Cosenza. M5S, attivismo e partecipazione: le ragioni di una rinascita

L’attivismo e la partecipazione – le ragioni di una rinascita

E’ già da un po di tempo che con l’amico Luigi, dopo varie riflessioni e visti i risultati strepitosi che il Movimento ha ottenuto in Calabria alle elezioni politiche, ci poniamo degli interrogativi:
– Cosa dovrebbe fare un cittadino di Cosenza oggi se decidesse di fare “attivismo” col Movimento 5 Stelle?
– Se una persona decidesse oggi di dare il proprio contributo ad un dibattito democratico di gruppo, a nostro avviso necessario e preventivo alla realizzazione di qualsiasi iniziativa sul territorio, dove potrebbe andare?
– Dov’è oggi a Cosenza un gruppo ampio e coeso di persone nel quale potersi confrontare, trovare aiuto e guida, discutere e proporre, per sentirsi “cittadini attivi”?
– Dove sono le iniziative che partono dal basso, dai cittadini, dalla “base” come diceva qualcuno, che dovrebbero render forte il Movimento?
– Quali sono le denunce, le proteste, le proposte in un territorio, il nostro, sempre più logorato e incancrenito da corruzione, omertà e disonestà?

La risposta è scritta nel dato di fatto, basta osservare la realtà: non c’è più un senso di attivismo e partecipazione coesa, non c’è più un modo di agire comune, un dibattito democratico e di gruppo che porti alla realizzazione di iniziative largamente condivise tra tutti coloro i quali, qui in città, sono pronti a dar battaglia in nome del Movimento. Non ci sono più eventi che dialoghino in modo vero e genuino con l’altra parte della città, con quelli che magari non la pensano come noi; eventi che possano essere partoriti dalla collaborazione proficua di ogni preziosa singola risorsa all’interno di un vasto gruppo. In sostanza non ci sono forse più iniziative che non siano ormai la solita passerella di portavoce più o meno noti nazionali e non.

Ancor di più ci pesa questo fatto e ci fa dispiacere se pensiamo all’enorme numero di voti che il Movimento ha ricevuto qui a Cosenza, tanti cittadini con i quali potenzialmente si potrebbe dialogare e trovare intesa, ma che contrariamente non porta ad un numero sufficiente di attivisti, di gente insomma che voglia darsi da fare per cambiare realmente le cose e farsi sentire. L’attivismo purtroppo qui (e forse non solo qui) non va a braccetto col consenso!

Certo è che qualcuno potrebbe dire: “ma fare attivismo non significa per forza partecipare a riunioni di gruppi più o meno estesi. Uno può fare attivismo anche per conto proprio o da dietro la tastiera del proprio PC”. Sicuramente questo è vero, c’è gente che lo fa e riesce anche a volte nei propri intenti. E’ altrettanto vero però che non si può trascendere da un fattore importantissimo: la “collegialità”, cioè la volontà dei singoli di partecipare ad un dibattito di gruppo, ampio e democratico su iniziative da intraprendere, su idee da proporre nel ridisegnare e ripensare il proprio territorio.

Senza una unione di intenti, senza una direttiva comune, senza un solco tracciato che ognuno, come meglio crede e riesce, possa seguire, le forze si disperdono. Senza una unione di intenti le singole voci perdono quel potere amplificante, quel megafono, che un gruppo condiviso può dare. E inoltre è bene sottolineare che il Movimento non è ancora diventato quella forza politica che copre il 100% del Parlamento (come auspica Beppe Grillo da tempo – e lo speriamo tutti); c’è ancora una larga fetta del Paese (forse più dei due terzi) che non la pensa come noi o che forse solo non sa o non conosce bene le idee.

C’è quindi bisogno, oggi più di ieri, di discutere, di confrontarsi, di far conoscere, di capire, di capirsi, di ascoltare il nostro cuore, ma anche quello degli “altri” (scoprendo magari poi che “gli altri” non sono cosi lontani da noi). In una sola parola: oggi c’è bisogno di “attivismo”! …

E allora ci siamo chiesti: “perché non ricreare le basi affinché chiunque sia nelle condizioni di farlo senza vincoli, senza i mille rivoli e le mille tribù imposte dall’alto?”
Una città come Cosenza non ha bisogno di tanti punti di ritrovo per fare attivismo, ne basterebbe uno, ma uno che sia partecipato, vissuto, che sia fucina di idee ed iniziative che partano dal basso, dalla gente, dai cittadini.

Anche la stessa esperienza dei meetup è stata qui da noi alla fine fallimentare e ristagnante, creando inutili strutture e regole che hanno portato solo rigidità e allontanamento dalla politica attiva. Ma ora ci viene in aiuto uno strumento molto potente: “Rousseau” col quale si può superare la staticità dei meetup e unificare le voci dell’attivismo. Perciò non abbiamo scuse!

Le sfide che ci aspettano nell’immediato futuro sono importanti, i problemi di questa città sono seri e non più rinviabili (e non c’è giorno che questa amministrazione non ci faccia rabbrividire con qualche scandalo). Queste sfide però non possono essere affrontate se non in modo unitario, condiviso, coeso, con una squadra che sappia metterci cuore e competenza.

Basterebbe solo la volontà di sedersi intorno ad un tavolo davanti ad un buon caffè per discutere, parlare, trovare intesa su come rifondare questa buona “attitudine”.
Ne abbiamo viste tante, in tutti questi anni di esperienza, e spesso le cose non sono andate come speravamo, anzi a volte sono andate molto peggio. Ma nel profondo di noi stessi nutriamo ancora speranze che questo obiettivo si possa raggiungere. E’ per questo che rivolgiamo un appello a tutte quelle persone che, serenamente, in modo autentico e con la mente libera da condizionamenti, vogliano ricostruire da zero.
Bisogna solo incontrarsi e confrontarsi per ricostruire un senso di comunità.

Benito Mazzei