Cosenza 13^ città d’Italia con più verde: ‘mmucca liù

Cosenza è sempre stata una bella città. Magari trascurata, abbandonata, lasciata a se stessa, ma una bella città. Cosenza è una città che ha tutto: il mare e la montagna a due passi, i casali tutt’attorno, un centro storico tra i più belli d’Italia, un centro città vivo e una storia che non ha niente da invidiare a nessuno.

Tutti i cosentini amano la città, nonostante le tante contraddizioni. E per quanto ne possiamo dire su di essa, magari in momenti di sconforto, alla fine, come due innamorati, si ritorna sempre “a fare pace”. Quante volte abbiamo desiderato di scappare da questa città, quante volte abbiamo detto che non ci merita, quante volte ci siamo sentiti dentro un vicolo cieco e nonostante tutto, quando partiamo, non vediamo l’ora di tornare. E non è solo una questione di affetti familiari, che si sa stanno alla base, ma anche attaccamento ai luoghi che vuol dire sentire propria la città: nel bene e male. Viverla dentro. Anche se tutti sappiamo che per gran parte dei cosentini vivere in una città come Cosenza, oggi, come ieri, è difficile. E’ difficile trovare un lavoro, è difficile farsi strada per meriti, è difficile curarsi, è difficile mantenere i figli, è difficile avere i servizi essenziali, alcune volte è difficile anche trovare la speranza. Se la qualità della vita dei cosentini si misurasse  analizzando realmente questi problemi Cosenza, in una eventuale classifica, neanche apparirebbe.

Ma non ci sono solo i problemi “sociali” a determinare la qualità della vita nelle città. Una città per essere “felice” ha bisogno di coniugare alla qualità della vita sociale anche la qualità dell’ambiente. Un binomio inseparabile. Se abbiamo un lavoro e poi non riusciamo a respirare per il troppo l’inquinamento, che ce ne facciamo del lavoro se siamo destinati a morire per mancanza d’ossigeno?

Da diversi anni a questa a parte, in Italia, diversi “enti” accreditati dallo stato, si prendono la briga di analizzare la qualità della vita nelle città italiane, stilando ogni anno un rapporto con annessa classifica. Tra queste spicca sicuramente Legambiente. Che come ogni anno produce un lavoro sulla stato di salute delle città italiane denominato “Rapporto Ecosistema urbano”, giunto alla  XXIV edizione. E lo fa prendendo in esame i 5 principali componenti ambientali, presenti in una città: aria, acqua, rifiuti, mobilità, energia. In base a questi componenti vengono individuati 17 indicatori, grazie ai quali ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. I punteggi assegnati su ciascun indicatore identificano, in parole semplici, il tasso di sostenibilità della città reale rispetto ad una città ideale.

Ora, non ci vuole uno scienziato per capire che questo genere di classifiche sono come la giuda Michelin: se paghi stai dentro, se non paghi sei fuori.  Perchè dalla posizione in classifica della città, spesso dipendono i finanziamenti. E poi come si fa a credere, con tutto l’amore per la nostra città, che Cosenza è  la tredicesima città per “verde urbano”. Non ci crede nessuno, nemmeno Occhiuto.

E vi dimostro subito come questa classifica è fittizia.

Solo l’anno scorso, la stessa Legambiente, nel XXIII rapporto, posizionava Cosenza al 33° posto.

Quindi Legambiente, solo 12 mesi fa, affibbiava criticità a Cosenza di non poco conto, infatti proprio per queste criticità risultava tra le peggiori città d’Italia:

Ora vi chiedo: com’è possibile fare un salto di 20 posizioni, ovvero passare dalla 33° posizione dell’anno scorso, alla 13^ di quest’anno, quando il problema della dispersione idrica a Cosenza si è addirittura aggravato? Oppure avete l’acqua a casa?

E non è finita qui. Sempre l’anno scorso.Legambiente, diceva peste e corna su di noi per quel che riguarda i consumi domestici da rinnovabile (parametro fondamentale, al pari dell’acqua, per salire in classifica):

Anche qui: cosa è successo in un anno a Cosenza in termini di energie rinnovabili? Niente. Eppure siamo saliti di 20 posizioni.

Per non parlare dei trasporti pubblici e del verde urbano. Che come tutti sapete è stato di fatto, con i famosi tagli indiscriminati, ridotto alla metà. E dei cumuli di spazzatura sparsi per tutta la città ne vogliamo parlare?

E potrei continuare a farvi leggere tabelle e confrontarle, per farvi capire il valore reale di queste classifiche: inconsistenti e stilate in base a favori e piaceri. E i dati che vi ho esposto parlano chiaro. Saliamo di 20 posizioni, ma restiamo senza acqua, trasporti, energie rinnovabili e senza servizi. Perchè queste classifiche servono solo per mettere le mani su corposi finanziamenti europei. Tutto qui. Come sempre è solo una questione di soldi. E per favore smettetela di ‘mmuccarvi ogni cosa.