Cosenza, gli alunni della “Pizzuti” regalano un sorriso ai bimbi di Amatrice

“Se mi aiuti, mi sento amato e mi sento meno solo”. Un fondamentale principio esistenziale che si impara con gli anni certo, ma che si può e si deve imparare anche a scuola. Ecco perché una quarantina di bambini hanno appreso, durante il loro percorso formativo, che per vivere bene insieme bisogna saper amare e quindi saper andare oltre se stessi, oltre il proprio io nucleare. Per capire i bisogni degli altri.
E’ da qui che nasce l’idea di aiutare altri coetanei che anche se non si conoscono, si sentono vicini.

Questi “bimbi diventati grandi”, sono gli scolari della seconda A e della seconda B della scuola Lydia Pizzuti di via Misasi (ex via Roma) che hanno organizzato una raccolta di beneficenza, attraverso un mercatino allestito con i loro lavori (quadri, bambole di pezza, collane, bracciali, prodotti coltivati nell’orto scolastico) per tendere la loro piccola mano ad altri scolari che stanno vivendo una situazione di disagio.

Il ricavato della vendita è stato infatti devoluto all’Istituto comprensivo di Amatrice. Un aiuto per la ricostruzione della scuola dopo il tragico terremoto che ha colpito la città.
L’idea è il frutto di un lavoro intenso ed equilibrato tra apprendimenti emotivi e senso civico che le due maestre Giuseppina Arturo e Maria Rosaria Parise hanno saputo trasmettere ai loro alunni. E che rispecchia le linee dell’intera scuola primaria coordinata dal dirigente Massimo Ciglio.

Eh sì, perché andare oltre se stessi è un fondamento empatico che si impara, un apprendimento vero e proprio. Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva deve essere stimolato tutti i giorni e quale situazione educativa migliore è una classe con bimbetti in evoluzione, spiegano le due intraprendenti maestre con gli occhi pieni d’orgoglio per i propri cuccioli.

La generosità, la condivisione, l’altruismo sono concetti a volte difficili da comprendere per i più piccoli, ancora “egocentrici” e poco maturi, sono principi del vivere comune che si acquisiscono, stando insieme a quelli della stessa età sì, ma sono anche concetti che vengono spiegati, ampliati e favoriti grazie all’intervento pedagogico dell’adulto che li accompagna ogni giorno.

Ed ecco allora, che la crescita affettiva, la responsabilità sociale diventa il cuore degli apprendimenti, la finalità più importante del processo educativo, chiariscono ancora le due insegnanti.
Un impegno di due anni che è sfociato in un gesto concreto verso chi ha bisogno. Un grande salto di consapevolezza, perché i bambini della A e della B hanno imparato a capire come ci si sente se si fosse al posto di… Si sono messi nei panni dei loro coetanei di Amatrice e hanno capito che un loro gesto d’amore avrebbe fatto rinascere tanti sorrisi. Che un gesto d’amore rompe la tristezza, che basta poco per non sentirsi soli.