Cosenza corrotta: Occhiuto, il procuratore capo Spagnuolo e il nipote dirigente

Oramai la strategia usata da Occhiuto per prevenire i suoi guai è sgamata. La linea difensiva elaborata insieme a Spagnuolo, in vista della sempre più vicina resa dei conti tra marpioni e Giustizia a Cosenza, diciamolo, fa acqua da tutte le parti. Se fino a poco tempo fa i cosentini credevano che su di Occhiuto si fosse messa in moto la macchina del fango, ora, a difenderlo, alla luce dei tanti intrallazzi che sono venuti fuori sulla sua amministrazione, sono rimasti solo coloro i quali con lui hanno trafficato.

Noi ci siamo affannati tra mille difficoltà a raccontarvi quello che oggi, da diverse inchieste in corso, sta venendo fuori. Abbiamo parlato di ladrocinio aggravato e continuato alle casse comunali, e così è stato. Vi abbiamo raccontato della gestione allegra dei cottimi fiduciari e delle somme urgenze, situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti e che nessuno può negare. Per questo sono stati emessi 5 avvisi di garanzia. Abbiamo scritto delle frequentazioni continue e reiterati di mafiosi e massoni nelle stanze del Comune, e anche questo si è rivelato vero.

Nessuno tra i sinceri elettori di Occhiuto oggi può negare questo. Si può dire che lui in tutte queste ruberie non c’entra, che è quello che sta cercando di fare, e questo lo posso capire, ma che la sua sia stata una amministrazione limpida e trasparente, questo non lo può dire più nessuno.

Le ruberie ci sono state eccome! Tutti i suoi collaboratori, nominati direttamente da lui sulla fiducia, sono al centro di inchieste. L’elenco lo conoscete tutti. E poi a conferma di questo possiamo dire che l’amministrazione Occhiuto ha il record di carte sequestrate dalla procura. Praticamente hanno trasferito gli archivi comunali nella sede della Guardia di Finanza.

Dunque non ci siamo mai inventati niente, anche se i nostri detrattori continuano a dire che gli articoli che scriviamo sono frutto della nostra drogata fantasia. Salvo poi essere confermati dagli eventi che neanche il più lecchino della schiera di Occhiuto può negare.

La gente dice: voi raccontate tutto questo, e poi non succede mai niente. O dite cazzate oppure…

Ecco dopo “oppure” la gente ha paura a concludere la frase. Che concludo io… “oppure siamo di fronte ad una evidente complicità della procura che da una parte dice che esiste la corruzione a Cosenza, perché non può negarla, e dall’altra ammuccia sistematicamente, per mero interesse personale, ogni intrallazzo che coinvolge Occhiuto”.

Non so più in che lingua scriverlo: se non succede niente, nonostante anche Occhiuto dica che al Comune hanno rubato, la colpa non è nostra, ma di Spagnuolo che oltre a pavoneggiarsi a tutore della Legge in qualche “conferenza”, di più non riesce a fare. E non perché impedito da chissà quale potere occulto, ma perché ha una cambiale grossa quanto una casa da pagare ad Occhiuto: l’assunzione dalla sera alla mattina del nipote a dirigente alla cultura del Comune di Cosenza senza che ce ne fosse bisogno. Una assunzione che tutta la città ha recepito come la più classica delle pastette. E poi perché, Spagnuolo sa bene, che indagare Occhiuto significa indagare almeno mezza procura. E questo non lo può fare, perchè gli scheletri nel suo armadio non mancano, e qualcuno potrebbe tirarli fuori. Un continuo ricatto, è così che si amministra la giustizia a Cosenza.

In questo quadro desolante e squallido l’unica cosa che riesce a fare, Spagnuolo è mandare messaggi trasversali alla nostra redazione su spinelli e cazzate simili.

Il problema di Spagnuolo non è la corruzione che dilaga e costringe la città ad una perenne povertà, ma come neutralizzare Iacchite’. Si lavora alacremente sugli spinelli di Carchidi.

La complicità della procura, nelle coperture ad Occhiuto, è cosa chiara a tutti, come le ruberie in Comune. Certo c’è paura a dirlo apertamente, e lo capisco, il rischio di passare qualche guaio, mettendosi contro un potere così forte, è alto. Meglio avere a che fare con la malavita che con un pm corrotto. Meglio aprire un faida con la ‘ndrangheta che avere contro una procura corrotta. Anche perchè se al malavitoso con il quale hai un problema, contrapponi un altro malavitoso amico tuo, alla fine puoi appaciare. Con il clan del tribunale questo è impossibile. Quando ti puntano sei rovinato. Perciò la gente non parla, hanno paura dei magistrati collusi che a Cosenza sono tanti, e forti. E se a questo ci aggiungi una stampa asservita che replica ad orologeria a tutto quello che noi scriviamo, solo per difendere i ladroni ed i politici corrotti di cui stanno al soldo, il quadro si fa sempre più torbido.

La prova della loro complicità, così come per i ladrocini, sta tutta nelle loro azioni. Vedi la Manzini che non riesce a concludere una indagine neanche se il reo confessa. O Cozzolino che indaga su Cirò, roba da far ridere i polli per una settimana. Sequestrano carte al Comune un giorno sì e l’altro pure, non per indagare o trovare i riscontri come pensate voi, ma per farle sparire prima dell’arrivo della DDA.

Ma non sono solo i pm il problema del tribunale, ma anche i Gip. Che nel caso di Potestio, Cucunato, e Pecoraro, traccheggiano sperando in un “riscuardu”.

Questa è la situazione che tutti sapete. Non siamo noi ad inventare niente, ma è la Legge che in questa città non funziona. Noi più di denunciare non possiamo fare. Spetta a chi di competenza intervenire per liberare la città dal questa assurda cappa del malaffare che ci impedisce di vivere.

Quindi non sperate nell’intervento della procura di Cosenza che al massimo potrà accusare noi di essere dei fumatori incalliti di spinelli.

GdD