Cosenza corrotta: tutte le truffe (e le coperture) di Mimmo Barile

Mimmo Barile

E’ dal 9 settembre 2015, da quando Iacchite’ è apparso per turbare la quiete del porto delle nebbie, che raccontiamo storie incredibili di abusi di potere che vedono protagonisti giudici corrotti e senza alcun pudore. Non solo di quelli che si occupano del penale ma anche e soprattutto di quelli che si occupano di civile.

Una di queste storie coinvolge due fratelli, Mimmo ed Ercole Barile, e rappresenta l’esatta fotografia di quanto sia corrotto e al servizio del potere il Tribunale di Cosenza. Questa storia abbiamo iniziato a raccontarla già da qualche tempo e oggi riprendiamo la narrazione per un semplice motivo: il signor Mimmo Barile, dopo aver trascorso qualche anno agli arresti (gli ultimi ai domiciliari) per vicende relative ai suoi traffici truffaldini nella Fondazione Field (è stato accertato che ha rubato 500mila euro!) è tornato in libertà e sta facendo vedere il suo brutto muso ai cittadini di Cosenza con la consueta spavalderia e con il suo fare notoriamente grossolano. Ma proprio stamattina, a pochi mesi di distanza, è tornato agli arresti e si è addirittura mossa la procura di Cosenza. Quanto basta per ricordargli chi è, da dove viene e che non ha guardato in faccia nessuno, neanche il fratello, per i suoi sporchi e luridi affari.

MIMMO BARILE E CICCIO MODESTO

Metti un calciatore di Serie A, un politico in bassa fortuna ma legato a doppio filo ad un magistrato influente, un faccendiere di Bari e qualche altro soggetto con precedenti penali.

Che cosa può legare queste persone apparentemente così diverse?

La notizia “silenziata” prende forma ed anche il lettore immediatamente inizia ad orientarsi. Il calciatore di Serie A è il crotonese Ciccio Modesto, arrestato poco più di un anno fa dalla DDA di Catanzaro e segnatamente dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto per una sua non meglio specificata partecipazione ad un giro di usura.

Il politico in bassa fortuna è Mimmo Barile, proveniente dall’estrema destra degli anni Settanta, consigliere comunale e provinciale a Cosenza con l’MSI fino ad approdare al consiglio regionale sotto le insegne di Forza Italia passando anche per una breve esperienza con il vecchio Giacomo Mancini ai tempi di Lista per Cosenza.

Barile
Barile

Ma Barile è anche un imprenditore, specializzato nel gestire alberghi come l’Executive e il Centrale e con le mani in pasta in tante (troppe) altre cose. E’ stato componente del consiglio direttivo della Confcommercio di Cosenza e presidente del Sindacato provinciale albergatori, quindi la nomina a presidente dell’Apt di Cosenza. Roba di turismo.

Una brutta vicenda gli costa una condanna definitiva e l’incompatibilità al consiglio regionale. Si rialza faticosamente e si rimette in circolo, Scopelliti gli affida la Fondazione Field ma nel 2013 arriva la seconda batosta, la più grave: arresto e rimozione dall’incarico per 500mila euro di ammanco. In gergo tecnico, peculato.

Mimmo Barile ha sposato negli anni Novanta Regina Puppio, figlia del noto dentista cosentino Giuseppe Puppio e sorella di Delfina, guarda un po’ il caso, a sua volta moglie di Vincenzo Luberto, il magistrato della DDA di Catanzaro che improvvisamente arresta Ciccio Modesto nel corso dell’estate scorsa per una vicenda che non solo si sgonfia subito ma che sembra davvero un “avvertimento” al calciatore.

copertina lubertoBarile e Luberto, dunque, hanno sposato due sorelle ed è facile concluderne che sono cognati. Come emergeva finanche dal dossier Lupacchini sul Tribunale di Cosenza quando il magistrato Facciolla accennava ad una causa per calunnia che aveva in corso con l’avvocato Sorrentino e con Barile, definito come “imprenditore e politico di Cosenza, cognato di Delfina Puppio, moglie del collega Vincenzo Luberto…”. 

Ma che c’entra Barile, il politico ed imprenditore in bassa fortuna, con Ciccio Modesto, il calciatore professionista che invece all’epoca (siamo più o meno nel 2010) è all’apice della carriera?

Mimmo Barile fa anche il procacciatore di affari, insomma l’intermediario, e per un certo periodo si lega con tale Tommaso Giotta, avvocato barese.

Barile entra in contatto con Luisiano Castiglia, ormai anziano esponente della malavita cosentina e del vecchio clan Perna, con suo figlio Luca e con il genero, che è proprio il famoso calciatore Ciccio Modesto, che ha sposato la figlia Francesca.

