Cosenza 2016, anche Bevacqua conferma: il candidato è Lucio Presta

Mimmo Bevacqua è Mimmo Bevacqua. Un politico silente. Uno che non fa strusciu.

Si muove sempre con cautela e circospezione. Apre bocca solo se è necessario. Puoi nominarlo anche presidente delle Repubblica che non parla lo stesso, se non è comandato. Mimmo è uno di quelli che prima di parlare conta fino a 12.476.865.430.

E’ stato al fianco di Oliverio per tanti anni in Provincia, e nessuno se n’è mai accorto. E’ sempre defilato rispetto all’agone politico.

bevacqua

Si muove ai margini del dibattito come un equilibrista sul filo. Quelle poche volte che lo abbiamo sentito parlare è stato perché qualcuno gli ha caricato la molla, come si faceva con i giocattoli di una volta. Alcuni pensano che lui non sia vero, sostenendo che è un pupazzo, tipo il mitico Rockfeller “animato” dal grande ventriloquo José Luis Moreno.

Quando apre bocca, quelle rarissime volte, si dice che muova sole le labbra, e che la voce che ascoltiamo sia di questo o quel ventriloquo politico a cui lui presta la sua sagoma. Mimmo è intervenuto nel dibattito politico che si è sviluppato nel suo partito sulle amministrative a Cosenza. Lo fa da rappresentante della corrente politica zona Dem. E come è suo stile le parole sono poche e misurate. Pare che il ventriloquo questa volta sia l’onorevole Stefania Covello. Che in questa partita delle elezioni a Cosenza si gioca tutto il suo prestigio politico che da tempo vanta con Renzi.

Tant’è che Renzi, se le cose si mettono come vuole lui, ha deciso di tenerla fortemente in considerazione quando ci sarà da formare le liste per le future politiche. Oltre a qualche incarichino di prestigio nell’attesa.

stefania

Stefania e quello scienziato di Oliverio – che hanno avuto l’incarico da Minniti di portare avanti la linea del premier, cioè niente primarie –, visto lo stringere dei tempi, si sono subito organizzati. E così non potendosi esporre personalmente in questa fase, i due caricano (a molla) il loro pupazzo di punta, liberandolo nel far west cosentino, giusto per sondare quali sono le reazioni.

Mimmo è delicato nell’esposizione: “E’ necessario resettare tutto, per poter avviare una nuova stagione di progettualità politica, rilancio democratico e partecipazione civica. Bisogna ridare alla città nuova linfa senza timori o preoccupazioni. Perché sono sempre più convinto che l’unica possibilità che abbiamo per diventare protagonista, sia quella di recuperare credibilità e un progetto politico”. E aggiunge: “c’è la necessità di ripartire da zero, offrendo alla città una progettualità innovativa e di forte discontinuità col passato, guardando alle energie nuove e alla dichiarata volontà di impegno di chi si mette a disposizione di un progetto politico comune, condiviso e lavora per aggregare e non per dividere”.

Un vero e proprio endorsement a Lucio Presta. Mimmo completa l’opera con dichiarazione netta e precisa: “La città capoluogo ha bisogno di una guida al di sopra e al di fuori delle beghe, dei conflitti e dei veleni che hanno caratterizzato la stagione che sta per concludersi. E le primarie, stante il clima, potrebbero non essere lo strumento adeguato per giungere alla individuazione di una candidatura in forte discontinuità col presente e in grado di governare senza dividere”.

Un comunicato stringato ma liscio. Chiaro, anche se non fa il nome di Presta (non ci vuole uno scienziato come Oliverio per capirlo), ed inequivocabile. Non possiamo dire se quello che dice il comunicato è anche il pensiero di Mimmo, ma di sicuro è il pensiero di chi lo ha caricato.

l'allegra brigata

Ora, giusto per fare due conti e replicare a chi ancora pensa che si faranno le primarie, contiamo quelli del PD (citiamo solo i pezzotti) che già hanno deciso da che parte stare, cioè sostenere Lucio Presta: Nicola Adamo, Madame Fifì, Oliverio, Stefania Covello, Mimmo Bevacqua, Luigi Guglielmelli, Ernesto Magorno, Marco Minniti. Scusate se è poco. Ovviamente ognuno con le proprie truppe cammellate.

All’appello manca Carletto Guccione, che fa ancora un altro po’ di melina, giusto per spararsi qualche posa e far crescere il suo peso politico e di conseguenza il potere contrattuale. Ma anche Carletto sa bene che non potrà certo mettersi contro il suo sponsor principale a Roma, Marco Minniti.

Impossibile che Carletto dica no a Minniti. Significherebbe la sua fine politica. Addio sogni di gloria, voti o non voti. Quindi, con l’adesione di Carletto che dovrebbe arrivare a breve, appena terminata la contrattazione, i giochi sono chiusi. E se servono 700 firme per mettere a tacere i finti Marcambrò, fate due conti e ditemi se i pezzotti che ho appena citato sono in grado o no di raccoglierle. Alla luce di questo, al povero (politicamente) Paolini non resterà altro da fare che ritirare la sua candidatura, con buona pace anche dei vari Paolo Palma e intellettuali vari.

GdD