Se è vero, come è vero, che il prossimo candidato alla presidenza alla Regione potrebbe essere Nicola Gratteri, purtatu du PD, è anche vero che la sua attività da procuratore antimafia è solo una fase di passaggio nella quale non bisogna impegnarsi più di tanto. Una candidatura che non è lontana nel tempo.
L’offensiva contro Oliverio è iniziata, non solo da parte della stampa, ma soprattutto dai suoi nemici interni del PD che sono tanti ormai. Alcuni dicono ca Oliverio un si mangia i cuddruriaddri.
Checchè se ne dica, questa “sensazione” è nell’aria. Sondaggi o non sondaggi. La gente non ne può più né di lui né della sua armata di parassiti che si tira dietro. Molti consiglieri regionali del PD lavorano per questo: portarlo finito. Parliamo di quelli che sono sicuri di ritornare a sedere sullo scranno regionale che vale, lo ricordiamo, 20.000 euro al mese.
Chi invece non sa se ripeterà la culata, o ha perso appoggi per il voto clientelare, difende Palla Palla, ormai arroccato nel fortino. Non ci sarà una seconda fase. Potrà resistere al massimo fino al referendum, quando allora, oltre a lui, sarà travolto l’intero PD e tutti i suoi satelliti. Il giorno della Liberazione.
Dunque, se il PD ha deciso di uscire dalle secche in cui si è cacciato e dalle sabbie mobili in cui si troverà dopo il referendum, non può che “ripresentarsi” in pubblico sotto un’altra veste. E chi meglio di un uomo ligio al dovere e onesto come Gratteri può rappresentare questo “cambiamento”? Nessuno, secondo me.
Il dottor Gratteri non ha mai nascosto le sue velleità politiche, e lo abbiamo visto con la storia della mancata nomina a ministro nel governo Renzi, ed una proposta di candidatura a presidente della Regione con tutta la sua popolarità, non è certo cosa che si rifiuta. La sua sarebbe una candidatura vincente al 100%.
Perché lo spessore della sua candidatura, sulla quale Renzi e tutti i renziani non hanno niente da dire, anzi è vista come una sorta di risarcimento danni proprio per la mancata nomina a ministro, potrebbe far recuperare ai calabresi la voglia di ritornare a votare.
Se così è, e così potrebbe essere, capite anche voi che Gratteri non può nelle vesti di procuratore antimafia procedere su Cosenza e nello specifico contro Occhiuto, il suo antagonista alle prossime imminenti elezioni regionali.
Se Gratteri arrestasse domani Occhiuto per tutte le cose che l’antimafia ha scoperto su di lui, oltre ad essere chiamato in causa da diversi pentiti, e poi, tra tre mesi la gente si trova Gratteri candidato alla Regione, dopo che ha arrestato il suo principale antagonista politico, voi capite che “qualcuno” potrebbe malignare.
Come a dire: ha arrestato ad Occhiuto, non perché è colpevole, ma per non ritrovarselo avversario alle elezioni. E così abbiamo risolto il perché del suo temporeggiare rispetto alle esecuzioni di inchieste sul voto di scambio politico/mafioso a Cosenza che hanno oltre 3 anni. Non può muoversi su Cosenza perché c’è Occhiuto.
Nel frattempo, come tante volte vi abbiamo spiegato, mette a segno qualche operazione di “contorno” giusto per far vedere che fa qualcosa. Ancora una volta, e con chi non te l’aspetti, come è facile capire, è la falsa politica a determinare scelte che stanno in capo e nei doveri della Giustizia. Del resto “la situazione della Giustizia in Calabria è grave, ma non è seria”. Per non parlare di quella politica.
GdD