Cosenza Calcio: ma quale stadio, servono basi solide

Al ritorno al “Marulla”, una cosa mi ha fatto pensare tanto. Ieri allo stadio eravamo pochissimi. Nel giro di qualche minuto si riusciva a contare tutti i presenti, compresi terna abitrale, sicurezza, raccattapalle e giocatori. Una squadra svogliata, che non ha rabbia, che sembra non avere obiettivi. Una società che non promuove con iniziative la partecipazione, che tira avanti senza dare una strigliata seria a tutto l’ambiente.

Analizzando tutto questo, mi sono chiesto (e non perché sono di sinistra, né perché non mi piace il sindaco, ma da dati oggettivi): che senso ha costruire uno stadio nuovo, spendere milioni, senza avere un progetto chiaro e diretto ma sopratutto solido? Che senso ha mettere il carro davanti ai buoi?
Per costruire qualcosa di grande, c’è bisogno di basi solide, di radici profonde e di un sistema ben collaudato che possa solo migliorarsi. Immaginate se la società non riuscisse mai a fare quel salto di qualità, se non riuscissimo a sostenere le spese e il mantenimento, cosa ne sarebbe del Cosenza? Può uno stadio risolvere i nostri problemi e garantirci la scalata?

Tante società storiche, con città più agiate di noi stanno attraversando brutti periodi, alcune sono già fallite e destinate al dilettantismo. Mentre altre realtà, piccole, come Carpi, vanno avanti e costruiscono bene ottenendo anche utili. Eppure il problema stadio se lo è posto quando è arrivata la serie A, però nel frattempo la A l’hanno vista.

Un altro esempio è la Spal, che dopo il fallimento si è rialzata con una società seria e rimanendo con i piedi per terra, solo in A ha iniziato i lavori di ammodernamento e innovazione dell’impianto.
Credo che siano ben altre le priorità in questo momento, per la città di Cosenza e per il Cosenza Calcio… Jamu in Serie B cu stadio pu si vida.

Stefano Catanzariti