Cosenza, centro storico: demolizioni senza autorizzazione

Che a quel cazzaro del sindaco del centro storico non gli è mai fregato niente lo sappiamo tutti, tranne chi lo ha votato, compresi gli abitanti del centro storico suoi sostenitori.

Il cosentino, si sa, si accontenta dell’apparenza, delle chiacchiere, delle bugie. E questo Occhiuto lo sa meglio di chiunque altro. Infatti per intortarseli bene e farsi dare ancora una volta il voto, ha messo in piedi la pantomima con Sgarbi, facendo credere al cosentino credulone chissà quali sconvolgimenti positivi per il centro storico avrebbe portato questa nomina. Nonostante i 5 anni precedenti dove nulla aveva fatto. E il cosentino di nuovo ha abboccato: Sgarbi di qua, Sgarbi di là. Va in televisione, parla di Cosenza, porta a questo e a quello. Sposta la Gioconda, i Bronzi, e tutto il repertorio di stupidate che avete ascoltato e alle quali avete creduto.

Non appena Occhiuto è stato eletto e la sua “figura” non serviva più, ha subito detto ciao alla città e se n’è ritornato da dove era venuto. Era tutto organizzato tra Sgarbi ed Occhiuto. Lo scopo era intortare la gente. E come sempre ci è riuscito.

Nel mentre, come tutti sapete, la città antica crolla a pezzi.

Dopo il crollo del palazzo in via Bombini, il sindaco ha pensato bene, con una determina di somma urgenza di quasi 400.000 euro, di rimuovere le macerie. E “mettere in sicurezza il sito”. Un chiaro esempio di come per lui è più facile reperire soldi per somme urgenze e distruggere, piuttosto che risanare.

Ma il problema non sta solo qui, perché qualcuno si è accorto di questo ennesimo “abuso” amministrativo di Occhiuto ed ha chiesto a chi di dovere, compreso al firmatutto, l’attuale Soprintendente di Cosenza, Mario Pagano, come ciò sia stato possibile.

Ovvero: con una lettera il soprintendente Claudio Torrisi – in ragione della storicità del palazzo, e di tutta una serie di norme che regolano ogni tipo di intervento nelle aree di interesse storico – chiede al Segretario Regionale del Mibact, il dottor Patania, se la “pratica” per la demolizione del palazzo sito in via Bombini, ad opera del Comune di Cosenza, era  “corredata” di tutte le autorizzazioni necessarie, così come prevede obbligatoriamente la legge. Senza le quali nessun intervento è possibile. E visto il notevole interesse storico dell’area in questione, oltre alla Soprintendenza, questo genere di interventi proprio perché “radicale”, necessita anche del permesso della Commissione regionale per il patrimonio culturale.

Autorizzazioni che ovviamente non esistono nella “pratica” di somma urgenza fatta da Occhiuto. Al quale, come dicevo, interessano solo gli affidamenti diretti, i cottimi fiduciari e le somme urgenze. E quando si tratta di “affidare agli amici”, le regole e le leggi per Occhiuto sono un optional. Tanto neanche a questa interrogazione nessuno risponderà, e nessuno della procura si domanderà perché. Per il resto tutto può crollare che tanto poi ci pensano le ditte amiche di Occhiuto a portare via le macerie.

GdD