Cosenza, malasanità e ipocrisia sulla cura del cancro al seno (e non solo)

Questo è il testo del volantino che è stato letto durante la protesta delle donne all’incontro degli oncologi a Cosenza.

Cosenza, malasanità e ipocrisia sulla cura del cancro al seno 8 marzo 2019

Siamo le Fem.in, un gruppo di donne autorganizzate che ha deciso di intervenire nella discussione di oggi nel Salone degli Specchi della Provincia, perché questa iniziativa ci chiama in causa direttamente. Si discute, infatti, di salute, di prevenzione per il cancro al seno, cura, terapie.

Noi da decenni viviamo in questa città e sappiamo che curarsi diventa sempre più difficile e questo non solo perché l’ospedale è in condizioni che definire pietose è poco, o per le nomine politiche di medici inqualificabili, ma anche perché proprio la distruzione del servizio pubblico locale ha permesso la proliferazione di decine di centri diagnostici, studi e cliniche private che dragano una quota consistente di fondi pubblici. Insomma quello della salute è un grande business, un grande affare per pochi.

E’ così anche con il cancro al seno. Sono 52.800 le donne che si ammalano solo di cancro al seno e tra queste più di 14 mila muoiono, un terzo quasi delle donne non riesce a sopravvivere. Gli ultimi dati ci informano che continua il pellegrinaggio di queste donne e di altri malati di cancro verso il nord, dove si spera di trovare medici decenti ed ospedali migliori. Più ricerca meno fuffa.

Ad alcune di noi, che stanno vivendo questa brutale esperienza, dei medici distratti hanno sbagliato le diagnosi- ritardando così di un anno o più la cura o quella che viene spacciata come cura. Si pensi agli interessi delle case farmaceutiche che finanziano e organizzano le rassicuranti in “campagne rosa” di scarsa utilità, poiché spesso la prevenzione non ti mette a riparo dal rischio di incorrere in recidive e metastasi a distanza di tempo rispetto alla prima diagnosi.

Si stima che circa 1 donna su tre possa riammalarsi. Questo purtroppo avviene perché la ricerca dedicata al meccanismo che permette al cancro di ritornare non è sufficiente. Sicuramente da contestare vi è la commistione fra alcune case farmaceutiche e grosse multinazionali che utilizzano materiali potenzialmente cancerogeni. La sopravvivenza a 5 anni è effettivamente aumentata negli ultimi dieci anni. Responsabile della morte di molte donne è, infatti, il cancro al seno metastatico. Bisogna considerare inoltre che la sopravvivenza è sì migliorata, a fronte di molte diagnosi di “carcinoma in situ” che non genera metastasi a distanza nel tempo, proprio per le caratteristiche del tumore. La diagnosi precoce più che la prevenzione è quindi da incentivare, attraverso la buona qualità dei servizi dedicati alla cura.

Noi contestiamo questa iniziativa perché sappiamo che della nostra salute vi importa veramente poco, altrimenti non ci avreste fatto frequentare medici incompetenti e ospedali fatiscenti. Vivendo a Cosenza e in provincia sappiamo quali trattamenti ci vengono riservati all’Annunziata, un ospedale decrepito, sporco, dove spesso noi e le nostre amiche ci ritroviamo in balia di cure sbagliate. Da alcuni giorni una nostra amica è ricoverata lì e per un errore le stavano facendo perdere la vita. Anche un’altra delle nostre amiche ha vissuto un’esperienza allucinante, un parto che è diventato un’odissea, con decine di punti di sutura e più di un mese per la riabilitazione.

Perché partorire all’ospedale di Cosenza per alcune diventa un massacro? Sapete spiegarcelo? Da oggi voi dovrete confrontarvi con noi, non potrete più immaginare di procedere indisturbati a massacrare persone, perché ci troverete ad ogni iniziativa, pronte a denunciare quello che accade. La complicità con il patriarcato, i violentatori istituzionali, i medici incapaci, è finita. Non siamo più disposte a tacere, denunceremo ogni sbaglio e ogni trattamento inadeguato e pagherete per i vostri errori, che spesso nascono dalla fretta, dalla mancanza di esami diagnostici adeguati e, purtroppo, anche dalla voglia di arricchirsi sulla nostra pelle. Tutto questo, come potete ben capire, lo avreste dovuto impedire voi che siete oggi qui a celebrare questa giornata in modo farsesco, visto che tra quelli che sono presenti all’iniziativa vi sono proprio i medici che sbagliano le diagnosi, o i grandi proprietari di cliniche private finanziate con soldi pubblici.

Sarebbe interessante capire come hanno realizzato la famosa accumulazione originaria questi signori per poter poi investire in cliniche e varie altre attività. Ci rivedrete nelle corsie degli ospedali e non vi daremo tregua, fino alla morte. Le donne di Cosenza, quelle che non amano mentire, sono stanche; il limite è stato raggiunto e superato più volte, ora per il bene di tutte ci tocca quindi prendere parola e denunciare. Infine, è in corso una mappatura dei medici da ‘’non frequentare’’, che presto metteremo on line per difendere le altre donne ed evitare loro delle brutte esperienze. Con questo vi salutiamo ricordandovi che ci ritroveremo presto per discutere di come dovrebbe essere organizzata seriamente la sanità in Calabria e a Cosenza in particolare. Siete tutti responsabili.

Fem.in