Cosenza, il settore welfare strumento per raccogliere voti

Chi opera al settore welfare del Comune di Cosenza?
Gli assistenti sociali in servizio sono tutti precari, coloro che sono stati assunti grazie al Fondo Povertà, fondo nazionale che gestiscono i singoli comuni, non percepiscono il pagamento del compenso da luglio 2020.

Gli educatori sono sempre collaboratori retribuiti attraverso i fondi ministeriali del PON Inclusione, stessa cosa per il personale che ricopre ruoli amministrativi.
I dipendenti del Comune di Cosenza, oltre alla dirigente e alla posizione organizzativa sono: 1 categorie C; 2 categorie B; 1 autista e 1 usciere/tuttofare.
Possono essere queste le risorse umane per rispondere ai bisogni sociali dell’intero ambito territoriale?

Senza il lavoro quotidiano degli assistenti sociali, precari e non retribuiti, ci sarebbe il totale immobilismo di un settore importantissimo per la vita dei cittadini.
Questi professionisti, che con il loro lavoro rispondono alle esigenze dell’intero ambito, e non solo dei soggetti sulla soglia di povertà, sono oggetto di insulti, calunnie e vengono visti come soggetti pagati per non fare nulla.

Queste professionalità sono state contrattualizzate a seguito di regolare selezione pubblica, le loro retribuzioni non gravano minimamente sulle case comunali infatti i loro compensi “dovrebbero” essere pagati con fondi ministeriali vincolati ma che l’amministrazione Occhiuto ha utilizzato evidentemente per altro. Sono sommersi da una mole di lavoro indescrivibile, frutto di anni di scarsa cura dei bisogni sociali del territorio.

In alcuni comuni del distretto non sapevano neppure che la presenza degli assistenti sociali é prevista per legge nella dotazione organica del personale comunale, meglio tacere su come si procedeva alla presa in carico dei soggetti vulnerabili.
In questo anno di emergenza sanitaria il settore welfare é diventato lo strumento per raccogliere consensi in vista delle imminenti elezioni comunali di Cosenza e gli assistenti sociali sono le vittime sacrificali di tutto quello che l’amministrazione non é riuscita a garantire ai cittadini.

Sarebbe anche normale ad un certo punto gettare la spugna, invece nonostante tutto hanno continuato a lavorare quotidianamente con ogni tipo di fragilità, hanno continuato a lavorare senza regolari compensi e in un ‘sistema’ che fa acqua da tutte le parti.
Un ambiente in cui non é facile non farsi sopraffare sul piano fisico, mentale ed emotivo dalle difficoltà giornaliere.
Certo ciò che fanno non é abbastanza, il sistema dei servizi alla persona, a Cosenza e in Calabria, continua ad essere carente e a non rispettare i livelli essenziali di assistenza sociale. In attesa dei miracoli, magari si attrezzeranno, restituiamo un po’ di rispetto a chi lavora nei servizi sociali con serietà e si scontra quotidianamente con mille e una difficoltà.

Lettera firmata