Cosenza, cliniche col fiato sul collo. Il patto Bernaudo-Paolini e l’ansia del Gattopardo

Solo chi (fortunatamente) non conosce l’Asp di Cosenza e i suoi loschi meandri può non conoscere le mirabolanti trame di Giuliana Bernaudo. Dopo una lotta a viso aperto e senza “mascherine” con Raffaele Mauro (oggi confinato fuori regione, ma non per questo privo di “lingua” quando deciderà di usarla) è lei, la Bernaudo, la vera dominatrice dell’Asp di Cosenza. Di fatto comanda l’intero settore della spedalità privata e decide lei chi, quando e soprattutto se controllare. E decide sempre lei chi “salvare” e chi no prima che le carte si trasformino in quattrini. Decide tutto lei insomma e il fatto che sia anche poco amata in ufficio la dice tutta sul coefficiente di democrazia che usa.

Ma il punto vero poi a ben vedere non è nemmeno solo questo. In base a quali criteri la Bernaudo decide di andare a controllare alcune strutture private e altre, invece, no? Chi c’è dietro di lei e chi la manovra in questo che è il settore più delicato e più generoso di quattrini? Di sicuro, la Bernaudo, è molto legata a Totolino Mascaro, nome e cognome che nel campo della sanità calabrese non necessitano di presentazioni. Il figlio del “ras della sanità” Mascaro lavora proprio con lei e nei giorni scorsi s’è visto aggirare proprio il “capo”, Totolino, negli uffici dell’Asp (pare li abbia intravisti proprio qualcuno in divisa che ormai quotidianamente fa visita nei paraggi di Vila Alimena) in compagnia di Remigio Magnelli, un altro che non ha certo bisogno di presentazioni.

Ma c’è un altro personaggio molto legato a Giuliana Bernaudo e non per forza da istinti d’amicizia. Si tratta dell’avvocatone Enzo Paolini, il dominus della sanità privata in Calabria ma soprattutto a Cosenza. È lui il custode dei segreti dei lodi arbitrali ma è soprattutto lui che difende, anche legalmente, quasi tutte le strutture. Enzo Paolini è riuscito a far girare dall’altra parte la Bernaudo in occasione della vicenda della clinica Santa Lucia, che come è noto negli ambienti sanitari, non ha i requisiti per poter erogare prestazioni ma opera lo stesso, non è autorizzata ma c’è.

La Bernaudo si limita a non fargli incassare un euro, non compila la scheda delle prestazioni convenzionate. In cambio però, la Santa Lucia, opera lo stesso per fatti suoi, privatamente. Come mai la Bernaudo non manda gli ispettori da quelle parti a vedere che succede? E come mai non approfondisce il perché questa clinica non ha i requisiti per essere autorizzata ma opera lo stesso privatamente? Forse perché la proprietà della clinica fa parte delle amicizie consolidate e di vecchia data di Enzo Paolini? A chi gli ha posto queste e altre domande anche in via informale, magari sotto abiti di forze di polizia, la Bernaudo ha sempre risposto che ve sono anche di altre di strutture che non hanno i requisiti. Bene, anzi male. Se così è perché allora non si ispeziona con vigore tutto il sistema? E come fa lei a denunciare che vi sono cliniche che operano senza requisiti quando è lei stessa a capo della spedalità privata che dovrebbe controllare? Misteri di Cosenza.

Però stavolta, a quanto pare, il Gattopardo che comanda il porto delle nebbie, mostra di avere tutta l’intenzione di agire per salvare il suo fondoschiena che ogni giorno che passa diventa sempre più flaccido e cadente, al punto tale che tutte le “coperture” sono saltate. Della serie mors tua, vita mea. Che schifo!