Cosenza non è Napoli: la coca non si compra nelle “piazze di spaccio”. Il patetico blitz del Gattopardo e del questore

L’ennesima pacchiana “brillante operazione” della questura di Cosenza in collaborazione con il patetico porto delle nebbie rappresentato dall’orripilante Gattopardo travestito dalla pm Maria Luigia D’Andrea (che dovrebbe cercare di sottrarsi a questo ferale abbraccio…), ha prodotto 15 arresti (10 in carcere e 5 ai domiciliari). E ovviamente le solite roboanti dichiarazioni che non incantano veramente nessuno, dal momento che tutti sanno che la coca e l’eroina a Cosenza non si comprano certo nelle cosiddette “piazze di spaccio”. Si tratta pertanto della solita operazione da quattro soldi che viene propinata come “fumo” (questo si…) negli occhi dei cosentini. Che ormai non abboccano più. Di seguito, vi spieghiamo perché queste operazioni non servono a un cacchio… 

Se il buongiorno si vede dal mattino, la giornata del nuovo questore di Cosenza, il dottor Spina, è iniziata bene. Non smentisce le aspettative il nuovo questore (con data di scadenza entro e non oltre novembre del 2023) della città dei Bruzi roccaforte di una delle paranze massomafiose più potenti d’Italia, che da subito ha messo in atto quello per cui è apprezzato in Italia e in Europa: controllare il territorio, e liberare spazi occupati dal malaffare per restituirli ai cittadini. E in questo il dottor Spina è davvero bravo, e le sue prime mosse lo confermano: controlli serrati e mirati nelle aree sensibili della città, non una tantum, ma costanti e continui. La tecnica, studiata e collaudata dal dottor Spina in tanti anni di lavoro in “zone calde” come Scampia, punta non solo a smantellare le “piazze di spaccio”, ma ad impedire il riformarsi della “stessa situazione di illegalità” in altre parti della città. Non un mordi e fuggi, il solito blitz eseguito ogni tanto solo per “questioni d’immagine”, ma una vera e propria “strategia militare” per il controllo del territorio che non ammette “zone franche” tutto l’anno.

L’azione messa in campo dal dottor Spina, per quanto lodevole e altamente professionale, appare sprecata però per una città come Cosenza, che ha di sicuro problemi legati al consumo di droga, ma che non trova il suo canale principale di “spaccio” nelle piazze. Le “piazze” in città, sono ad uso e consumo di una piccola percentuale di consumatori, “occasionali” o del fine settimana, soprattutto di droghe leggere. Cosenza non è Milano. O Napoli. Cosenza è un paesotto, e lo “smazzo” della droga più consumata in città, la cocaina, avviene per molti altri canali, che non sono certo la “piazza”. Più che un “lavoro” di controllo del territorio, serve un lavoro di investigazione per colpire seriamente i venditori di morte. Nessun consumatore di “pezzata” che si rispetti, comprerebbe, a Cosenza, salvo poche eccezioni, un cinquantino in piazza da uno “sconosciuto”. In piazza a Cosenza si compra la dieci, la venti, al massimo la cinquanta di fumo, se conosci il pusher però, e la pezzata, in piazza, è difficile da trovare. I giri sono altri, e non si fanno in piazza.

L’arrivo del dottor Spina, che si può considerare come l’arrivo di uno specialista viste le sue caratteristiche professionali, in questo quadro, appare sproporzionato rispetto alle reali esigenze di controllo del territorio cittadino. E come se per risolvere un complicato e intrigato caso di omicidio chiamassimo l’ispettore Callaghan e la sua 357 Magnum, quando sarebbe più utile, in questa circostanza e senza nulla togliere all’ispettore Callaghan, uno Sherlock Holmes. Anche perché dopo la retata di tre mesi fa ad opera della Dda di Catanzaro, la più grande operazione antimafia mai eseguita nella città di Cosenza, che ha smantellato la quasi totalità delle cosche cosentine dedite al traffico di droga, più che il controllo del territorio, necessario ma non certo prioritario, quello che ci si aspetta dallo stato, dopo questa fase, è un lavoro di intelligence per scoprire il famoso “livello successivo”. E per favore smettetela di mettere davanti sempre il solito ritornello che “la droga (ma quale?) si vende davanti alle scuole” perché mentite sapendo di mentire. 

Tutti i cosentini l’hanno capito, specie dopo l’operazione di Gratteri del 1° settembre 2022: dopo mafiosi, trafficanti, strozzini, ora tocca alle paranze massomafiose che si annidano in città. E la scelta del dottor Spina, che ha certamente doti da Sherlock Holmes, cozza con questa speranza. Non certo per volontà del dottor Spina, lo ripetiamo ancora, ma la sua data di scadenza, che a noi appare come una scelta oculata “calata” dall’alto, di cui ovviamente il dottor Spina è inconsapevole, non gli permette di andare oltre a quello che gli viene più naturale per esperienza acquisita sul campo, “aggredire le piazze di spaccio”. È questo il compito che i superiori hanno assegnato al dottor Spina, che evidentemente hanno altri progetti per Cosenza, in discontinuità, almeno apparentemente, con l’operazione della Dda di Catanzaro: per tutta la durata del suo mandato, dovrà svolgere questa attività, e non c’è tempo per pensare ad altro, o per impegnare il personale in faccende diverse dal controllo del territorio, e il questore, da bravo e onesto servitore dello stato qual è, esegue gli ordini.