Luca Castiglia e Ciccio Modesto sono soci della società FLI Company e hanno bisogno di acquistare un complesso immobiliare a Roma. Barile si propone da intermediario e propone un lotto in via dei Serpenti per il quale c’era una procedura concorsuale pendente presso il Tribunale di Roma.

bariE’ una truffa, che si consuma con spietato cinismo. Barile tiene il sacco al faccendiere di turno, che è l’avvocato Tommaso Giotta di Bari. Organizza un incontro con i Castiglia e con Modesto e ottiene da loro la somma di 50mila euro. Seguiranno altre consegne, versate con assegni per un ammontare complessivo di 1 milione 250 mila euro, facendo credere ai Castiglia che si trattava di somme per perfezionare l’acquisto del complesso immobiliare.

In realtà questo complesso immobiliare Giotta e Barile non potevano venderlo proprio a nessuno. Al Tribunale di Roma insieme a questo complesso immobiliare di via dei Serpenti c’era in ballo il fallimento della Augustea Immobiliare srl ed era su questa base che si consumava la truffa.

Giotta e Barile consegnano ai Castiglia e a Modesto un ricorso apparentemente inerente la proposta di concordato preventivo presentata al Tribunale di Roma nel loro interesse ex art. 124 legge fallimentare e una fattura, artatamente predisposta, nella quale si attestava che le somme sino allora versate dai Castiglia fungevano quale deposito cauzionale per l’acquisto della proprietà degli immobili indicati senza che il Giotta avesse mai effettuato il benché minimo intervento nella procedura concorsuale, alla quale risultava totalmente estraneo.

I soldi andavano a finire invece nelle tasche di Barile e Giotta.

Ciccio Modesto con la maglia del Cosenza
Ciccio Modesto con la maglia del Cosenza

I Castiglia e Ciccio Modesto ci hanno messo un po’ di tempo ma hanno scoperto tutto e hanno denunciato Barile e Giotta alla procura della Repubblica di Bari e le notizie che vi abbiamo dato scaturiscono dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari che è stato disposto nel mese di febbraio.

Non sappiamo a che punto sia il processo ma ciò che interessa in questa sede è la situazione del magistrato Luberto. Arresta un uomo che ha denunciato suo cognato in una vicenda arrivata già da un po’ di tempo a conclusione indagini e quindi ancora in pieno svolgimento. Tra l’altro con pochissimi indizi a suo carico, come dimostrato dalla decisione del Riesame di annullare il provvedimento. 

Nell’avviso di conclusione delle indagini c’è anche scritto che il fatto è stato commesso a Bari, dove i Castiglia portavano i soldi, fino al 24 gennaio 2013.

La data è importante perché, in seguito, Mimmo Barile concluderà il suo rapporto con la moglie e quindi, teoricamente, non sarebbe più strettamente congiunto di Luberto.

Ma tutto questo avviene nel corso del 2014 e quindi dopo che il reato è stato commesso.

Ed è facilissimo argomentare che due cognati, anche dopo una eventuale separazione dalla moglie o addirittura dalle mogli, rimangono comunque sempre legati e sempre in contatto.

TUTTE LE TRUFFE DI MIMMO BARILE

Mimmo Barile è diventato un esperto in truffe e nel 2011, ovvero nello stesso periodo in cui fa scucire soldi a Ciccio Modesto per riempirsi le tasche, porta a compimento un altro “colpo” ma questa volta ai danni del fratello Ercole.

Cosa c’entra Ercole Barile in questa vicenda? Se pur di straforo, suo malgrado, c’entra.

Sì, perché pare che nel dicembre dell’anno di grazia 2011 Ercole sia stato costretto a svendere il suo consistente patrimonio al fratello Mimmo. Il Barile politico ed imprenditore aveva portato, con meccanismi studiati ad arte e con consulenti esperti in tali manovre, le aziende di famiglia sull’orlo della bancarotta.

Ercole, di conseguenza, doveva accontentarsi di una misera liquidazione oppure… niente.

Ma torniamo a Ciccio Modesto. Nel dicembre 2011 Ercole Barile viene liquidato con cambiali (gran parte delle quali mai andate a buon fine) e con un acconto in assegni, che, guarda un po’ il caso, portano la firma dell’avvocato barese Tommaso Giotta. E quando chiede a che titolo questo Giotta, di cui per la prima volta Ercole sente parlare, emette assegni in suo favore, la risposta è perentoria: non sono fatti tuoi!

Ercole verrà a sapere chi è Giotta direttamente dai militari della Finanza che stanno indagando sulla truffa di Mimmo Barile ai danni di Ciccio Modesto e dei Castiglia. Le Fiamme Gialle vogliono sapere come mai Ercole Barile si trova in possesso di questi assegni firmati dall’avvocato barese. E meno male che tra i due fratelli esiste un solido muro divisorio costituito da un bel mucchio di denunce e di giudizi maturati in otto anni di “guerra” e tutti messi in piedi da Mimmo, con l’aiuto di consulenti lestofanti, giudici compiacenti e qualche politico “accriccato”.

– (continua)