Cosenza drogata: la Manzini “spacciatrice” di fumo

Non passa giorno senza che la procura di Cosenza, nella persona della dottoressa Manzini, faccia visita agli uffici pubblici di palazzo dei Bruzi.  Un viavai di finanzieri ininterrotto che dura da almeno 3 anni. Hanno sequestrato di tutto, interrogato tutti, e sottoposto ad indagini buona parte dei dirigenti comunali. Sulle scrivanie dei finanzieri sono finite tonnellate di atti amministrativi che raccontano la storia truffaldina dell’amministrazione targata Occhiuto. C’è di tutto: decine di milioni di euro in affidamenti diretti farlocchi, prelievi illegali dall’economato, consulenti “assunti” fuori dalle regole, nomine illegittime di dirigenti, debiti personali pagati con denaro pubblico, insomma centinaia di reati, consumati alla luce del sole e “certificati” dagli stessi atti amministrativi, che non riescono a trovare la giusta conclusione giudiziaria.

Si sa che le Giustizia in Italia è lenta, ma qui siamo oltre. Non si capisce se la Manzini, in tutto questo, c’è o ci fa. Sono anni che conduce indagini sulla pubblica amministrazione senza mai produrre uno straccio di risultato. Continua a sequestrare carte dagli uffici comunali senza mai “spiegare” al cittadino lo stato delle indagini e delle inchieste in corso, senza svelare i segreti d’ufficio. L’impressione generale sull’attività investigativa della Manzini è unanime: è sulu strusciu d’acqua. Infatti le domande più frequenti sul suo operato sono: a che serve mandare ogni giorno la Finanza al Comune se poi il loro lavoro finisce sistematicamente nel dimenticatoio? Che senso ha mobilitare tutto l’apparato investigativo cittadino se ogni volta tutto si “risolve”, giudiziariamente, al massimo con una interdizione di tre mesi dal lavoro per un dirigente comunale? In poche parole: le indagini della Manzini sono genuine o no?

Una spiegazione a questa finta iper attività della Manzini c’è: Marisa sa bene che a seguito della richiesta dei deputati cosentini 5 Stelle, in procura potrebbero materializzarsi, da un momento all’altro, i tanto attesi ispettori ministeriali, e sa bene che da una accurata ispezione potrebbero uscire numerose magagne tipo: omissione di atti di ufficio, insabbiamenti, archiviazioni farlocche, e impunità varie, nonostante chiari e dettagliati esposti. E siccome lei non ha fatto niente per fermare il grave andazzo di corruzione in procura, ma neanche è stata complice di Spagnuolo, Tridico, Cozzolino, fa finta di indagare sui reati della pubblica amministrazione per crearsi un alibi, senza però colpo ferire. Un modo per marcare le distanze dai corrotti, come a dire: cari ispettori, come potete constatare, io sto indagando, ma serve ancora tempo per giungere ad una conclusione giudiziaria, tant’è che sto ancora sequestrando carte per meglio definire il tutto, e poi la colpa non è mia se qui in procura si lavora solo per tutelare gli amici degli amici. Io faccio quello che posso.

Insomma il lavoro della Manzini è solo fumo negli occhi per gli ispettori e i cittadini, oltre che necessario per salvaguardare la propria posizione. Di fare Giustizia alla Manzini, come vi abbiamo sempre raccontato, non gliene frega niente, nonostante la consapevolezza dei gravi reati commessi dall’amministrazione Occhiuto a danno dei cittadini. Quello che fa Marisa altro non è che vendere fumo, e meno male che gli spacciatori eravamo noi. E a tal proposito, volevamo chiederle: Marì, na fa na deci (traduzione: Marisa ci venderesti una dieci euro del tuo buon fumo)?

Fumiamoci i supra che è megliu…