Cosenza corrotta: le relazioni degli investigatori insabbiate dai pm di Spagnuolo

Il problema principale per i corrotti della procura è arginare, con ogni mezzo necessario, le informazioni che gente onesta che lavora in tribunale e nella questura sistematicamente ci passa.

Già, perché i corrotti della procura hanno capito che il vero problema sono gli onesti che lavorano fianco a fianco con i collusi. Poliziotti, carabinieri, pm e personale vario che non ci stanno più ad essere complici forzati di delinquenti matricolati con la toga.

Ne hanno visto e sentite talmente tante che non appena si sono create le condizioni non hanno perso tempo a fornirci materiale ed info per sputtanare questi delinquenti.

Sono loro i veri servitori dello stato che ogni giorno sono costretti a mandar giù bocconi amari. Bravi poliziotti che si impegnano nelle investigazioni e quando il risultato del loro lavoro tocca gli amici degli amici, di Granieri prima e di Spagnuolo oggi, succede sempre la stessa cosa: relazioni e verbali spariscono.

E per avallare questa tesi sono arrivati in redazione diverse relazioni di servizio “datate” dove gli investigatori relazionano ai pm sullo stato delle commistioni tra politica e ‘ndrangheta.

Ovviamente non possiamo pubblicarle per non mettere a repentaglio questi bravi e onesti investigatori che hanno trovato il coraggio di farci leggere con i nostri occhi quello che scrivevano nelle loro relazioni di servizio sui rapporti tra istituzioni e stato deviato.

Cioè: la giudiziaria faceva il proprio lavoro e i pm insabbiavano. Una situazione che più di uno ha provato a denunciare senza però nulla sortire, perché i corrotti sono tutti una paranza e contro di loro poco si può. E’ inutile rivolgersi alla procura di Salerno, ci hanno provato, ma anche lì hanno agganci forti e tutti gli esposti contro la corruzione a Cosenza finiscono nel dimenticatoio.

Sottolineo che qualora la DDA volesse conto di questi verbali, come altre volte è successo, non ci penseremo su due secondi a fornire tutto il materiale in nostro possesso, anzi abbiamo deciso di portarlo direttamente al dottor Gratteri. Al quale chiederemo a breve un incontro.

Ma cosa dicono questi verbali: i verbali dicono quello che sosteniamo da tempo. Ce n’è uno in particolare stilato agli inizi del 2013 in cui l’investigatore scrive chiaramente che a Cosenza è in corso una vero e proprio cambio della “guardia criminale” per il controllo delle attività economiche cittadine a cominciare dalle cooperative. Scrive che la cosca denominata Rango/Lamanna/Bruzzese ha acquisito un potere criminale assoluto in città, tanto da esautorare vecchi e potenti clan da sempre “titolari” di molte cooperative sociali della città.

L’accordo viene stipulato attraverso Potestio, che rassicura Occhiuto di poter mettere mano alle cooperative, cosa che nessuno osava fare prima, senza nulla temere. Rango e Daniele Lamanna garantiscono che nessuno oserà fare niente.  E infatti chi prova a ribellarsi viene pestato e costretto al silenzio. Il progetto criminale, scrive l’investigatore, è quello di assumere il totale controllo delle cooperative sociali, per poi chiedere alla società Ecologia Oggi, attraverso il sindaco, di avere in gestione, oltre al lavoro ordinario di manutenzione, anche lo spazzamento cittadino. Tutto questo, dice ancora l’investigatore, all’interno di un accordo con la cosca Lanzino/Patitucci che non vuole che gli zingari ficchino il naso sul nascente cantiere piazza Fera/Bilotti. Una sorta di compensazione alla cosca Rango, per l’esclusione dall’affaire con don Barbieri.

Altri verbali raccontano le amicizie pericolose di Potestio, beccato più volte a “conversare” con noti esponenti della mala locale. E dei rapporti che Daniele Lamanna teneva con l’amministrazione comunale. In alcune captazioni, a casa di un noto esponenti della mala locale, gli investigatori registrano le parole di Lamanna che riferisce ai sodali la situazione al Comune: Occhiuto fa quello che diciamo noi.

Insomma gli investigatori hanno svolto il loro lavoro con onestà e abnegazione, riportando ai pm tutta la verità sulla collusione tra pubblica amministrazione e ‘ndrine, senza che questo avesse mai una conclusione giudiziaria. Tutto è finito a tarallucci e vino. E quando qualcuno si è lamentato è finito dietro una scrivania, o a seguire cortei e manifestazioni.

Avrei voluto pubblicarli integralmente i verbali, per farvi rendere conto della grave situazione in cui siamo, ma non possiamo mettere a repentaglio, in questo momento, chi ci ha accordato fiducia. Capirebbero subito chi ce li ha dati. Ma ci ha autorizzato a proporli alla DDA.

E così noi faremo, perché se è vero che a Cosenza è tutto un magna magna, è anche vero che esistono persone oneste che mai si presterebbero, per dovere e amore di Giustizia, a scrivere il falso, o peggio ancora a nascondere prove.

E’ questa la situazione. E tutti lo sapete che è così. Continueremo a scriverlo fin quando avremo il modo e la forza per farlo: se a Cosenza non si risolve il problema corruzione in tribunale, da questa situazione non se ne esce.  

E’ nelle stanze della procura che si stilano gli accordi mafiosi per spartirsi ogni economia pubblica in città. Un giro vorticoso di regalie e mazzette che coinvolge la maggioranza dei magistrati in servizio presso il “locale della procura”.

Sarà difficile che qualcuno intervenga, perchè sarebbe come sconfessare lo stesso stato, e questo in Italia non succede mai. I magistrati corrotti sono, anche quando vengono beccati con le mani nella marmellata, al di sopra di ogni sospetto. Sono loro il vero impedimento allo sviluppo dei territori, perché garantiscono l’impunità a chi saccheggia il bene comune. E nessuno può opporsi al loro strapotere mafioso. Neanche il CSM, che mai sanzionerà un loro  sodale. Al massimo una tirata di orecchie accompagnata da una promozione/trasferimento. Spero che qualcuno ci ascolti, e che prenda visione, non delle mie parole, ma degli atti ufficiali scritti da onesti poliziotti che raccontano la città per quello che veramente è. E che la nostra Ingiustizia si rifiuta di prendere in considerazione.

GdD