Cosenza 2016: Guccione, il candidato a tempo

Questa volta, a differenza delle tante altre volte in cui c’è cascato, Paolini tira fuori la sua dignità, e resiste.

Enzo rispedisce al mittente, con un secco e non più trattabile no, il becero tentativo di quel porco di Guccione che voleva fargli credere di non averlo mai tradito, e per dimostrargli ciò era disposto a riportare il suo nome al Tavolo della santa Alleanza.

Ma questa volta Enzo, evidentemente, si è fattu spiartu ed ha capito che più che un assist, questa era l’ennesima trappola che quel porco di Guccione gli aveva preparato. Perché a Guccione di candidarsi non gliene può fregar de meno.

Se avesse raggiunto un accordo con il resto del PD (Madame Fifì e compari), sul nome di Paolini, lui sarebbe stato ben felice di cedere lo scettro al suo amico del cuore Enzo. Ma gli è andata male. Perché Paolini e soci hanno detto no. Ed insieme a loro anche i cinghiali, hanno detto no al PD. Sui quali Guccione puntava per scardinare l’alleanza con Paolini e renderlo debole, e quindi porlo nelle condizioni di dover accettare per forza la sua proposta.

paolini guccione giovani

Ma l’operazione dei cinghiali a Cosenza è guidata principalmente da compà Pinuzzu, che sa il fatto suo, figuriamoci se poteva abboccare alle chiacchiere di quel porco di Guccione. I cinghiali sanno tutto. E se hanno fatto questa scelta è perché sanno che il tempo, come il destino, scorre e non lo puoi fermare. Conviene restare dove si trovano. A loro, basta aspettare. E si sa che il cinghiale è uno che sa aspettare.

Perché mettersi dentro una situazione, quella del PD, dove è in atto uno scontro interno che mancu i cani? A compà Pinuzzu piace stare dalla finestra a guardare. Chi glielo fa fare a mmischiarsi nella guerra tra Madame Fifì e Guccione. Anzi, è l’occasione che aspettava: si scannanu tra di loru. Non si deve neanche sporcare le mani, fanno tutti da soli.

Pino Gentile
Pino Gentile

Per compà Pinuzzu è come prendere due piccioni con una fava: la candidatura di Carletto mette in evidenza il fallimento politico di Madame Fifì e sodali a Cosenza, e allo stesso tempo mette alla berlina quel porco di Guccione, al quale dà anche una sonora lezione dimostrandogli che ha più potere su Minniti lui che tutto il PD calabrese.

Infatti, non sarà sfuggito a voi attenti lettori, che da un po’ di tempo a questa parte, il cinghiale fa coppia con Minniti: il che dovrebbe farci chiedere come mai, visto che sono amici, non ha sposato Guccione che è l’uomo di Marco?

Marco Minniti
Marco Minniti

Semplice: perché il cinghiale sa quello che sa Minniti, cioè che quella della candidatura a sindaco di Cosenza del PD è solo un pour parler. Non è una vera discussione politica, altrimenti il cinghiale e Minniti si sarebbero accordati.

Questa operazione serve solo al PD per salvarsi la faccia. Visto che quell’incompetente di Magorno, assieme all’incapace Guglielmelli non sono riusciti a cavare un ragno dal buco. Hanno fatto solo danni su danni. Dunque, Se Paolini avesse abboccato alla trappola di Guccione ritornando al tavolo, sarebbe stato meglio per tutti. Avrebbero così potuto vantarsi anche l’unità ritrovata. Un figurone. Con la consapevolezza, se non la certezza, che Paolini mai diventerà sindaco di Cosenza.

Per le cose che tutti sappiamo e le spiegazioni che dovrà dare, prima ancora che ai magistrati ai cittadini. Una specie di prestanome. Ma la rinuncia di Paolini ha costretto Guccione ad accettare. Un’offerta, quella fatta da Lotti e Minniti, a quel porco di Carletto, che non ha potuto rifiutare, visto che lui è tra i responsabili di questa situazione. Perché ora deve scontare tutte le chiacchiere che ha raccontato a Roma quando si vantava di avere tutto sotto controllo. E che Paolini e tutti gli altri rispondevano ad occhi chiusi solo a lui.

E’ lui che deve offrirsi come prestanome. Pena, guai seri: niente più prisutti e capriatti. Ed è quello che gli hanno detto a Guccione per costringerlo ad accettare questa candidatura che come si sa a lui non piace. Ma gli hanno assicurato che è solo di facciata. Tanto a Cosenza prima o poi succederà qualcosa che potrebbe mettere in discussione la tornata elettorale.

Questo rimane un dato di cui bisogna tenere conto. Vuoi o non vuoi. Non si può far finta che negli ultimi tempi non sia successo niente. E’ una possibilità, e neanche tanto remota. Alla fine Guccione accetta di fare da mascherina al PD che mai come adesso è ridotto pelle e ossa. Lo fa per il suo benestare, non certo per la città come vorrebbero farci credere. Una candidatura che, vedrete, durerà quanto a frevi maligna.

GdD