Cosenza. ‘Ndrangheta al Comune. Rifondazione: “Convocare subito un consiglio comunale aperto”

Dopo i recenti articoli apparsi sulla testata online Iacchitè che raccontano le ultime vicissitudini del comune di Cosenza, non è più possibile che la cittadinanza sia lasciata senza una spiegazione dalle istituzioni che guidano questa città. Nessun partito o forza politica, ad oggi, sono intervenuti pubblicamente in merito alla notizia che ha visto coinvolto il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, che si è recato presso gli uffici della polizia giudiziaria per denunciare fatti gravissimi che parlano di chiari e pesanti infiltrazioni mafiose all’interno del Comune bruzio. A riprova della gravità della vicenda, registriamo la totale mancanza di smentite da parte dei vertici istituzionali. La vicenda è del tutto torbida e nessuno sembra interessato a coinvolgere la cittadinanza su una questione che in altre città d’Italia, come Bari e Torino, ha suscitato scalpore e ha fatto invocare, alla stessa forza presente in giunta ma qui taciturna, la fatidica questione morale.

Come Partito della Rifondazione comunista riteniamo che il vero problema sia rappresentato dagli interessi che s’intrecciano tra la politica e il privato, un privato che influenza e determina il ruolo della politica e la sua espressione maggiore: la rappresentanza, inficiando così la tutela collettiva dei cittadini, quella della legalità democratica e quella della giustizia sociale. È Il generalizzato ruolo del denaro privato, alle nostre latitudini (ma non solo) utilizzato in combutta con soggetti criminali, che compra o condiziona – anche in forma legale di erogazione liberale – la politica, dai comuni fino ai livelli nazionali.

Tale pratica va ad intrecciarsi con variegati ambienti che nella nostra città, fin dagli anni 90, hanno trasformato il rapporto corruttivo. Infatti lo stesso non è più lo scambio di mazzette ma il finanziamento costante che trasforma il politico o il colletto bianco in uomo di fiducia delle imprese, spesso criminali, che lo sostengono. A questo proposito è interessante leggere il libro del giovane ricercatore Saverio Di Giorno, Sodomia, dal quale è stata tratta una relazione esposta in una audizione tenutasi nella Commissione regionale antindrangheta. Bisogna dire, a nosto avviso, che la ricorrente questione morale è profondamente intrecciata con quella che un tempo saggiamente si chiamava lotta di classe; la distanza tra esponenti politici e cittadinanza è sempre più evidente e la rappresentanza è svuotata del tutto di significato. Proprio per questo appare del tutto chiaro il fatto che la strumentalizzazione del “voto utile” nei fatti finisca per favorire unicamente un’alternanza clientelare fra centrodestra e centrosinistra, del tutto silenti e disinteressati.

Come Partito questa falsa alternanza ci era già apparsa chiara al termine del primo turno delle scorse elezioni comunali, quando, dopo aver partecipato alla costituzione ed al sostegno della Lista Cosenza in Comune, scegliemmo pubblicamente di non apparentarci e non sostenere al ballottaggio l’odierno sindaco di Cosenza di centrosinistra. Ad oggi rimane lo sgomento per il silenzio assordante che circonda la vicenda. Non possiamo permetterci omertà e distrazione, soprattutto dopo l’eclatante scioglimento per infiltrazioni mafiose, in un caso, e di pesanti accuse nei confronti dei vertici, in un altro, riferiti a Comuni dell’area urbana Per questo motivo crediamo che sulla questione vada fatta immediatamente chiarezza, convocando subito un consiglio comunale aperto, con al centro della discussione la questione della criminalità organizzata nella nostra città, introdotto da una dettagliata spiegazione dei fatti ai cittadini e alle cittadine di Cosenza.

Partito della Rifondazione comunista – Circolo Gullo Mazzotta – Federazione Provinciale di Cosenza