Cosenza, il percorso di Zaffaroni: la serie B come traguardo, la sostanza prima di tutto

Da oggi è ufficiale: Marco Zaffaroni è il nuovo allenatore del Cosenza. Classe ’69 e nativo di Milano, dopo una lunga carriera da calciatore, trascorsa tra la serie B e la serie C del panorama calcistico nazionale, nella stagione 2009/10 inizia l’esperienza da allenatore a Perugia, in qualità di vice di Giovanni Pagliari. Nella stagione successiva ricopre l’incarico di capo allenatore alla Folgore Verano in Eccellenza.

Nel 2011/12 e nel 2012/13 è alla guida tecnica della Folgore Caratese in serie D, mentre la stagione successiva assume l’incarico di allenatore della Caronnese. Dopo il quadriennio vissuto da giocatore a metà degli anni Duemila, Zaffaroni torna al Monza come allenatore nel 2016. Qui resta per due stagioni e, con la formazione brianzola, raggiunge al primo anno l’obiettivo della promozione dalla D alla C1, salvandosi agevolmente nella successiva. Dopo il biennio monzese, arriva la chiamata dell’Albinoleffe, sempre in serie C1. Con la squadra lombarda raggiunge i playoff in entrambe le stagioni fermandosi però alle semifinali. Nella stagione passata ha eliminato il Catanzaro. 

Zaffaroni si è imposto all’attenzione generale allenando una squadra blasonata come il Monza e rispettando audacemente le aspettative prestagionali: la squadra, nella stagione 2016/2017, si è classificata al primo posto del girone A della serie D, ottenendo la promozione in C, e l’anno successivo si è qualificata brillantemente ai playoff per la serie B, dopo aver difeso un’ambita quarta posizione uscendo di scena però nel secondo turno. Nell’annata 2018-19 ha guidato il Monza fino a ottobre, venendo sostituito (dopo l’avvento di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani) da Cristian Brocchi.

Ma ha lavorato molto bene anche con l’Albinoleffe, con due stagioni di grande spessore, entrambe concluse con l’approdo alle semifinali dei playoff per la serie B e che gli sono valse le attenzioni del Chievo, che lo aveva ingaggiato prima di essere escluso dal campionato.

La sostanza prima di tutto. L’equilibrio al centro del sistema, dicono di lui gli addetti ai lavori. Tipo pratico Marco Zaffaroni. Mai disposto a vendere fumo, mai capace di regalare illusioni. Figurarsi ora, nella sua prima volta in una serie B che non ha mai visto da vicino se non quando giocava e in un periodo in cui al Cosenza appena ripescato servono solo fatti. Lui di parole ne spreca poche, un taciturno che ama far parlare il campo. Il suo verbo sono i risultati, fra due playoff filati per la serie B con l’Albinoleffe a dispetto dei pronostici, l’ultimo dei quali finito alle porte della finale dopo una bella battaglia con l’Alessandria e dopo aver eliminato il Catanzaro facendo godere i tifosi del Cosenza, che proprio per questo già lo conoscevano bene.

Il suo calcio è genuino, vero, senza bugie. Di sicuro le sue creature prendono pochi gol, visto che Zaffaroni è stato forgiato dalla dura Serie C dove promettere spettacolo spesso sa di presa in giro. Meglio badare al sodo, tanto più per il Cosenza di oggi che ha una fretta della Madonna. Il fatturato saranno i punti, ma anche la crescita individuale di chi non ha ancora scoperto tutti i propri margini. Sarà una lunga partita, ma è quella che anche Zaffaroni voleva. Dopo quattro annate positive era giunto il momento, a 52 anni, di fare il salto com’è successo a tanti suoi colleghi. Da Dionisi a Zanetti, ora addirittura in A. Non ha mai perso di vista la realtà Zaffaroni, fin da quand’era nei dilettanti e già la serie C gli sembrava la Champions League. La sana gavetta prima di tutto, e la passione per il pallone, principi da conservare sempre e comunque.