Cosenza: Occhiuto, la verità e l’accordo sottobanco col fido Cirò

Prima o poi, si dice, la verità viene sempre a galla. E’ solo questione di tempo. Bisogna solo aspettare, con la speranza di essere ancora vivi, l’arrivo di quel momento. Il tempo spesso è tiranno nella ricerca della verità. Una bugia raccontata oggi potrebbe essere sgamata anche tra 100 anni, come due secondi dopo. Difficile stabilire la vita media delle chiacchiere. Dipende da come si ricerca la verità. E soprattutto da come si guarda la realtà. Spesso la verità e sotto i nostri occhi ma non vogliamo vederla. O perché non vogliamo accettare quella realtà, o perché siamo complici della bugia, oppure è proprio in quel modo che vediamo le cose.

La verità sull’amministrazione Occhiuto è talmente evidente che non vederla è davvero difficile. Ed è una verità amara per chi ha sostenuto questo sindaco nonostante i tanti “avvertimenti” sulla sua persona. Quasi un terzo dei cittadini cosentini ha ribadito di aver fiducia in lui, riconsegnandogli le chiavi del Comune e della cassaforte. Hanno pensato che a dire la verità fosse Occhiuto, e non chi lo accusava di ogni nefandezza avvenuta al Comune. Ed è una scelta che va rispettata. Mi piacerebbe chiedere a tutti questi cittadini cosa ne pensano oggi delle tante verità farlocche spacciate da Occhiuto. Sono curioso di sentire anche la loro verità.

La verità, per me, è che da quando Occhiuto ha messo piede in Comune il suo unico scopo è stato quello di arraffare il più possibile, vista la sua devastante situazione economica. Ha pensato, sin dal primo momento, che fare un po’ di cresta di qua e di là, dare lavori ai suoi creditori, in fondo non era una cosa così grave. Del resto che vuoi che gliene freghi al cosentino se piazza Fera l’ha fatta la ‘ndrangheta oppure no. Quello che importa è che l’opera è stata terminata. Che vuoi che gliene freghi al cosentino se i tombini vengono stippati davvero oppure no. L’importante è che a non essere ‘ndippatu sia il tombino sotto casa sua. Si sa che una delle massime più apprezzate dall’elettore di Occhiuto e anche non, è: tutti i politici arrobbanu, almeno Occhiuto, come Mancini, ancuna cosa a fa, e fa magià na pocu a tutti, se poi gira ancuna bustarelle che vuoi che sia.

Ed è a questa massima che si è ispirato nel suo operato Occhiuto. Su questo, la sua buona fede è inattaccabile. Sapeva di rubare ma, secondo lui, senza nulla togliere a nessuno. Ha ritenuto indispensabile “redistribuire un po’ di guagna per far girare l’economia. Quella di sacchetti sua, ovviamente. Per questo si sente nel giusto e si è autoconvinto che tutto sommato le sue sono delle verità. Magari monche, mezze, ma sempre verità. Come quella pronunciata  in consiglio comunale in merito al caso Cirò: non potevo far altro (in riferimento alla denuncia).

Si è convinto di questa verità: delle ruberie di Cirò non si è mai accorto, non appena l’ha sgamato, è stato costretto, per il senso civico che da sempre lo contraddistingue, a denunciarlo. “Non poteva fare altro”. Anche se è da sempre un suo grande amico. Il Comune non è casa sua ma di tutti i cittadini.

Ma la verità in questa frase potrebbe essere anche questa: non poteva fare altro, nel senso che, o denunciava Cirò, oppure avrebbe dovuto assumersi la responsabilità in prima persona di detti ammanchi alle casse comunali.

Lo dicevo prima: dipende da come si guarda la realtà

E la realtà è quella che Cirò non solo ha rubato, ma con i soldi sottratti ai cosentini si è comprato l’attico e il ristorante, in accordo con Occhiuto. Accentando di diventare l’unico responsabile delle ruberie in Comune. Occhiuto gli ha garantito che fin quando l’inchiesta resterà alla procura di Cosenza non ci sono problemi.  E male che vada, a dire di Spagnuolo, se mai ci sarà un processo, al massimo prenderà qualche mese in affido ai servizi sociali. Meglio così per Cirò, piuttosto che trovarsi impelagato per gli stessi reati in una operazione anti mafia.  La scelta corrisponde ad una sorta di “stralcio” preventivo qualora dovesse arrivare la DDA. Come a dire: non vi preoccupate cara DDA che a Cirò lo processiamo noi. E il gioco è fatto.

Comunque la pensiate la verità resta una e credetemi, non è quella che ha raccontato Occhiuto.

GdD