Cosenza, Capodanno all’ecomostro con Alvaro “Morticia”

Sta arrivando Alvaro Soler. Toccherà al misconosciuto cantante spagnolo animare il Capodanno cosentino. E se il grado di animazione di Alvaro sarà quello che abbiamo visto ad X Factor siamo messi decisamente male.

Per la prima volta in una puntata di X Factor, quella del 17 novembre, è emersa la verità su Alvaro Soler e l’ha detta Mara Maionchi. Nella fase dei commenti di Xstrafactor la produttrice discografica ha sottolineato che a un certo punto del programma «anche Morticia si è svegliata». Morticia, per quei pochi che non lo sapessero, è una delle protagoniste del mostruoso film sulla famiglia Addams.

Nell’immediato  non si è capito a chi si riferisse la sagace esperta di musica, ma dopo aver ripetuto la battuta più di una volta, è diventato palese che il morto in questione era Alvaro Soler e non Manuel Agnelli, nonostante il look.

Stiamo parlando naturalmente di Alvaro Soler, lo spagnolo semi-sconosciuto in Spagna che ha trovato l’America in Italia. Il talent più raffinato della televisione italiana sceglie un ragazzotto spagnolo senza arte né parte, noto solo per un orrido tormentone estivo, come giudice al posto di Elio o di Mika. Roba che se l’avesse fatto Maria De Filippi, saremmo in piazza con i forconi in mano.

Soler è belloccio, è amato dai giovanissimi, è amato sui social: è perfetto, dunque, per agganciare un certo tipo di pubblico più disimpegnato ma che è prezioso per Sky. Va bene tutto, arriviamo persino a comprendere la scelta di “marketing”. Ma davvero non si poteva trovare nessuno più degno di sedersi su quella poltrona? Davvero basta la botta di culo di un tormentone estivo per guadagnarsi i gradi di giudice in un talent show?.

In fondo, il Nostro ha piazzato due tormentoni estivi due, niente di più. Due canzoni orecchiabili, commercialmente paracule ma qualitativamente imbarazzanti. E questa non è un’opinione, signori miei, ma un fatto incontestabile.

Come giudice di X Factor, invece, Alvar cerca di darsi un tono che non ha e che non è solamente artistico. Purtroppo sembra avere lo spessore di un foglio di carta velina, la prontezza della battuta di un bradipo sotto Lexotan e l’efficacia televisiva di un guerriero di terracotta di Xian.

Spiace persino accanirsi, perché stiamo parlando di un ragazzo giovane che secondo molti ha la “colpa” di aver pubblicato due singoli di successo, due tormentoni estivi, due canzoncine per ragazzine di poche pretese. E invece no, la sua colpa non è quella. Abbiamo sopportato persino di peggio, nell’industria discografica italiana. Il problema è che è bello ma non balla, c’è ma non si vede, è un ectoplasma.

A volte, assistendo ai suoi tentativi di rendersi quantomeno percettibile a X Factor, ci facciamo prendere dalla tenerezza e ci ritroviamo lì, di fronte al televisore, a incitarlo, a urlargli contro morettianamente: “Vai Alvaro, ce la puoi fare! Reagisci, rispondi! Dai, rispondi! Di’ qualcosa, Alvaro. Rispondi. Di’ una cosa intelligente, di’ una cosa anche non interessante. Di’ qualcosa!”.

E invece niente. Lui è lì, bello e sorridente, a fare le pulci a concorrenti che musicalmente valgono mille volte più di lui. È un continuo vorrei ma non posso, una via crucis televisiva che alla fine ce lo rende persino simpatico. Perché il nulla cosmico che ha nome Alvaro Soler va preservato come i panda del Sichuan, indifeso e indifendibile com’è. E soprattutto va elogiato per essere riuscito a fare i soldi cantando ritornelli sciocchini e dalla complessità di un paramecio. E di averlo fatto lontano dalla sua Spagna. Dove, per inciso, lo conoscono i parenti e pochi altri. Noi, invece, ce lo siamo messi in casa, a fare il giudice del talent show migliore della televisione italiana.

Ma torniamo ad Alvaro Morticia.

Il cantante di Sofia con la sua mono-espressione, i commenti banali e dello spessore di un foglio di carta, il look da belloccio che piace alle donne e fa innervosire gli uomini che seguono il programma, con la sua onnipresenza sui social (è sempre tra i piedi), con le sue sviste musicali  (ha fatto eliminare i migliori, i Soul System, per costringere a ripescarli), con le sue due filastrocche da asilo tormentoni dell’estate che avrebbero reso famoso chiunque le avesse cantate, con i suoi tentativi disperati di fare il cerebrale per essere all’altezza di Manuel Agnelli, è decisamente l’ingegnere impalato che non sa ballare né suonare la chitarra e che ha avuto la botta di fortuna di poter metter in atto un piano b improvvisato.

Ricapitolando. Come se già non bastasse il Capodanno da celebrare a Piazza Fera, nell’orripilante ecomostro che ha realizzato Occhiuto, adesso ci propina anche una “Morticia” insignificante e… funebre.

Però, dirà certamente qualcuno, quel viso pulito da bravo ragazzo e la freschezza dei suoi 25 anni ci fanno impazzire. Che bello Alvaro Soler!

Mintitivillo supa televisione!