Cosenza, chi è Gianni Siciliano: il re delle truffe on line

Ha avuto una discreta eco mediatica la notizia dell’arresto, dopo cinque anni di latitanza, di Gianni Siciliano, considerato un vero e proprio re delle truffe on line.

Gianni Siciliano, originario della provincia di Cosenza, separato e con una figlia, ha collezionato negli anni ben otto condanne definitive per associazione per delinquere, rapina, ricettazione, riciclaggio, truffa e altri reati, il cui cumulo ha fatto scattare l’ordine di esecuzione di pene concorrenti, emesso a suo carico dalla procura di Roma nell’ottobre del 2014 cui era riuscito a sfuggire. Lo hanno bloccato mentre, dopo avere fatto la spesa in un supermercato del Parco Leonardo, si stava dirigendo verso casa, a Fiumicino.

Di lui gli investigatori scrivono che “si è messo in luce fin dall’inizio della propria carriera criminale come abile utilizzatore delle opportunità offerte dall’era digitale per realizzare truffe attraverso i siti dedicati all’e-commerce, creandosi false identità di venditore, nella convinzione di poter mantenere l’anonimato e di non essere mai identificato“.

In una prima fase, secondo la ricostruzione degli inquirenti, “ingaggiava i compratori tramite il portale eBay“. Successivamente è emerso il suo coinvolgimento anche in una importante operazione di polizia giudiziaria, denominata ‘Mach Point‘, che permetteva di smantellare “un’organizzazione criminale attiva nel settore dell’hacking, della contraffazione di carte di credito e delle truffe online, per poi ingannare gli acquirenti su Subito.it“.

Dalle indagini dei magistrati bruzi emergerebbe che Siciliano, anche durante la latitanza, avrebbe continuato ad operare nel settore delle truffe online, utilizzando schede telefoniche e carte di credito intestate a terzi, per mettere in vendita pezzi di ricambi per auto, elettrodomestici di ogni genere, anche cani e gatti di ogni razza e tanti altri beni.

Il meccanismo sarebbe stato sempre lo stesso: riscosso il prezzo pattuito tramite ricariche effettuate dalle vittime, quest’ultime ed ovviamente non avrebbero ricevuto in cambio un bel nulla.

Sono tuttora al vaglio degli investigatori centinaia di casi nei quali si ritiene plausibile il coinvolgimento del 37enne che, insieme a quelli già definiti con sentenze, fanno ipotizzare un danno complessivo per i malcapitati acquirenti quantificabile in centinaia di migliaia di euro.

Con l’operazione interforze effettuata oggi, chiamata in codice Prova a prendermi 3.0, è così terminata la latitanza di Gianni Siciliano ma, si ritiene, sia stato anche posto un freno ad un’attività criminale attuale e redditizia, che ha visto negli anni raggirate e danneggiate numerose persone in varie parti d’Italia.