Coronavirus, 52° giorno. Come funzionerà la vita nella “Fase 2”

di Fiorenza Sarzanini

Fonte: Corriere della Sera

Tre strutture che lavorano in coordinamento, venti giorni di tempo, un unico obiettivo: far ripartire le attività senza far nuovamente impennare il numero dei contagi da coronavirus. È l’ obiettivo dichiarato dal governo in vista del 4 maggio 2020, quando comincerà la «fase 2». La ripresa sarà «graduale», dipenderà dalla curva epidemica, dunque dall’ andamento dell’ R0, e potrebbe essere diversificata tra le Regioni.

«Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza», si è impegnato il premier Giuseppe Conte. Ma il nuovo comitato diretto da Vittorio Colao, gli scienziati e i tecnici di Palazzo Chigi – i tre organismi incaricati di pianificare la ripresa – lavorano comunque a una pianificazione che dovrà essere attuata nei prossimi venti giorni. Il nuovo gruppo di lavoro che dovrà «individuare modelli organizzativi e relazionali» è già attivo, alcune linee guida sono state comunque già decise e inserite nel decreto che entra in vigore martedì 14 aprile.

E avranno valore quando altri imprenditori, commercianti e professionisti potranno ricominciare l’ attività. Sempre con la stessa raccomandazione: evitate baci e abbracci e mantenete la distanza tra le persone di almeno un metro.

Uffici e negozi dovranno essere puliti due volte al giorno.

Prima dell’ apertura e in una pausa quotidiana si dovrà provvedere al lavaggio degli ambienti e alla sanificazione.

Dovranno risultare puliti anche i sistemi di areazione dei locali. Gli erogatori del disinfettante per le mani dovranno essere sistemati all’ ingresso dei locali. Per gli uffici si dovrà provvedere anche a sistemare gli erogatori «accanto a tastiere e schermi touch». I negozi e gli uffici pubblici dovranno avere un erogatore accanto alle casse e per chi utilizza il sistema di pagamento con i Pos. Chi lavora a contatto con il pubblico dovrà indossare guanti e mascherine. Gli stessi dispositivi sono raccomandati negli uffici e obbligatori quando non è possibile garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro. I guanti usa e getta dovranno essere indossati anche per chi acquista alimenti e bevande.

Orari più lunghi e ingressi scaglionati per negozi e uffici aperti al pubblico. La misura di riferimento per i locali è 40 metri quadri. In questo caso potrà «accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori». In caso di locali più piccoli dovrà essere garantito il rapporto di un lavoratore e un cliente mantenendo la distanza di almeno un metro. Per quelli «oltre 40 metri quadri l’ accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita». Il calendario sarà stilato in base alle necessità dei cittadini e – se la curva scenderà – potrebbe prevedere alcune riaperture entro il 15 maggio.

Parrucchieri e centri estetici, così come i bar e i ristoranti sono in fondo alla lista delle riaperture perché ritenuti troppo a rischio contagio per la difficoltà di mantenere le distanze. Chi si occupa della cura delle persone potrà lavorare solo su appuntamento per garantire il rapporto di un lavoratore per un cliente. E dovrà sempre avere mascherine e guanti.

Molto rigide anche le regole per bar e ristoranti: dovranno sempre garantire almeno un metro tra lavoratore e cliente al bancone, mentre nelle sale la distanza tra i tavoli dovrà essere di almeno due metri per garantire il passaggio in sicurezza dei camerieri.

Le corse di autobus e metropolitane – infine – dovranno essere intensificate perché a bordo si potrà stare soltanto seduti ma non tutti i posti potranno essere occupati per mantenere la distanza tra le persone. Ci sarà uno scaglionamento agli ingressi delle stazioni per evitare qualsiasi tipo di assembramento, così come alle biglietterie.