Cosenza, Nostra Signora liberaci dalla nuova peste (di Bernardino Telesio)

LIBERACI DA QUESTA NUOVA PESTE, DILETTA SIGNORA

di Bernardino Telesio

Nostra Patrona e Signora, mi rivolgo a Voi, nel giorno in cui i nostri amati concittadini vi ricordano, con la dignità del filosofo, ma con l’umiltà dell’uomo. La scienza e l’esperienza hanno affilato la mia conoscenza, ma la mia anima ha profondo desiderio d’infinito, di trascendenza. La Vostra bontà, generosità, magnanimità sono lo specchio della perfezione del Cosmo, della Natura. Tutto è Natura e Cosenza è lo specchio della Vostra bellezza. Tuttavia, parecchi morbi provano continuamente a distruggere la nostra amata città. Nel 1576 ci provò una terribile peste, ma Voi, secondo la devozione popolare, liberaste Cosenza da quell’oscuro male. Oggi, 2019 D.C., secoli dopo, una nuova peste si è abbattuta sulla nostra diletta città, una peste nera, nerissima, che ha portato con sé corruzione, inganni, raggiri, arroganza, inettitudine. Chi possiede le chiavi di questa città, venerabile Signora, non merita di gestirla e organizzarla, non merita il rispetto dei nostri concittadini. Cosenza non è terreno di conquista, Cosenza non è in vendita. Allontanate da noi, illustre Patrona, questo nuovo e mefitico morbo. E Cosenza ve ne sarà grata a vita.