Cosenza, De Cicco: solo kiakkiere e distintivo

Francè, lo sai che quello che sto per dirti è scevro da qualsiasi pregiudizio nei tuoi confronti. Né nessuno mi ha commissionato un articolo per attaccarti. Questo, su di noi, lo pensano solo i lecchini e chi ogni giorno bastoniamo.

Da quando ti conosco ci siamo sempre parlati chiaro. Com’è mio costume. Non ho mai avuto niente nei tuoi riguardi e ogni volta che ci siamo incontrati, è sempre stato un momento di confronto e discussione. Non ti sei mai tirato indietro. Tant’è che sei uno dei pochi che non teme le nostre domande. E questo ti ha reso vero ai miei occhi. Ho scritto diverse volte su di te. Mi ha sempre colpito la tua schiettezza. E quel tuo essere popolano “senza mai perdere la tenerezza”.

Duro all’aspetto, ma con tanta umanità. Artigiano del proprio dire e del proprio fare, e sapiente comunicatore. Trasformare i propri limiti in punti di forza non è cosa di tutti. E tu ci sei riuscito. Ma come? Sinceramente o no? Quella che ogni giorno vediamo è la tua faccia o una maschera?

Io ho inteso la tua parabola, da ragazzo di quartiere ad assessore, come una sorta di rivalsa popolare contro una politica ladrona che da sempre non si interessa dei quartieri e di chi li abita. Una specie di rappresentante del popolo. Anche se stai con Occhiuto. E’ questa l’idea che ho sempre avuto di te. E come sai l’ho espressa tante volte.

Certo, il tuo essere popolano porta con se, inevitabilmente, tutte le contraddizioni del caso. Che in te non mancano. Come in tutti noi. Il vivere la dimensione di quartiere comporta necessariamente l’utilizzo di codici e linguaggi che per loro “natura” possono prestarsi a fraintesi. Come a dire (sbagliando): se sei uno che vive nei quartieri sei un potenziale malandrino. Sappiamo tutti che non è così. Ma questa voce a Cosenza è dura a morire. E la tua carriera politica ha dimostrato ancor di più che non è così. Se ci si impegna, chiunque ce la può fare. E tu ti sei impegnato. Ma in che modo? Con lealtà e trasparenza, oppure anche tu davanti fai una faccia, e dietro ne fai un’altra pur di arrivare al tuo scopo?

Perché se sto ad uno dei tuoi slogan preferiti, ovvero la coerenza, che fino ad oggi non avevi mai tradito (almeno non pubblicamente), dico che anche tu hai più facce.

Hai sventolato sin dal primo momento la bandiera della coerenza come carattere distintivo della tua personalità, e questo è piaciuto molto alla gente che ti ha scelto. Non puoi tradire il “codice”. A te, nelle vesti di politico, non è permesso venir meno a principi e doveri, etici e morali. Se dici datemi il voto perché  quello che dico faccio, è questo che poi si aspetta la gente.

Dunque non puoi sfuggire da questo. Se lo fai perdi la faccia. Ti tocca essere coerente con quello che hai detto. Anzi che hai gridato e scritto.

Tu sei stato protagonista, ad inizio consiliatura, di un duro conflitto con Occhiuto. Nonché braccio “armato dei magnifici sei”. Accusavi il tuo sindaco di aver preso una deriva politica ribadendo con forza il tuo (vostro) no alla metro. Dicevi che Occhiuto si era “venduto” a Palla Palla, e che aveva aperto le porte della maggioranza ai traditori. Gli rinfacciavi la scarsa attenzione per i quartieri e le sue politiche clientelari nelle nomine  di assessori e consulenti. Addirittura non vi siete presentati in consiglio mandando sotto la maggioranza, salvata, a tuo dire, dai traditori.

In quel periodo noi ti abbiamo chiesto: Francè ma state a fa casino perché vi ha lasciati senza “orzo bimbo”? E tu ti sei affannato a gridare ai quattro venti che la tua “opposizione” era solo di natura politica per l’interesse dei cittadini, e che della nomina ad assessore non te ne fregava niente. Abbiamo insistito su questo, ma tu non ti sei smosso di un millimetro della tua posizione.

Hai giurato e spergiurato che mai avresti accettato questa nomina. Di più, ci hai raccontato di averla più volte rifiutata. Oggi invece accetti quella nomina come se niente fosse successo o niente avessi detto. Così, con nonchalance, come fosse acqua fresca.

Dunque la tua opposizione non era politica, ma solo un ricatto ad Occhiuto per ottenere l’assessorato. Anche tu hai agito come fanno quelli che dici di disprezzare: i politici. Non ci sono dubbi, tale e quale agli altri, né più, né meno. Ci hai presi tutti per il culo. E lo hai fatto usando la buona fede di chi ti ha sostenuto. Ora questo è chiaro a tutti.

Io penso che l’assessorato non ti serve per rubare, ma solo per sistemare la tua situazione economica personale. Evidentemente con lo stipendio di consigliere non ce la fai, e ti serviva lo stipendio di assessore. Che non ci sarebbe stato niente di male a dirlo. Invece di prenderci in giro con la falsa politica. Tutti avremmo capito e anche accettato questa spiegazione. Ma hai preferito le chiacchiere alla verità. E non c’è giustificazione che tenga. Hai mentito sapendo di mentire.

Francè scusa ma te lo devo dire, sei solo kiakkiere (come scrivi tu) e distintivo.

GdD