Cosenza, i giovani comunisti a sostegno dei lavoratori

Nonostante i mass media sia locali che nazionali controllati dai padroni diffondano a reti unificate la presunta morte del comunismo o, ancora peggio, la sua equiparazione al nazi-fascismo secondo il teorema storicamente infondato dei totalitarismi, tornano bandiera rossa e falce e martello in provincia di Cosenza.
Ci rendiamo conto che proprio in un momento storico come questo in cui i lavoratori sono sotto attacco, la disoccupazione dilaga, i salari non sono sufficienti a soddisfare i bisogni contemporanei e lo stato sociale è quasi completamente distrutto o privatizzato, in un periodo in cui si presentano tutte le condizioni per una nuova esplosione del conflitto sociale, l’ideologia dominante si prodiga per far passare il nostro pensiero politico come superato e anacronistico.
Tuttavia, proprio per i motivi sopra elencati, noi comunisti abbiamo deciso di ritornare a svolgere la nostra funzione storica, ovvero diventare l’avanguardia della classe lavoratrice, organizzandola per rovesciare questo sistema fondato su profitto e sfruttamento e costruire il potere operaio e popolare.
Il PC comincia la sua attività politica a Cosenza e provincia dimostrando che solo la nostra organizzazione, insieme alla gioventù comunista, è effettivamente capace di dare una prospettiva rivoluzionaria e non di retroguardia alle lotte di classi popolari.
pci
Una prova evidente di questo è stato l’appoggio concreto che abbiamo dato alla lotta dei disoccupati di San Giovanni in Fiore che ieri, 17 marzo, hanno presidiato la prefettura di Cosenza rivendicando lavoro, salario e dignità.
I disoccupati hanno accolto calorosamente il nostro intervento e hanno fatto propria la parola d’ordine “lavorare meno lavorare tutti” con cui abbiamo rivendicato l’abbassamento del lavoro a parità di salario per porre fine alla vergogna di giornate lavorative che durano fino a 15 ore al giorno mentre la piaga della disoccupazione si diffonde inesorabilmente. Inoltre la mobilitazione del Partito ha continuato il giorno dopo aderendo allo sciopero generale contro la guerra imperialista lanciato da SGB, CUB e SI COBAS.
I comunisti, armati di striscioni e bandiere rosse, hanno distribuito al call-center Comdata di Rende e all’Auchan di Corigliano Calabro un volantino con cui chiamano i lavoratori a lottare contro la guerra. Secondo noi la classe lavoratrice italiana non ha niente da guadagnare dagli interventi militari all’estero funzionali solo agli interessi delle grandi multinazionali come l’ENI pertanto la vera “guerra” che i lavoratori e gli strati popolari devono fare è quella contro i loro veri nemici ovvero i padroni, responsabili della drammatica condizione in cui viviamo, e riconquistando tutti i diritti persi negli ultimi vent’anni.
La nostra attività proseguirà radicandoci e portando la nostra lotta in tutti i luoghi di lavoro, ad esempio i call-center e la grande distribuzione, in cui la precarietà e lo sfruttamento raggiungono livelli inaccettabili, nei cantieri e nell’agricoltura, in cui il lavoro nero, la mancanza di sicurezza e la giungla dei sub-appalti si diffondono inesorabilmente, e nelle poche fabbriche del nostro territorio, luogo strategico della resistenza operaia.

I comunisti lotteranno per riconquistare stato sociale e diritti pubblici unendo le rivendicazioni dei lavoratori del settore e degli strati popolari, lottando per la totale ripubblicizzazione di essi sotto il controllo operaio e dei cittadini.
Il Partito Comunista, in piena continuità con la sua tradizione storica, si pone l’obiettivo di essere non solo un argine al sempre maggiore radicamento dei fascisti ma anche di debellare completamente la presenza della feccia di estrema destra dalla provincia di Cosenza.
Partito Comunista