Cosenza Calcio, dal pollaio di Ten all’Arechi di Salerno

La settimana iniziata con le esternazioni del patron Guarascio nel pollaio di Ten, con tanto di invettive verso i “tifosi di strada” e non meglio precisati “avvoltoi”, si conclude all’Arechi di Salerno, dove domani il Cosenza sarà impegnato in una trasferta proibitiva ma dalla quale deve assolutamente uscire almeno con un punto. Sia per la classifica, ormai sempre più preoccupante, sia per il morale e l’autostima, praticamente ridotti al lumicino.

Il tecnico Occhiuzzi, sempre più a malpartito nel ruolo di “parafulmine” del terribile patron, ha fatto quello che doveva fare ovvero lanciare appelli per ricompattare l’ambiente e per remare tutti nella stessa direzione. Il vero problema, però, è che questo appello doveva farlo al suo presidente e non certo ai tifosi o agli addetti ai lavori. I media di regime, infatti, sono tutti dalla parte di Guarascio e non “osano” criticarlo neanche per scherzo, anzi semmai sono disposti senza battere ciglio ad ospitare i suoi deliri, così com’è accaduto nel pollaio di Ten. La squadra, oggi più che mai indebolita rispetto alla stagione scorsa e col morale sotto i tacchi, si appresta ad un’altra “missione impossibile” e spera di risollevare le sorti del calcio cosentino, anche se oggettivamente è di gran lunga inferiore alla “corazzata” salernitana. I lecchini del patron, in caso di sconfitta, sono prontissimi a sacrificare Occhiuzzi per poi provare ad imporre qualche “casa caduta” per portare a termine una stagione che sa molto di “calvario”. La tifoseria, incazzata e rabbiosa, attende in maniera spasmodica il verdetto del campo. Sarà un altro sabato di passione, ma comunque vada all’Arechi di Salerno il vessillo rossoblù non smetterà mai di sventolare. Presidenti, allenatori e calciatori passano, il Cosenza rimane. Forza Lupi sempre.