Cosenza nel pallone: William Massimilla e la nascita del vivaio rossoblù

COSENZA NEL PALLONE, viaggio nel calcio dei quartieri: LE ORIGINI

Tommaso Corigliano, uno dei più grandi avvocati penalisti calabresi dell’epoca, succede a Bolletti alla presidenza del Cosenza Sport club e all’alba della stagione 1931/32 si decide di ricorrere massicciamente agli atleti del Nord. Arrivano rinforzi del calibro del portiere Forotti, dei mediani Zoccola, Staccione e Vay, del centravanti Olivini, dell’ala Masi e dell’interno Perazzi. Il 28 ottobre 1931 viene inaugurato il nuovo stadio di via Roma, denominato “Città di Cosenza” con l’amichevole di lusso Cosenza-Napoli.

La bandiera cosentina diventa un ragazzotto nato nel 1914, appena sedicenne all’esordio con la maglia rossoblù: è William Massimilla. Mezzodestro di grande talento, si conquista uno spazio non indifferente in prima squadra, nonostante le presenze di Masi e Perazzi, mettendo a segno anche un gol. Ed è un gol pesante, perché decide il derby casalingo con la Reggina del quattro aprile 1932. Massimilla indossa la maglia numero otto in una prima linea formata anche da Perazzi, Olivini, Masi e Santini. “Calabria sportiva” lo ricorda così: “… è il terzo minuto. Perazzi indirizza un bolide nella rete reggina, Guerci non è felice nella parata e il pallone gli sfugge: riprende Massimilla e segna con calma olimpica“.

William Massimilla

Il buon William non è quel che si dice un titolare fisso, ma quando viene chiamato in causa sciorina un’intesa quasi perfetta con Perazzi, Masi e Olivini. Proprio da un’azione Perazzi-Massimilla-Masi scaturisce il gol di Olivini che deciderà un attesissimo Cosenza-Salernitana.

Massimilla copre indifferentemente anche i ruoli di ala, mezzosinistro e centrattacco e la stampa cosentina ne tesse le lodi. “Calabria sportiva” ne avverte l’assenza in un match nel quale il tecnico non gli ha dato fiducia e commenta: “… William coordina e organizza meglio di tutti il lavoro del quintetto di punta”.

E anche lui ispira la vena di Ciardullo.

U vi chissu?! E’ Massimilla

Mancu chissu chiacchiaria!

Si s’arrussica nnu ngnilla

Ssu guaglione te ricria!…

Gioca una decina di partite anche nella stagione 1932/33 quando in panchina si alternano Balacics e Fagiani e il barone Campagna assume le redini della società. Massimilla questa volta è schierato insieme a Fiammengo, Pampaloni e Fenili e non lesina giocate di grande spessore tecnico. Dalle cronache dell’epoca peschiamo un Cosenza-Trapani 2-1 del nove aprile 1933: “… malgrado le durezze avversarie il Cosenza ha ugualmente sconfitto il Trapani: sintomatiche di ciò le 44 punizioni fischiate contro i siciliani. Ma la classe pura ha prevalso e alcune triangolazioni hanno mandato in delirio la folla, come quella fra Massimilla, Fenili e Fiammengo che ha portato alla rete di quest’ultimo al 37′“. Il Cosenza giungerà terzo anche grazie a lui.

Nel 1933/34 arriva il tecnico Afro De Pietri, ma soprattutto un grande bomber, il centravanti Svageli dalla Ponziana, acquistato al prezzo record di 13.000 lire… Dominatore delle aree avversarie, ha tutti i numeri che si richiedono a chi ha il compito di condurre il quintetto di punta: velocità, finte, rovesciate, colpi di testa e distribuzione intelligente del gioco su tutto il fronte offensivo.

Con Massimilla nasce una grande intesa tecnica. Svageli è estroso e altruista ed è uno smistatore per eccellenza: il triangolo stretto è la sua passione e, per metterlo in pratica, il mezzodestro cosentino è il suo interlocutore preferito. Nel torneo di Prima divisione, l’attaccante rossoblù colleziona una quindicina di presenze e realizzerà due gol pesanti: uno contro la Nissena, ma soprattutto il pareggio in extremis, al 90′, nel derby di Reggio. Il giovane talento cosentino raccoglie un rinvio, si invola in contropiede e trafigge il portiere avversario. Nel frattempo Massimilla, figlio di un magistrato, ha proseguito gli studi e si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli, giocando anche nella nazionale universitaria: è il primo cosentino in assoluto a indossare una maglia azzurra. Massimilla resterà nella rosa del Cosenza fino al 1937. Successivamente farà carriera nella Polizia stradale fino al grado di generale a Catania e Genova.

Nasce il vivaio cosentino

Nel periodo migliore di William Massimilla vestono la maglia rossoblù anche l’ala destra Guido Mollo e il mediano sinistro Francesco Pellicore. Quest’ultimo, in particolare, resterà in organico dal 1932 fino al 1941 per tornare in prima squadra dopo la Seconda guerra mondiale. Pellicore si distingue per l’abilità nel gioco di testa e per la valida struttura fisica.

Vincenzo D’Atri, nel suo “Cosenza. Storia in rossoblù”, scrive che “… Si deve a don Peppino Pietramala, funzionario delle Ferrovie dello Stato, che allena la squadra del Dopolavoro, il primo tentativo di creare un vivaio. Nasce così un gruppo di pulcini fra i 12 e i 13 anni, scoperti nei campetti delle Calabro-Lucane e del Vallone di Rovito...”.

Roberto Fagiani

Quei pulcini diventeranno, quasi tutti, calciatori di livello. Sono Luciano Gisberti, Ciccio Delmorgine, Ulderico Alò, Giuseppe Gualtieri, Ubaldo Leonetti, Francesco Pulice, Ferruccio Roberti e Luigi Segreti. Don Peppino lavora in sintonia con la dirigenza del Cosenza. Il suo punto di riferimento è l’avvocato Roberto Fagiani, una sorta di direttore sportivo ante litteram, che a sua volta è legato a doppio filo a Giuseppe Carci, il collaboratore più stretto del barone Campagna, pilastro della fede rossoblù. Anche per Fagiani Ciardullo scrive i suoi inconfondibili versi associati ai suoi “lupicielli”.

Chissi su li lupicielli, lupicielli cosentini

Guarda guà cumu su bielli,

gioia mia cumu su fini

Falle criscere na’ picca

e  pue viri cumu ninna

Squatra a postu, squatra scicca

Squatra toga, squatra a pinna

E Roberto ‘ntra ssa frangia

ccu ssi lupi ca cumbatta

Nun ce rorma, nun ce mangia…

Criju puru ca l’allatta