Coronavirus: i focolai di San Lucido, Montebello e Catanzaro e l’inerzia della Regione per i posti letto a Cosenza

San Lucido, Montebello Jonico, Catanzaro. Sono questi i tre maggiori focolai aperti in Calabria che preocupano la gente e purtroppo evidenziano in maniera impietosa l’incapacità di chi ci governa. Jole Santelli (da Roma) viene mandata costantemente allo sbaraglio: un giorno dice che attiverà 400 posti di Terapia intensiva, poi annuncia la richiesta di intrvento dell’Esercito, poi torna a dire che la Calabria può contare su mille posti letto che esistono solo nella sua fantasia e oggi non si sa bene che cosa le diranno di dichiarare…

I due burocrati che sono stati nominati, il potentissimo Domenico Maria Pallaria e l’uomo-topo, al secolo Antonio Belcastro, sono in pieno marasma e non riescono a capire che l’unica soluzione possibile è quella di liberare posti letto trasferendo i paziento ordinari in altri ospedali individuando così tre massimo quattro presidi dedicati esclusivamente al Covid 19. C’è da augurarsi che lo capiscano presto invece di andare dietro a improbabili “pezze” che sono peggio del buco, attraverso operazioni logistiche che di logico hanno poco. E Cosenza è il caso più eclatante: sono praticamente finiti i posti letto a Malattie infettive e non si riescono ad attivare i nuovi 18 recuperati con lo spostamento di Ematologia perché ancora non è stato spostato l’ambulatorio (sempre di Ematologia) e non vengono liberati gli altri reparti, in maniera da rendere disponibili infermieri e Oss per il reparto di Malattie infettive “allargato”.

Con la speranza che il Policlinico a Catanzaro venga allestito al più presto per dare ossigeno al Pugliese che comincia ad andare in affanno e servire anche le province di Crotone e Vibo. A Reggio – dove alla Santelli neanche la conoscono – hanno la fortuna di avere un grande ospedale.

Ma torniamo ai focolai. A San Lucido siamo arrivati addirittura a sei casi e si sta lavorando per snidare altri possibili contagiati che si starebbero “nascondendo”. C’è ch propone il fatidico “tampone di massa” ma non mancano, tuttavia, le critiche anche virulente alla Santelli e al suo “suggeritore” cetrarese che avrebbe imposto l’isolamento del paese.

A Montebello Jonico invece pare che si sia individuata la fonte del contagio e quindi si sta intervenendo con maggiore cognizione di causa mentre a Catanzaro il caos è esploso nel reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Pugliese, dove un paziente dializzato ha contagiato 6 infermieri, un medico e altri tre pazienti dializzati dello stesso turno. Si spera di aver preso in mano tutti i casi ma non ce n’è ancora certezza.

L’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” del capoluogo calabrese aveva già annunciato ieri la positività di un medico e 5 infermieri, contagiati dal primo paziente in dialisi. Poco fa ha emesso un nuovo comunicato. “Come da precedente comunicato stampa – si legge – l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” sta continuando l’azione di monitoraggio volta a circoscrivere il contagio da Covid 19 all’interno del servizio di dialisi; sono risultati positivi al virus, per quanto asintomatici, ulteriori tre pazienti (che effettuavano la seduta dialitica nello stesso turno del primo positivo) nonché un’infermiera, già allontanata dal servizio. In giornata – si legge ancora – dovrebbero essere completati gli esami su tutti i rimanenti pazienti soggetti a dialisi. Restano garantite, senza soluzione di continuità, le prestazioni dialitiche, anche a favore dei pazienti risultati positivi, ovviamente in sede separata“.

Questi sono i casi più spinosi e i maggiori focolai individuati in una situazione generale nella quale il contagio non è certo giunto ai livelli del Nord. Ma qui, rispetto al Nord, siamo lontani anni luce per la gestione dei posti letto e le facce dei nostri governanti e dei burocrati messi lì non si capisce a fare cosa, lo spiegano purtroppo in maniera eloquente.