Cosenza, la deriva e la dittatura della digos. Rifondazione: “Qui a Cosenza facciamo così”

Raffaele De Marco, capo della digos

Qui a Cosenza noi facciamo così!

Nella città di Cosenza si vive un pericoloso tentativo di involuzione antidemocratica. Prima la questura di Cosenza ha fatto pervenire multe da mille euro a tre attivisti colpevoli di aver mostrato, in un tour guidato delle macerie del centro storico, le rovine di Cosenza vecchia e le responsabilità istituzionali di una situazione così drammatica. Poi, qualche giorno fa, continuando su questa scia autoritaria, è stata notificata la richiesta di sorveglianza speciale a tre attivisti, Francesco, Simone e Jessica, colpevoli in questi anni di aver partecipato alle lotte per i diritti per la casa e la salute, per la parità di genere e per i lavoratori.

Per tutti quelli che li conoscono bene, i protagonisti di quest’attivismo civile meriterebbero un encomio, specie dopo il mirabile impegno di tutti loro con Cosenza solidale durante il lockdown, poiché fanno vivere giornalmente i valori della nostra carta costituzionale, troppo spesso offesi e traditi dalle stesse istituzioni, mentre per la questura di Cosenza sono niente meno che dei soggetti “socialmente pericolosi”. Immaginiamo il disagio di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine che vorrebbero combattere davvero il crimine e la corruzione nel trovarsi davanti alla classica operazione dei vertici della questura, evidentemente nostalgici del ventennio, che hanno pensato bene di imbastire una serie di azioni fumose in cui vengono descritti come pericolosi criminali dei giovani militanti, probabilmente per nascondere le loro insufficienze nel perseguire i veri criminali della nostra città.

Purtroppo, però, assieme ad una questura di fatto scarsamente avvezza alla cultura democratica, dobbiamo segnalare il silenzio della politica cittadina. Al di la della prima presa di posizione del sindaco sulle multe e di una laconica ed incolore nota di un’assessora, nessun esponente del Consiglio comunale ha pensato bene di ribadire che Cosenza deve rimanere democratica, tollerante e solidale. Gli stessi che in campagna elettorale sbandieravano la partecipazione cittadina come risorsa adesso tacciono. Che Fratelli d’Italia e il centrodestra stiano in silenzio è normale, vista la loro storica affinità verso le diverse forme di autoritarismo e considerato il garantismo peloso cui si appellano quando spesso sono toccati loro esponenti.

Dall’altre parte, però, il Partito Democratico cosentino e i suoi esponenti non perdono occasione per dimostrare la loro inconsistenza democratica e politica, al punto che perfino quei rappresentanti comunali promotori (a parole!) delle lotte per il recupero del centro storico, ora tacciono. Da quelle parti, si sa, garantismo e cultura democratica sono risorse a cui attingere solo quando arrivano gli avvisi di garanzia agli amici potenti. Come Rifondazione Comunista parteciperemo alla manifestazione di giorno 21 al Salone degli Specchi della Provincia, un’assemblea che dovrà mostrare il calore e la vicinanza a tutti i colpiti da questo rigurgito repressivo fascistoide e che dovrà aprire una riflessione su cosa stia diventando questa città e su come organizzarsi per difenderne e ribadirne l’anima democratica che da sempre la caratterizza.

Al dirigente De Marco della digos diciamo che altri, che nel corso degli anni hanno provato a criminalizzare il dissenso e l’impegno dei militanti ed attivisti politici cosentini con mirabolanti ‘abilità investigative’, come avvenne nella vicenda No-Global, alla fine hanno dovuto sbattere il muso contro la realtà, fallendo miseramente nella società e persino nelle aule di giustizia. Per questo gli consigliamo la lettura del discorso di Pericle agli ateniesi, perché “Qui a Cosenza noi facciamo così”!

Federazione Provinciale PRC-SE Cosenza