Cosenza corrotta: per Occhiuto non c’è due senza tre

Non c’è due senza tre. Dopo la notizia, tenuta ben nascosta per mesi, dell’iscrizione nel registro degli indagati di Occhiuto nel procedimento penale a carico di Clini e Cummara, ad opera della Dda di Roma, oggi arriva la seconda: Marisa Manzini, tra una pettinata e l’altra, iscrive nel registro degli indagati Occhiuto nel procedimento penale a carico di Giuseppe Cirò relativo alle ruberie avvenute all’economato comunale, dal 2013 al 2016, in merito a missioni istituzionali e viaggi del sindaco, in realtà mai avvenuti.

Era stato proprio Occhiuto a denunciare il fido Cirò, divenuto troppo scomodo per le sue “manie di grandezza”. Ad osteggiare l’avanzata di Cirò, la storica segretaria di Occhiuto, Emanuela Gagliardi, che informa il sindaco dello strapotere esercitato impropriamente da Cirò nei riguardi di dirigenti e funzionari comunali “costretti” a sostenere, oltre a quelli del sindaco, anche i suoi intrallazzi. Una situazione pericolosa per Occhiuto che non poteva e non può rischiare “defezioni”, specie se arrivano da uno come Cirò che gli intrallazzi e i meccanismi truffaldini li conosce tutti. Da qui la decisione di Occhiuto di giocare d’anticipo, contando sempre sulle sue solide amicizie al porto delle nebbie: decide di denunciare Cirò in procura al suo amico Cozzolino (Pm corrotto), accusandolo di essersi appropriato indebitamente, attraverso documentazione falsa, di somme, oltre 80mila euro, dall’economato comunale per viaggi istituzionali del sindaco mai avvenuti.

E infatti fino a che l’inchiesta è rimasta nelle mani di Cozzolino, nessun problema, ma dopo decine e decine di nostri articoli – dove spieghiamo che il Pm Cozzolino altro non è che un appartenete alla cupola masso/mafiosa cittadina che da anni condiziona la vita economica e sociale della città con la complicità dei suoi superiori e di altre importanti figure istituzionali – la Manzini è stata costretta a levargli l’inchiesta. Giova ricordare che il PM Cozzolino è uso frequentare indagati e politici, come testimonia la foto: Cozzolino beccato  a cena con un  indagato eccellente l’ex capogabinetto di Occhiuto, Potestio, e il presidente del consiglio comunale Caputo. Una cena avvenuta qualche settiman prima del blitz della Manzini al Comune di Cosenza.

Da quel momento in poi la Manzini ha iniziato a rovistare tra le carte comunali, e ad ascoltare le lunghe confessioni di Cirò, scoprendo quello che noi sosteniamo dal primo giorno: il denaro prelevato truffaldinamente da Cirò dall’economato finiva nelle tasche di Occhiuto per i suoi viaggi segreti che nulla hanno a che vedere con le istituzioni. Occhiuto non potendo più utilizzare bancomat, e non potendo fare movimenti di denaro, per le sue note vicende di fallimenti, debiti e cambiali, utilizzava il denaro pubblico, prelevato da Cirò con carte false dall’economato, per allontanarsi dalla città per viaggi di natura personale. Ma non è solo Occhiuto a finire incastrato da Cirò, nello stesso procedimento, la Manzini, ha iscritto come indagati anche i pretoriani di Occhiuto, i vigili urbani Fuoco e Scornajenchi. Insomma la verità inizia a venire fuori, anche se c’è voluto tanto.

Dal canto suo Occhiuto cerca di replicare alle gravi accuse nel solito modo: sono cose vecchie, non conosco nessuno, non ricordo, mi vogliono far fuori, c’è un complotto contro di me, la colpa è degli altri,  e le solite cazzate che racconta, alle quali, oggi, solo chi è veramente lecchino nell’anima può credere.

La situazione giudiziaria di Occhiuto è disastrosa: decine di procedimenti penali e civili a suo carico per fallimenti, vrusci, e debiti di ogni natura. A questi ora si aggiungono i due procedimenti penali in corso: quello della Dda di Roma e quello della procura di Cosenza. Occhiuto è accusato, anche se lui minimizza (tipico dei delinquenti abituali) di reati gravi: di associazione a delinquere, riciclaggio, abuso di ufficio, truffa, peculato, falso, turbativa d’asta, e tutta una serie di reati “accessori” che non riporto.

A questi reati, mancano, però, ancora quelli più importanti: associazione mafiosa e voto di scambio. Dopo Roma e Cosenza, manca la Dda di Catanzaro.  E non è peregrino a questo punto pensare che in questo senso qualcosa già si è mossa, e che Occhiuto tiene ben nascosta. Ma se così è lo sapremo presto, basterà tenere d’occhio l’ufficio di Gratteri lunedì mattina per vedere se si presenta qualcuno.

Come dire: non c’è due senza tre.