Ho visto il servizio della brava Rosalba Baldino, giornalista cosentina sempre pronta a dar voce a chi soffre e a chi vive ai margini della nostra società, e sono rimasto di stucco. Le persone che la brava Rosalba spesso incontra nei suoi reportage, sono, per lo più, soggetti appartenenti alle cosiddette categorie svantaggiate, tra cui anziani soli ed indifesi vessati dal fisco, dall’Aterp e dall’Inps che vivono di pensioni sociali che non arrivano a 400 euro.
Il caso in questione è relativo ad una anziana signora che vive dall’ 86 in un appartamento di proprietà dell’Aterp a via Popilia: nonna Grazia di 76 anni gravemente malata.
Nonna Grazia ha “maturato” un piccolo debito con l’Aterp parchè non paga il “bollettino di affitto”, di 76 euro, da quasi tre anni. Vista l’entità della pensione non riesce a far fronte a tutte le spese, e per questo i leoni dell’Aterp hanno pensato bene di sfrattarla. La solita ingiustizia sociale – che ogni giorno coinvolge migliaia e migliaia di famiglie in difficoltà – dove l’ente pubblico invece di “garantire” una casa a chi non può pagarne una, si accanisce sui poveri favorendo sempre i ricchi, gli imbroglioni, i corrotti, e gli amici degli amici.
Forti con i deboli e deboli con i forti, il solito refrain della pubblica amministrazione.
Questa storia mi ha colpito in maniera particolare perché mi ha dato la possibilità di approfondire alcune cose e capire, e farvi capire, la differenza di trattamento tra i “poveri” e gli amici degli amici al cospetto della pubblica amministrazione. Già, perché da noi questa differenza c’è, e pesa non poco sulle spalle di chi non ha niente: per la pubblica amministrazione, fino ad ora, viene sempre prima il ricco del povero.
Vi faccio un esempio pratico e concreto (come sempre): non tutti sanno che l’Inps, ad esempio, concede anche mutui, a tutti i dipendenti pubblici, per l’acquisto di una casa. Funziona più o meno come un mutuo bancario: servono le garanzie (in questo caso lo stipendio pubblico è garanzia), ed esiste una “graduatoria” che viene stilata di volta in volta in base al malloppo disponibile per questa operazione, ed è chiaro che i tassi d’interesse sono più bassi di quelli delle banche. Una buona opportunità (che poi è un piccolo privilegio) per chi è un dipendente pubblico. E in tanti hanno acceso un mutuo con l’Inps per acquistare casa. E fin qui niente di male, se non fosse che da 3 anni a questa parte si registra uno strano fenomeno in diverse sedi dell’Inps d’Italia, in quella di Cosenza succede questo: decine e decine di pubblici dipendenti di Cosenza (tra cui poliziotti, carabinieri, dirigenti pubblici, impiegati, docenti, medici) hanno acceso un mutuo con l’Inps, ma da tre anni a questa parte, proprio come nonna Grazia, non pagano le rate, solo che, al contrario di nonna Grazia, nessuno ha mai avviato “una pratica” di recupero del credito nei riguardi dei morosi.
Ad approfondire l’argomento si scopre che l’Inps non ha attivato, dopo la concessione del mutuo (denaro pubblico), la trattenuta automatica della rata dallo stipendio. In tal modo il pubblico dipendente che ha acceso un mutuo preso l’ente, riceve lo stipendio per intero, e poi, di “sua spontanea volontà” versa la rata mensile. Ma a Cosenza c’è chi non lo fa da almeno 3 anni e sono diverse decine. Gente che a differenza di nonna Grazia uno stipendio dignitoso ce l’ha. Ma nessuno fa niente. Da noi le regole e la legge non è mai stata uguale per tutti.
Lo scopo di questo paragone non è certo sputtanare una trentina e passa di dipendenti pubblici che chissà per quale magia riescono a sparire ogni mese dalla lista dei creditori dell’Inps, ma quello che mi interessa è sottolineare la disparità di trattamento. Per nonna Grazia non esiste mediazione, rateizzazione, o compromesso, per altri invece tutto è possibile, anche non pagare nessuna rata del mutuo, senza nulla a “patire”.
Cari cosentini, è così che va, a Cosenza c’è sempre stato chi può e chi non può. E chi non può è anche costretto a subire angherie e soprusi proprio dalla pubblica amministrazione. E a tal proposito lancio un appello a favore di nonna Grazia: facciamo una colletta, raccogliamo questi 4 soldi che deve all’Aterp, affinchè nonna Grazia possa trascorrere il tempo che le resta in serenità e tranquillità.