Cosenza, cronaca (semiseria) di un pomeriggio di passione

L’appuntamento è alle colombe di Baccelli, anche se non sono più a piazza Kennedy da una vita. Il cazzaro le ha messe di fronte a “I Due Fiumi” non si sa bene perché (come il 99% delle cose che fa) ma di sicuro le ha recintate per bene con quelle orribili transenne arancioni e quelle “gabbie” che proprio come un lapsus freudiano devono ossessionarlo nelle notti piene di incubi che passa ormai da un po’.

A proposito di “gabbie”, il cordone delle forze dell’ordine rasenta il paradosso e il grottesco. Risate a crepapelle tra i manifestanti quando scorgono la sagoma di Giacomo Fuoco, (ex?) bodyguard del cazzaro (avissim’i fa ca piglia ancunu buffu!), addirittura con la divisa da vigile urbano… Per chi non lo ricordasse, il fido Fuoco è quel mattacchione che mentre accompagnava il sindaco con l’auto blu del Comune a Lamezia si intratteneva con una gentile prostituta in quel di Gizzeria: un mito, non c’è che dire.

Tra le file della digos, invece, la parte del leone la recita lo spompato Infusino, ché proprio di nuove leve non se ne parla mentre vicino a lui c’è un tale che somiglia molto al re indiscusso dei giornalisti lecchini di Calabria (Pasquale Motta di LaC) ma si tratta solo di una forte somiglianza. Tra i carabinieri invece spicca la “panza” prominente di un agente che suscita ancora ilarità tra i presenti: e se succede qualcosa, come fa quello a rincorrere qualcuno? Le “guardie” hanno concesso ai manifestanti di appendere alle orribili transenne due striscioni che chiariscono bene il leit-motiv della protesta: No alla metro sì alla democrazia; 160 milioni di bugie per i vostri affari. Mario Bozzo, attempato leader del Comitato No Metro, chiama la folla al microfono scandendo i tempi della manifestazione mentre la gente inizia ad affluire numerosa e a prepararsi al corteo dispensando battute a iosa sugli stati d’ansia di Mario Occhiuto, ormai diventato zimbello d’Italia con tutte le cazzate che spara giornalmente e sull’avidità (con connessa tirchieria) del Palla Palla de noantri, dipinto a giusta ragione come un “turriero” che ha fatto fortuna senza sapere neanche lui come. Non pervenuti Manna (ma c’era qualcuno, proveniente da Rende, che mimava il verso delle anatre) e Iacucci (del quale qualcuno cercava insistentemente la “fidanzata”).

Prima che il corteo finalmente si metta in moto, una serie di urlacci catalizzano improvvisamente l’attenzione. Lo spezzone dei grillini è in agitazione: qualcuno si lamenta di essere stato aggredito verbalmente e non solo e tutti gli uomini di buona volontà si danno da fare per cercare di capire chi è il “sabotatore”, paventando la presenza di qualche lecchino occhiutiano. In realtà, tuttavia, non c’è nessun “sabotatore”. A inveire contro i grillini era Marcello Gallo, anche lui ormai attempato leader di Ciroma, il quale sostiene ad alta voce che i rappresentanti pentastellati dovrebbero fare qualcosa di più per mandare a puttane (Fuoco si era girato dall’altra parte…) il progetto della metro. La lite si ricompone con grandi abbracci dopo qualche minuto e finalmente il corteo può partire.

Il pasionario Sasà fa vedere a un gruppo di manifestanti i post di scherno dei lecchini di Occhiuto, pronti a bollare con il solito “quattro gatti” la consistenza numerica dei manifestanti e allora sia lui sia il corteo si appellano ai “quarantaquattro gatti” di zecchiniana memoria per sbertucciare i seguaci del cazzaro, aggiungendo però che sono in fila per venti col resto dei… debiti di Occhiuto (fate un po’ voi i conti). Eh sì, perché appare subito chiaro che a mettersi in cammino verso via Arabia ci sono un bel po’ di persone: sicuramente più di 700 e cammin facendo si arriva almeno fino a mille. Per la questura, invece, sono i soliti 350 ma si sa che – storicamente – le stime della polizia hanno sempre fatto cagare…Quando il corteo si immette verso corso Mazzini spunta la “cabeza blanca” del senatore Nicola Morra. Si intrattiene con qualche cronista zelante, con i militanti a lui fedeli e – ovviamente – anche con la questura, ché di questi tempi e con questi chiari di luna non si sa mai. Intanto, in prima linea, Mario Bozzo e i suoi fratelli (si fa per dire) espongono i cartelli “No Metro” e gli si legge in faccia la soddisfazione per aver portato al corteo un numero adeguato di protestanti.

A piazza XI Settembre la consistenza del corteo è finalmente chiara a tutti (tranne alla questura, of course) ma chi vorrebbe ascoltare qualche coro da stadio contro Palla Palla e il cazzaro rimane un po’ deluso: niente da fare. In compenso, tuttavia, molti discorsi aumm aumm tra i manifestanti si incentrano sulla possibilità (notturna) di andare a frantumare le orribili transenne arancioni del cazzaro e le relative gabbie: se po fa, se po fa…

A via Arabia per qualche minuto la scena se la prende la deputata grillina Anna Laura Orrico, anche lei catapultata improvvisamente in uno scenario che non avrebbe mai potuto immaginare. Dispensa sorrisi e strette di mano e – vivaddio – ha una presenza sicuramente più incoraggiante di quella dell’oscuro Morra, che non gode di grandi slanci neanche tra gli “orrichiani”, pensa tu come siamo conzati…Il prode Canaletta, nel frattempo, ha dato sfogo alla sua creatività per portare nel corteo gli oggetti desiderati: due “metri” (quelli con i quali si prendono le misure) conzati con la forma di “no”. Come al solito una bella trovata e tanti selfie per festeggiare la riuscita della manifestazione, che non era per niente scontata.

Tra i commercianti, ci sono anche i titolari della stazione di servizio Ip che insiste sul viale e lamentano il crollo degli incassi, snocciolando una serie di sacrosante maledizioni alle transenne di Occhiuto, mica a lui… Proprio non si può fare a meno di pensare al cazzaro. Il buon Matteo Olivieri riferisce addirittura che non è escluso che possa materializzarsi dentro le fontane di via Arabia ma dietro di lui una giovane donna lo corregge: “Matteo, lui non c’è ma in compenso ci sono centinaia di fastidiosi moscerini che lo rappresentano…“. Sì, perché su corso Mazzini ieri sera l’afa aveva “richiamato” insetti a frotte e molti cittadini lamentano ormai da mesi l’idiosincrasia del sindaco per la disinfestazione (ma vida na pocu cchi luardu, commentava una signora).

Dicono che l’ultimatum di Occhiuto scada giorno 25 ma non ci crede nessuno – come da copione – mentre qualcun altro osserva che alla manifestazione sono clamorosamente assenti i militanti del Movimento Noi. Ma c’è sempre qualcuno più informato di noi che ci chiarisce l’arcano: sono a Roma, in missione per conto di… Lui (il principale).

Siamo agli sgoccioli. Un ultrà della vecchia guardia arringa un gruppetto e si lamenta della mancanza di cori e goliardia… ecchiccos’è sta musciaria e allora improvvisa uno slogan da cantare (rigorosamente a bassa voce): “… Son contento solo se vedo sparire Occhiuto… Mario Occhiuto sei un cazzaro, vavatinni a Catanzaro!!!”. Ma siamo sicuri che lo vogliono?