Cosenza, quando Nolè sconfessava Occhiuto e Nunnari: il ponte di Calatrava è uno schiaffo alla miseria

Oggi che la diocesi di Cosenza comunica ufficialmente il nome del suo successore – monsignor Checchinato -, possiamo rendere omaggio al suo predecessore, monsignor Francesco Nolè, scomparso nei mesi scorsi. Non era quel che si dice un “cuor di leone” ma nell’ultima fase del suo vescovato non le aveva certo mandate a dire a due dei personaggi più squallidi della nostra città, che purtroppo ancora la comandano dai rispettivi “pulpiti” di potere. Nunnari è ancora a tutti gli effetti il “padrone” della chiesa cosentina mentre Occhiuto è approdato addirittura al Senato e attraverso il fratello parassita comanda nienteopodimenoche…. tutta la Calabria. Rievochiamo allora i fatti relativi alla penosa inaugurazione del Ponte di Calatrava, il più tragico schiaffo alla miseria dei cosentini. 

Che ci fosse qualcosa che non andava tra i due da un po’ di tempo a questa parte (nonostante le difese di facciata a dire il vero un po’ patetiche) era evidente. E la sua voluta assenza all’inaugurazione del famigerato ponte di Calatrava era il chiaro segnale di una visione diversa della città. Una differenza di vedute dal sindaco Occhiuto che il vescovo Nolè ha messo nero su bianco, sconfessando il ritornello occhiutiano del “stiamo tutti bene, la città è migliorata e la gente è felice”.

Un Nolè che francamente non ci aspettavamo e che finalmente si pone in discontinuità con l’azione del suo predecessore: il corrotto Nunnari. A differenza di quel che sembrava.

Il vescovo Nolè, nel presentare la campagna per la raccolta dell’8X1000 nel 2018 snocciolava i numeri degli interventi della Curia a favore dei più bisognosi. E tra le 9 opere realizzate e finanziate con l’8X1000 figura il progetto della Caritas diocesana “Mensa Casa Nostra” realizzata in un’ala dell’Arcivescovado di Cosenza: 50 pasti caldi al giorno, docce, cambio abiti, lavanderia, assistenza legale, ambulatorio e centro ascolto. Il Tutto finanziato con 50.000 euro all’anno dell’8X1000.

Numeri che dicono, secondo Pino Salerno, presidente dell’associazione “Casa Nostra”, che “la povertà in città è in aumento, e senza segnali di ripresa, in mensa arrivano per lo più italiani, ossia esce allo scoperto la classe media che finora aveva resistito con i risparmi di una vita”. Italiani ai quali sono stati offerti più di 8000 pasti caldi in un anno, oltre a 200 visite mediche.

Ma la dichiarazione più pregnante e che evidenziava senza ombra di dubbio la divergenza di vedute con il sindaco Occhiuto era quella di Monsignor Nolè che diceva testualmente: “Le opere di modernizzazione urbana, come l’imponente ponte di Calatrava, in realtà non incidono sulla povertà dei cittadini, dai giovani con contratti a termine ai padri separati. È ora di aprirci agli altri e dire: io ci sono”.

Monsignor Nolè prendeva posizione e si schierava dalla parte dei deboli e diceva senza mezzi termini che la povertà a Cosenza esiste, eccome se esiste! E non saranno certo luci lucine e ponti a nasconderla. Fino a che lo abbiamo detto noi, siamo stati derisi dalle legioni di imbecilli al comando del sindaco. Per fortuna, un vescovo gli ha ricordato che la povertà a Cosenza, purtroppo, esiste, e che il ponte di Calatrava è uno schiaffo alla miseria. Speriamo che il suo successore ne venga informato e venga informato anche di quanto è squallida e viscida TUTTA la politica cosentina, dalla quale è meglio, molto meglio che stia il più lontano possibile. Per come proveremo a ricordargli da qui alle prossime settimane.