Cosenza, Occhiuto e i suoi lecchini dichiarano lo stato di nervosismo: la paura fa 90

Sono veramente messi male. Da qualche giorno uno dei più sfrenati lecchini di Occhiuto sta dando di matto. Segno evidente di un nervosismo non più controllabile. Hanno annusato l’arrivo della fine e lanciano anatemi da manicomio contro chi pensano sia causa del loro male, ovvero noi. Occhiuto ha capito che ha i giorni contati, e a breve qualcuno si presenterà alla sua porta con il conto da “pagare”, e di questo ritiene Iacchite’ responsabile.

Se non ci fosse stato Iacchite’, dice il lecchino, non ci sarebbe stata nessuna inchiesta sul sindaco. E di questo il lecchino ci ritiene responsabili, perchè con i nostri articoli abbiamo costretto alcuni pm ad intervenire nei confronti dell’amministrazione Occhiuto, contro la loro volontà. Il fatto di sputtanare i loro intrallazzi e mettere con le spalle al muro la procura di fronte alle sue evidenti responsabilità, non è andato giù al sindaco, che reagisce nel modo a lui più congeniale: con minacce mafiose e promesse di pestaggio.

Ci accusa di tutto: dalle estorsioni, alle minacce, all’eversione, forte del suo legame mafioso con la procura. Ma questo, come ben sa il sindaco, non ci fa paura. Ci siamo abituati alle false inchieste e accuse nei nostri confronti. Siamo sempre a disposizione della procura e dopo armi, droga, bombe, sovversione, eversione, terrorismo, siamo pronti ad accogliere l’ennesima accusa farlocca. Oramai l’hanno capito tutti come funziona la giustizia in città: chi dissente e racconta la verità sugli intrallazzi del sindaco finisce inquisito, indagato, perquisito, arrestato. E’ questa la realtà che nessun delirio potrà mai nascondere. Nella Giustizia a Cosenza non ci crede più nessuno.

Ma questo schifoso metodo sta per finire, c’è chi si è svegliato e non permetterà più un uso così squallido della Giustizia. Diamo tempo al tempo, e presto vedremo chi ha detto il vero e chi ha detto il falso. Presto sapremo se è vero o no che le casse del Comune hanno subito negli ultimi 6 anni un vero e proprio saccheggio. Presto sapremo se è vero o no che la ‘ndrangheta entrava ed usciva dagli uffici comunali.

Del resto è già successo altre volte che la verità, seppur in ritardo, è venuta a galla, come nel caso di piazza Fera/Bilotti, dove noi sostenevamo che il cantiere era in mano alla ‘ndrangheta e per questo siamo stati indagati dalla procura di Cosenza per aver messo una bomba alla questura, salvo poi scoprire che la ‘ndrangheta non solo era presente nel cantiere, ma lo gestiva direttamente.

Oppure quando abbiamo denunciato tutte le truffe sugli appalti spezzatino confermate dagli avvisi di garanzia inviati ai dirigenti e all’ex capogabinetto del sindaco. Occhiuto ci accusa di imbastire dossier farlocchi per giustificare alcune affermazione pesanti su di lui. Ma non siamo noi a dire che lui ha fatto accordi elettorali con esponenti dei clan locali, ma ben quattro pentiti, tra cui Adolfo Foggetti, che è risultato attendibile come afferma la corte d’Assise d’appello di Cosenza. Anche qui vedremo a breve chi dice il vero e chi dice il falso. Perché prima o poi tali dichiarazioni dovranno essere valutate da un giudice. Che non fa parte della paranza della procura di Cosenza. Tutti i tentativi di chiuderci la bocca, attraverso falsi procedimenti penali studiati a tavolino, sono oramai sgamati. Lo sappiamo noi, lo sa la gente, lo sanno i giudici, corrotti e onesti.

Non ci fa paura il delirio di chi annuncia di mobilitare contro di noi giudici e politici mafiosi. Chi siamo lo abbiamo scritto mille volte. I nostri precedenti penali sono medaglie di cui andare fieri, perché sono condanne che arrivano da una procura corrotta. E presto anche questo aspetto sarà chiarito. Lo sanno tutti che la procura lavora solo per incastrare noi, piuttosto che i ladri di stato e gli sfruttatori della miseria altrui, come il lecchino in questione. Che pensa di essere forte perché affiliato alla paranza della procura. Ma non ha capito che le sue minacce francamente ci fanno un baffo. E questo suo delirio presto gli si ritorcerà contro.

La Giustizia in Italia è lenta, ma arriva. E quel momento, caro lecchino e caro Occhiuto, non è lontano. E’ questo che li preoccupa veramente, hanno paura di quello che sta per arrivare: la paura fa 90. E come dico sempre, attenti a gongolarsi, perché ride bene chi ride per ultimo. E la partita ancora non è finita.