Cosenza, la moglie del “marchese” in corsa per un posto di primario!

Foto di Fabrizio Liuzzi

In dirittura di arrivo il concorso bandito dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza per primario dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione. Finalmente, diciamo noi e anche i tanti candidati che da tempo desiderano, giustamente, far carriera. Spulciando tra i nomi dei candidati, ne esce uno altisonante, quasi nobile, che ci meraviglia e ci spinge a fare una piccola indagine.

Si tratta della candidata Cesira Palmeri di Villalba, nobile palermitana di 57 anni, che ambisce al prestigioso posto di primario. Ma chi è la signora in questione e perché ci interessiamo a lei? I motivi sono tanti, cominciamo col dire che Cesira è la moglie del “marchese” (tra virgolette perché è difficile resistere alla tentazione di ridergli in faccia per non dire altro…) Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona, che tanto fa parlare di se e di tutto ciò che lo circonda.

Ora è la volta della moglie, ricercatrice universitaria, con un curriculum di tutto rispetto, come si addice ai nobili che riescono sempre dove gli altri non possono osare. Vi chiederete cosa possa esserci di così strano se una persona in possesso dei titoli richiesti partecipi a un pubblico concorso. Forse la signora desidera lavorare nella città di origine del proprio coniuge, direte, ma il marchese non vive stabilmente a Cosenza, anche se qui ha ancora tanti agganci che gli aprono numerose strade e a quanto pare i suoi “ritorni” sono sempre più frequenti, almeno fino a quando la città sarà in mano ai truffatori e ai delinquenti che ben conosciamo e con i quali il Nostro si integra alla perfezione.

Dal curriculum di Cesira apprendiamo che ha svolto il ruolo di coordinatore del master universitario di cure palliative. Guarda caso, il capo del Dipartimento dell’emergenza – in cui ricade la Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione – all’ospedale di Cosenza è tal Francesco Amato, specialista in terapia del dolore, quindi cure palliative. Non serve essere né profeti né “zingari” per immaginare che avranno avuto dei contatti ravvicinati.

Del resto, Amato è potente, così tanto che ancora in molti non si spiegano come mai il dipartimento dell’Emergenza bruzia sia diretto da uno specialista della terapia del dolore. Un’anomalia che non trova riscontro in nessun altro ospedale d’Italia, dove la specializzazione del dr. Amato si inserisce negli spazi dell’oncologia (come accadeva anche a Cosenza negli anni passati) e non in quelli dell’Emergenza.

Non solo, Amato è addirittura il direttore di tale dipartimento e, quando è stato nominato, non era nemmeno primario di ruolo. C’è da aggiungere che l’ospedale di Cosenza non era a corto di primari di ruolo e idonei più di lui a ricoprire l’incarico de quo. Misteri potenti. E ora potrebbe essere lo sponsor della dolce metà del “marchese”, visto e considerato che sono indivisibili. Come ha detto il Bilotti alla stampa quel tragico 18 agosto, giorno dell’incendio a corso Telesio, il “marchese” e la “marchesa” erano insieme nella regale casa poco prima che divampasse l’incendio. E ci fermiamo qui per carità di patria.

Ma, tornando alle aspirazioni di primario della “marchesa”, pare esserci di più: i bene informati dicono che in sede di sorteggio dei commissari che dovranno esaminare i candidati per il concorso di primario di Anestesia, siano stati estratti due pizzini con i nomi di medici siciliani. Mistero siciliano… A tutto ciò si aggiunga che il “marchese” è grande amico e si scambia favori con Madame Fifì (è appena il caso di ricordare che ha avuto il fegato di far esporre la figlia a Roma: pensate voi come siamo combinati…), notoriamente “padrona politica” per questo tipo di incarichi e allora appare molto vincente la carta giocata da Cesira per occupare il posto di primario di Anestesia, ruolo che il marito le ha affibbiato da tempo, presentandola già come tale negli ambienti “in” di Cosenza. Il pettegolezzo (o gossip fate voi) quotidiano finisce qui, sperando che il concorso venga svolto regolarmente e vinto dal migliore. Senza misteri e speriamo anche senza “marchesi”.