Cosenza corrotta, la “doppia Legge” del giudice Gallo

Se mai ce ne fosse ancora bisogno, forniamo agli scettici, una volta per tutte, la prova provata della mala gestione della Giustizia a Cosenza. Come abbiamo sempre sostenuto, a Cosenza la Legge non è uguale per tutti. E questo è un dato che in tanti hanno “certificato” sulla propria pelle. Il Tribunale di Cosenza risulta tra i luoghi più invisi dai cosentini, tante sono le ingiustizie che ogni giorno al suo interno, nell’impunità e nell’omertà assoluta, si consumano.

La maggior parte dei magistrati presenti a Cosenza più che ad amministrare Giustizia nel rispetto del Codice e della Costituzione, passa le giornate a coprire e ad insabbiare ogni denuncia, o notizia di reato sugli amici degli amici. In poche parole: se appartieni alla casta masso/mafiosa puoi commettere tutti i reati che vuoi senza paura di pagare dazio, se invece non appartieni a nessuno e denunci il malaffare e la corruzione, finisci dritto in galera.

Ma veniamo all’esempio concreto che tutti possono capire, anche chi non sta dalla nostra parte: come tutti sanno siamo sommersi da denunce da parte dei soliti marpioni politici bene ammanicati al Tribunale di Cosenza, tra questi, oltre al sindaco e all’avvocato Sammarco, c’è anche Maximiliano Granata. Bene. Se sono loro a presentare denuncia nei nostri confronti (il che è previsto dalla Legge italiana, ed è un loro diritto), perché si sentono offesi  dai nomignoli che gli affibbiamo, o da qualche aggettivo dispregiativo di troppo da noi usato sia su Fb che sul nostro sito, non passano neanche 10 minuti dalla presentazione della querela che l’intero Tribunale si mobilita. In quattro e quattr’otto la “causa” contro di noi è bella e pronta. Le indagini, i riscontri, quando siamo noi quelli alla sbarra, non servono, si passa subito alle conclusione del giudice che di verificare la nostra reale colpevolezza non gliene può fregar de meno. L’ordine è condannare. Ed è quello che ha fatto il giudice Manuela Gallo in alcune cause contro di noi. Non ha mai fatto una sola verifica, ad esempio, per capire se dietro al profilo FB ci siamo realmente noi, così come dice la Legge. In alcune sentenze da lei emesse contro di noi, dà questo dato sempre scontato. Se invece siamo noi a denunciare Maximiliano Granata, Mario Occhiuto o l’avvocato Sammarco,  perché ci sentiamo offesi (al pari loro) dai “loro giudizi” espressi su di noi dai loro profili FB, le nostre denunce per il giudice Gallo vanno sempre archiviate. E sapete con quale motivo? Leggete:

Quindi se è Granata a denunciarci perché si sente offeso, non serve fare la rogatoria per accertarsi della reale identità di chi c’è dietro il profilo Iacchite’ su FB, per la Gallo siamo noi e non c’è bisogno di verifica; se invece siamo noi a denunciare Granata perché dal suo noto profilo FB ci ha offesi, non si può procedere nei suoi confronti perchè per avere la certezza che dietro al profilo Fb denominato “Maximiliano Granata ci sia realmente lui, serve una  rogatoria. Come potete constatare tutti, la Legge non è uguale per tutti. Ciò che è uguale per Granata non è uguale per noi. Si sa che a  Granata piace vincere facile.

Dunque il profilo di Maximiliano Granata su FB, per la procura di Cosenza potrebbe essere gestito dalla Qualunque. Perciò lui può scrivere e offendere chi vuole, tanto nessuno può dimostrare che è stato lui. Per noi invece tutto è dimostrabile, non servono indagini, rogatorie, e altro: siamo noi e basta. Nonostante lo stesso Granata non abbia mai smentito di essere l’autore delle offese a noi rivolte dal suo profilo FB. Ma lui se lo può permettere perché la moglie fa il giudice, e può fare quello che vuole.

Avete capito la doppia morale del giudice Gallo? Quando tocchi qualcuno della loro paranza subito scatta l’insabbiamento. La legge in questo caso è solo uguale per Granata, per noi non vale, il giudice, anche se manca la prova della nostra colpevolezza, non avendo chiesto, come per Granata, la rogatoria a FB, ci condanna lo stesso. Salvo poi dichiararci clandestini quando hanno deciso, con l’ennesimo abuso, di chiudere di nuovo il sito. Questa è la Giustizia del giudice Gallo. E di tutto il Tribunale. Ovviamente alla richiesta di archiviazione ci siamo opposti e giorno 23 marzo saremo in tribunale per guardare dritto negli occhi il giudice Gallo che dovrà decidere se archiviare oppure no: vogliamo vedere se avrà il coraggio di sedersi sotto la scritta che dice: La Legge è uguale per tutti.