie di puttane più fedeli), capiamo bene lo stato d’animo che spinge oggi Cataldo Russo nelle sue valutazioni. Siamo certi che a breve avremo altre straordinarie prove di salto del fosso.