Coronavirus, 43° giorno. “Se avessimo mollato, al Sud avremmo avuto tante Codogno”

“Senza misure in 6 mesi avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti e feriti”. Così l’epidemiologo Giovanni Rezza, a capo delle Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), durante la conferenza stampa odierna sul focus epidemiologico.

“Se avessimo mollato al Sud avremmo avuto tante Codogno” precisa Rezza, che è anche membro del comitato tecnico scientifico della Protezione civile, parlando di “moderato ottimismo” per le regioni del Sud Italia.

Lieve calo della curva epidemiologica – Rezza parla quindi “di un lieve calo della curva epidemiologica” che dovrà comunque essere confermato “nei prossimi giorni”. Sulla mortalità che resta alta “perché legata ai soli casi positivi” si sta sviluppando una ricerca “che tiene conto anche dei positivi, ma asintomatici”.

R poco sotto l’1 – “La curva dei nuovi casi” in Italia “mostra una sorta di plateau, forse una lieve diminuzione, ma non possiamo essere confidenti su quello che sta accadendo. Intorno al 9 marzo l’R (tasso di contagiosità, ndr) è sceso sotto di poco sotto l’1 a livello nazionale” spiega l’epidemiologo.”Dobbiamo essere molto cauti sui modelli: abbiamo dei segnali cautamente positivi, la trasmissione sta diminuendo nelle aree più colpite, la curva dei casi si sta appiattendo e forse è il preludio a una iniziale e graduale diminuzione nel numero di nuovi casi. Ma bisogna essere molto cauti: il virus non ci mette niente appena si allentano le misure a riprendere la circolazione in maniera molto attiva”.

Per Rezza “se avessimo fatto ‘scorrazzare’ il virus rapidamente in 6 mesi avremmo esaurito l’epidemia ma lasciando morti e feriti, gli ospedali sarebbero stati sopraffatti, le terapie intensive non avrebbero saputo a chi dare i resti. Abbiamo cercato di tenere bassa l’intensità di circolazione del virus e i dati italiani sembrano confermare che queste misure iniziali di contenimento e distanziamento sociale, dure e rigore, stanno dando i loro effetti”.

La fase 2 dovrà essere graduale – Quando l’emergenza sarà conclusa e si passerà a una fase 2, ha continuato, “ci sarà un riavvio delle attività produttive, ma bisognerà rafforzare molto il controllo sul territorio: identificazione precoce dei casi, isolamento, essere pro attivi sulle misure di controllo a livello locale e sviluppare strategie per minimizzare la trasmissione ad esempio nei nuclei familiari e tra gli operatori sanitari. Gli ospedali e le Rsa hanno fatto un po’ da amplificatore dell’epidemia: una fase 2 dovrà essere graduale con con interventi molto mirati e pro attivi per minimizzare la circolazione virale”, conclude.

Iss: oggi nuova circolare su uso tamponi “- Oggi uscirà una nuova circolare del ministro della Salute che andrà a precisare come valutare l’uso dei tamponi e come valutarlo in una fase 2. Per noi è molto importante in questa fase successiva intercettare i casi sul territorio, è questa la sfida” dice il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel punto stampa sull’andamento dell’epidemia.