Per come è ridotta la città, non c’è più alcun dubbio: Franz Caruso ha tradito le aspettative dei cittadini di Cosenza. I suoi legami con la massoneria, la sua sudditanza politica verso Nicola Adamo e il suo atteggiamento remissivo nei confronti del dilagante malaffare negli uffici comunali dipingono un quadro allarmante. Un comportamento, del resto, coerente con la sua carriera politica, caratterizzata da alleanze discutibili e da strani incontri riservati, come quello avvenuto negli anni ’80 nel suo studio legale con Paolo Romeo e Franco Pino ma anche le sue tragicomiche mediazioni dopo l’omicidio di Denis Bergamini, Caruso ha legato la sua ascesa politica a figure chiave del potere locale, tra cui Pino Tursi Prato, ex socialista poi diventato “capro espiatorio” perfetto per i manovratori, Antonio e Pino Gentile e soprattutto Nicola Adamo, il grande burattinaio della politica cosentina, da sempre regista occulto delle dinamiche amministrative. Solo dopo diversi tentativi fallimentari di scalare le istituzioni regionali, nel 2021 Caruso è riuscito finalmente a conquistare la poltrona di sindaco. Una sorta di merce di scambio per consegnare la Regione all’Occhiuto più giovane… Tuttavia, il suo mandato si è rivelato ben presto un disastro, una vera catastrofe per la città.
L’arroganza e la presunzione del sindaco Franz Caruso sono ormai tristemente note ai cittadini di Cosenza. Il suo atteggiamento sprezzante nei confronti dei più deboli contrasta nettamente con la sua sottomissione ai potenti, delineando il profilo di un amministratore più incline a servire interessi elitari che a tutelare la comunità. Sotto la sua guida, Cosenza sta vivendo uno dei periodi più bui della sua storia recente, caratterizzato da un declino sociale e culturale senza precedenti. I dati sulla povertà sono allarmanti: secondo recenti rilevazioni Istat, il tasso di occupazione si attesta al 48%, con ben 13.000 famiglie che sopravvivono con meno di 769 euro al mese. Oltre alla difficoltà di trovare lavoro, molte famiglie cosentine lottano per coprire spese essenziali come bollette, cibo e cure mediche, mentre il sindaco, invece di affrontare queste emergenze, preferisce ostacolare, con atteggiamento da bullo, chi rivendica diritti fondamentali. Una situazione che conferma la totale nullità dell’assessore al Welfare, Veronica Buffone, altro burattino nelle mani di Adamo, che si professa appartenente al Movimento 5 Stelle ma che, nella realtà dei fatti, si limita a eseguire ordini senza alcun impatto concreto sulle politiche sociali della città.
La cultura, un tempo fiore all’occhiello della città, è stata sacrificata sull’altare dei cantieri, che sembrano essere l’unica ossessione dell’amministrazione Caruso. Tutelare gli interessi dei soliti palazzinari amici di Nicola è il prezzo che deve pagare per indossare la fascia da sindaco. I teatri sono chiusi e la Casa delle Culture è diventata un luogo di ritrovo per una ristretta cerchia di radical chic, aliena alle reali esigenze dei cittadini. Nel frattempo, le strade di Cosenza sono invase dalla droga, segno evidente di un disagio sociale oramai fuori controllo. La sanità versa in uno stato di completo abbandono, con servizi inefficienti e cittadini costretti a rivolgersi altrove per cure adeguate. E invece di battersi ogni giorno per garantire cure dignitose a tutti i cittadini, perde il suo tempo a minacciare sfratti, a voler spostare statue, a bullizzare i deboli, e a favorire gli amici degli amici.
Ma Franz Caruso non è solo questo: è anche un falso e un bugiardo di alto livello. In pubblico straparla di legalità, atteggiandosi a grande avvocato, e poi nei fatti tollera il viavai di malandrini negli uffici comunali, lasciando che l’amministrazione sia permeabile a influenze opache e affarismi poco trasparenti. Sa quando dire una cosa e quando nasconderla, come ha fatto con i debiti del presidente Guarascio del Cosenza Calcio in merito al mancato pagamento di due annualità per la concessione dello stadio comunale alla squadra. Ha denunciato la morosità solo dopo che un’intera città si è sollevata contro il presidente della squadra. Prima di allora, ha sempre taciuto su questa vicenda, così come continua a tacere sui beni comunali affidati a privati, spesso prestanome di malandrini, che devono alla pubblica amministrazione milioni di euro di fitti arretrati.
La città merita un governo libero da burattinai e figure opache, capace di amministrare con onestà e trasparenza. Caruso, al contrario, insieme a tutta la sua giunta, accuratamente selezionata da Nicola Adamo, sembra destinato a passare alla storia come il sindaco incappucciato, garante degli interessi del sistema che da sempre soffoca la crescita sociale ed economica della comunità. La sua amministrazione si è distinta per l’assenza di trasparenza e per una gestione fallimentare delle risorse cittadine, con il costante sospetto che dietro le sue scelte ci siano ancora le influenze occulte di Adamo e del solito circuito di potere massonico. Ma la storia insegna che nessun potere è eterno, e anche i regimi più radicati finiscono per sgretolarsi sotto il peso delle loro menzogne e delle loro nefandezze. I cittadini di Cosenza, stanchi di essere spettatori impotenti di un declino inesorabile, hanno oggi il dovere di reagire, di riappropriarsi della loro città e del loro futuro. Non basta più indignarsi, non è più tempo di rassegnazione: è tempo di denunciare, di opporsi, di smascherare le trame oscure che soffocano Cosenza. La città ha bisogno di una nuova classe dirigente, libera dalle catene del trasformismo e degli interessi di pochi, capace di restituire dignità, speranza e sviluppo a un territorio troppo a lungo martoriato dal malaffare.