Bisignano senza sindaco: condanna definitiva per Umile “Laqualunque”

Umile Bisignano

Il sindaco di Bisignano Umile Bisignano, alias Cetto Laqualunque o semplicemente “Umilicchio”, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per concussione e violenza privata.

La Corte Suprema di Cassazione nello scorso mese di maggio aveva rinviato il processo ad altra sessione della Corte di Appello di Catanzaro, rigettando il ricorso proposto dal sindaco Umile Bisignano. E adesso, con questa nuova condanna, non ci sono più alibi. Né tantomeno problemi di… interpretazione.

Eh sì, perché a maggio risultavano infondate le notizie apparse già nell’immediatezza di fine udienza sulla stampa locale/quotidiani online e su alcuni social network, i quali divulgavano a mezzo stampa una falsa prospettazione della realtà emersa dal dispositivo emesso dai giudici della Suprema Corte nell’udienza tenutasi a Roma il 19 maggio scorso.

La Suprema Corte era incaricata nella fattispecie di giudicare il primo cittadino di Bisignano, sul quale pendevano più capi d’imputazione e nello specifico è accusato di concussione (art.317 Codice Penale) nei confronti dell’imprenditore Ivan De Bonis, e di violenza privata (art.610 Codice Penale) nei confronti del politico Alessandro Russo, reato successivamente prescritto.

Secondo l’accusa, oggi confermata dai giudici, il sindaco Umile Bisignano approfittando del suo ruolo, ha condizionato la gestione della casa di riposo “Vincenzo Giglio”. In particolare, ha minacciato Ivan De Bonis – all’epoca dei fatti amministratore delegato della struttura –, intimandogli che se non avesse assunto o licenziato le persone da lui indicate, il Comune non avrebbe pagato i debiti che aveva nei confronti della casa di riposo.

In sostanza, in questo frangente si è ritornati in aula: la Corte di Appello di Catanzaro tramite altre sezione è stata chiamata a emettere nuovo giudizio, in seguito della decisione della Suprema Corte che annullava la sentenza impugnata. E ha deciso per condannare ancora Bisignano.

Il processo in sostanza era stato rinviato, per la fase rescissoria, non allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza cassata, ma ad un organo di pari grado, cioè ad un altro tribunale, se ad essere cassata è sentenza di tribunale, ovvero ad altra corte d’appello se la sentenza proviene da corte d’appello.

Nonostante questo, Umile Bisignano era comunque rientrato nelle sue funzioni di sindaco approfittando delle difficoltà di interpretazione della controversa materia della sospensione del primo cittadino. Legge Severino, reato di concussione e compagnia bella.

A Bisignano aspettavano questa sentenza della Corte di Appello di Catanzaro, che è arrivata in un tempo relativamente breve. A questo punto, davanti ad una sentenza definitiva, Umile Bisignano è fuori dai giochi. Il tempo della notifica e la prefettura nominerà un commissario che reggerà il Comune fino alle nuove elezioni.

Il giudizio politico in merito al suo operato amministrativo verrà lasciato alla cittadinanza che ben conosce la situazione attuale.