Cosenza come Milano, ma qui è la regola…

di Saverio Di Giorno

E quindi qualcuno si è finalmente accorto che la Lombardia è come la Calabria, dalla sanità agli immobili. Finalmente! Ora però occorre che ci si renda conto che anche Cosenza è come Milano. La recente inchiesta che ha inguaiato il sindaco Sala e ha investito il settore immobiliare e delle costruzioni sta facendo parecchio rumore. Eppure, se un cosentino approfondisce le poche carte trapelate c’è da star certi che la reazione è sicuramente un’alzata di spalle seguita da un tutto qua? Perché quello che Milano scopre come scandalo – per la verità qualche inchiesta negli anni scorsi lo aveva anticipato – è letteralmente il sistema di amministrazione tipico. Perché Milano brucia e Cosenza dorme? Perché, probabilmente, la Procura di Milano è libera da condizionamenti.

L’impianto accusatorio sostanzialmente riguarda l’idea che esiste un patto corruttivo, un triangolo che lega costruttori, studi professionali e la politica che affida incarichi e dà licenze. Da questo patto sarebbero sorte decostruzioni e costruzioni fuori dai limiti paesaggistici. La particolarità che individuano gli investigatori è che le tangenti non sono mazzette, ma incarichi professionali. La famosa ingegnerizzazione della corruzione teorizzata alcuni anni fa. Lì la procura prova a dimostrare che un incarico di consulenza è una tangente, qui non si riesce a dimostrarlo nemmeno se c’è la busta. Ad ogni modo un meccanismo, quello di costruttori, studi e consulenze che qui va avanti a ruota libera. Sia chiaro: Milano e la sua procura non sono il paradiso. Qualcuno si ricorderà il verminaio scoperchiato quando Gratteri provò a fare domanda però se si compara a quello che avviene qui, proprio non regge. Facciamo un po’ di esempi di cui abbiamo parlato nei mesi e negli anni scorsi con tanto di documentazione, partendo da Cosenza.

Cosenza: grattacieli che crescono come funghi e vincoli paesaggistici che appaiono e scompaiono

Chi si muove verso Cosenza, il profilo che vede piano piano stagliarsi ha due particolarità. Palazzoni dal dubbio gusto e decine di gru che ne costruiscono altri. Poi ci si entra ed è pieno di deviazioni alla mobilità per cantieri sempre per nuovi palazzoni.

Un rapido aggiornamento. Agli ormai noti palazzi ai Due Fiumi Cosenza va aggiungendo palazzi a palazzi e piani su piani verso il cielo e oltre. A Via Alimena dal cappello delle attività di Citrigno fuoriesce un palazzone. Altri due a invece a via Popilia: un palazzo di 10 piani è già costruito all’inizio di via Popilia, la Torre Arborea (tanto per richiamare ancor di più Milano e il grattacielo “bosco verticale”), un altro sta crescendo nei pressi di Vaglio Lise, 16 piani a 5 stelle. Per entrambi lo stesso costruttore, tale Fabrizio Rizzuto e lo stesso architetto, Gianfranco Malara. Un progetto che è cofinanziato da Rizzuto e Invitalia che è già in perdita.  Rizzuto è uno che ha fatto carriera sull’asse Rogliano-Rende; infatti, riforniva di materiale edile i costruttori del rendese durante gli anni di Manna al comune. E durante quegli anni tra terreni acquisiti e frequentazioni ha migrato a Cosenza. Ora per i nuovi progetti a tagliare i nastri c’è Pina Incarnato.

C’è poi la storia di un palazzo ripresa più volte per il quale tra l’altro c’è già la certezza documentata di incongruenze e ammanchi. Peccato che nessuno voglia dare gli atti. E tra l’altro un reato simile è stato contestato a Milano. È la vicenda di Palazzo Parisio i cui lavori procedono nel pieno centro di Cosenza, con prezzi fuori mercato e che ha fatto gola alla Cosenza bene (qui il pezzo: https://www.iacchite.blog/cosenza-palazzo-parisio-e-il-vincolo-paesaggistico-chi-ha-autorizzato-la-demolizione-del-villino-cipparrone/ ).

Per ora oltre al sigillo Weibuild si sa che probabilmente a costruire c’è una società alla quale potrebbe essere legato l’imprenditore Mariano Vulnera (indagato anni fa per le vicende relative a Viale Parco). Una voce che finora nessuno ha mai smentito. Guardando le carte del decreto del comune notiamo che l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico. Ma non da sempre. Da poco. Negli elaborati allegati al decreto però è presente ancora il villino Cipparrone, che è stato demolito proprio per consentire la costruzione di palazzo Parisio. Il vincolo era atteso da tre anni ed è arrivato solo dopo la demolizione del villino. Il vincolo viene approvato e riporta la precedente costruzione come storica. Quindi – a rigor di logica – se “il vincolo” fosse arrivato giusto con un po’ di anticipo non avrebbe potuto essere abbattuto. Si è abbattuta, quindi, una costruzione storica. Quali interessi dietro questa movimentazione? A Milano tanto è bastato.

Questo è un esempio, senza neanche scomodare l’analisi del numero degli appartamenti vuoti a Cosenza e delle aste successive e il curioso fatto che alcuni professionisti e ditte che operavano e operano a Rende operano anche a Cosenza, ma mentre a Rende si poteva mentre a Cosenza eventualmente ci sono intoccabili.

Il territorio: i consorzi di ditte e gli studi

Tempo fa riprendevamo la notizia passata in sordina di un giro di incarichi lavorativi nell’amministrazione di Fiumefreddo creati e gestiti per avvantaggiare Ivano Russo per una somma pari a circa 275 mila euro. Erano le indagini preliminari. Non è l’unico lavoro nel quale è presente come professionista, un altro riguarda l’adeguamento sismico di una scuola a Scalea. L’azienda è la Due Emme in questo caso con sede a Buonvicino. Capogruppo alla progettazione esecutiva sempre l’attuale sindaco di Maierà. LA Due Emme che fa parte di un consorzio di imprese del cemento soprattutto molto ampio nel quale troviamo tra gli altri la De Summa finita al centro dell’inchiesta sulla depurazione a Diamante. Incarichi professionali, consulenze. E gli studi di progettazione? Parenti degli imprenditori o dei sindaci. Vi ricorda qualcosa? Sì l’inchiesta milanese. Potremmo riannodare i fili e parlare dei costruttori e dei finanziamenti delle banche, ma è sufficiente.

L’immobilismo e la magistratura

Ma allora perché l’immobilismo a queste latitudini? Nessuno si chiede come sono andate le aste di assegnazione degli appartamenti a Cosenza o è vero che ci siano anche togati interessati agli immobili?  Succede anche a Milano quello che succede a Fiumefreddo che il sindaco è stato anche presidente della Corte di Catanzaro?

O forse queste sono solo coincidenze e la differenza è che, mentre a Milano si indagano una trentina di persone al massimo e solo pochi per corruzione mentre qui le logiche da seguire sono anche altre. E cioè chi si può bruciare e chi no, chi stuzzica gli inquirenti ecc. Ma questa è un’altra storia…